Daghestan
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Capitale | Makhachkala | ||||
Area - totale |
55a - 50.300 km² |
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Popolazione - Totale |
22a - 2.576.531 (2002) |
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Status politico | repubblica | ||||
Distretto federale | Distretto Federale Meridionale | ||||
Regione economica | Caucaso settentrionale | ||||
Numero catastale | 05 | ||||
Lingua ufficiale | russo | ||||
Presidente | Mukhu Gimbatovich Aliyev | ||||
Primo Ministro | Atay Bashirovich Aliyev | ||||
Inno | — |
Il Daghestan è una repubblica della Federazione Russa. È per area e per popolazione la più grande repubblica russa del Caucaso settentrionale, coi suoi 50.300 Kmq di superficie e i suoi due milioni e mezzo circa di abitanti (ripartiti fra i gruppi "Avaro-Ando-Dido", "Darghino-Lak" e "Samuro", i Turchi azeri, i raggruppamenti iranofoni essenzialmente rappresentati dai Tati, e gli "Ebrei delle montagne", ovvero Dāgh Čufut). Il Daghestan confina a ovest con la Georgia e, poco più a nord di questa, alla Cecenia, mentre a est il paese è bagnato dal Mar Caspio.
Il nome - usato non prima del XVI secolo - vuol dire "paese delle montagne" (dal turco dāgh, "montagne" e dal suffisso iranico stān che indica il luogo dove si vive, si "sta").
La sua lunga storia comincia ad essere nota con le scarse notizie fornite dal geografo greco Strabone che parlò di popolazioni che egli chiamò Degai o Ghelai. Certamente influenzato dalla cultura persiana sasanide, il Daghestan e alcuni suoi esponenti di spicco furono chiamati Tabarsaran-shah (signori del Tabarsaran), riferendosi all'area che giace a Ovest della città di Derbend.
Parzialmente cristianizzato intorno al V-VI secolo d.C. (gli Alani notoriamente erano cristiani), il Daghestan cadde nell'orbita arabo-musulmana in età omayyade ma una non trascurabile importanza ebbe anche il Giudaismo, espressa attraverso la cultura dei Khazari, costruttori di un impero che sarà travolto dai Russi solo nel X secolo d.C.
Tra il XIII e il XIV secolo i territori del Daghastan fecero parte della cosiddetta Orda d'Oro mongola. Fu sotto Tamerlano che il paese conobbe una più accentuata islamizzazione ma fu sotto gli Ottomani che l'intera area caspica fece stabilmente parte della cosiddetta dar al-Islam, articolandosi nelle tre entità feudali dello Shāmkhālat Qāzī Qūmūq, dell'Ūsmiyat di Qaytāk e del Ma‘suūmat del Tabarsarān.
L'area caspica fu contesa dai Russi agli Ottomani per lungo tempo, a partire dalla conquista russa di Astrakhan ma fu solo nel XIX secolo che i Russi riuscirono ad avere partita vinta. Pietro il Grande aveva inviato, già nel 1722 una spedizione armata che s'era impadronita di Derbend e due anni dopo, in un Trattato, gli Ottomani riconobbero alla Russia i possessi guadagnati.
Una parte del Daghestan (la meridionale) fu ceduta nel 1732 (e poi con un nuovo Trattato del 1735) dai Russi a Nadir Shah, creatore di un ricostituito impero persiano. Tra gli anni '70 e '80 di quello stesso secolo tuttavia la Russia agì con forza per riportare sotto il proprio controllo le aree del Daghestan. Nel 1796 Derbend fu di nuovo occupata sotto il regno di Caterina II ma una definitiva conquista fu possibile solo nel 1806 e la situazione fu sanzionata dai Persiani con la pace del Golestan (1813).
La Russia riuscì con difficoltà a mantenersi nel Daghestan anche nel corso del movimento popolar-religioso guidato dal musulmano Ghazi Muhammad (chiamato dai Russi "Qāzī Mulla"), sconfitto solo nel 1832. Suo figlio Hamza Beg e, dopo di lui, Shāmil proseguirono la rivolta e per un quarto di secolo le montagne del Daghestan furono pressoché precluse alle forze russe.
Dopo la resa di Shāmil al principe Baryatinski (1859) il Daghestan partecipò alle ostilità russo-ottomane del 1877, data dopo la quale non si ebbero ulteriori mutamenti fino al 1917. Una Repubblica Socialista Sovietica autonoma fu insediata nel 1920 e il Daghestan, dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica, ha mantenuto i suoi legami con la neo-nata Federazione Russa, venendo coinvolta nei fermenti "fondamentalistici islamici" che hanno trovato la loro principale base nella confinante Cecenia.