Dagoberto Azzari
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Dagoberto Azzari (Ostra Vetere, 22 ottobre 1911 - 30 gennaio 2006) è stato un generale di corpo d'armata italiano, due volte Medaglia d'Argento al Valor Militare durante la seconda guerra mondiale.
Entrato nell'Arma dei Carabinieri nel 1936 proveniente dalla fanteria, il 2 marzo 1941 era comandante di plotone e di compagnia del 1° Gruppo Mobilitato dei Carabinieri in Nord Africa ed assegnato a Culqualber, uno dei quattro capisaldi posti a difesa di Gondar.
Tra settembre e novembre i britannici, pur enormemente superiori in numero e mezzi, tentarono inutilmente di vincere la resistenza degli italiani. L'eroismo dimostrato dai Carabinieri meritò alla bandiera dell'Arma una Medaglia d'Oro al Valore Militare. All'allora capitano Azzari furono conferite due medaglie d'argento (di cui una sul campo) con le seguenti motivazioni:
«Comandante di plotone e successivamente di compagnia CC.RR. mobilitata in A.O.I., impiegato per oltre otto mesi in rischiose e delicate operazioni di guerra, dava costante prova di valore personale, guidando il proprio reparto da lui magnificamente addestrato, con perizia, con sagacia, con senso di incondizionata dedizione al dovere. Nel corso di un duro e cruento combattimento sul fronte di un importante capo saldo della difesa Amhara, manteneva saldamente le posizioni, ributtando la preponderanza avversaria in travolgenti assalti che infliggevano all’attaccante perdite gravi. Instancabile nell’accorrere sui punti più minacciati, infondeva nei propri uomini ardore combattivo ed incrollabile tenacia, contribuendo in modo preminente al felice esito del combattimento,conclusosi con la piena disfatta dei reparti avversari. »
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(Culqualber, Africa Orientale, 13 novembre 1941)
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«Comandante di compagnia e zaptiè destinato alla difesa di un importante caposaldo, dava prova di ardimento, di sagacia, di slancio e di piena dedizione al dovere. In una lotta durissima e sanguinosa protrattasi per oltre 13 ore opponeva strenua, valorosa resistenza alle preponderanti forze nemiche. Più volte soverchiato, si lanciava in testa ai propri uomini alla riconquista di posizioni temporaneamente perdute, travolgendo l’avversario in una serrata mischia all’arma bianca. Caduto il proprio comandante di gruppo, col reparto fortemente decimato,accorreva a rinforzo di altro settore seriamente minacciato, resistendovi coi propri uomini, finché le preponderanti ondate nemiche non ebbero travolto e sommerso gli eroici difensori del caposaldo,in massima parte caduti nell’adempimento del dovere. Esempio di elevate virtù di comandante e di soldato»
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(Culqualber, Africa Orientale, 21 novembre 1941)
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Ritornato in Italia continuò a servire nell'Arma dei Carabinieri fino ad essere collocato in ausiliaria il 28 dicembre 1974.