Crociata albigese
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Le Crociate |
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La crociata contro gli albigesi ebbe luogo tra il 1209 e il 1229 contro i gruppi di eretici originari dei Balcani ed insediatisi nella regione di Albi in Francia (regione da cui originò il nome albigesi). Fu indetta da papa Innocenzo III per estirpare l'eresia catara dai territori della Linguadoca.
La tradizione narra che il legato pontificio (Arnauld Amaury, abate di Citeaux), nel decidere chi delle persone rifugiate in una chiesa dovesse essere riconosciuto eretico e quindi bruciato sul rogo, ordinò di uccidere tutti indiscriminatamente, dicendo: "Dio riconoscerà i suoi".
In Italia nel 1277 il movimento fu decapitato. Furono catturati a Sirmione circa 170 fra Vescovi, preti e perfetti Catari che furono imprigionati e posti al rogo a Verona. L'azione fu fatta dagli Scaligeri in concerto con Corradino di Svevia. I Veronesi, ghibellini, assediarono e catturarono i Catari, anche loro ghibellini, al fine di far ritirare la scomunica del 1267 da parte del papa Clemente IV preoccupato dell'alleanza fra Scaligeri e Corradino. In un sol colpo scomunicò Scaligeri, Corradino di Svevia e tutti i cittadini veronesi.
La brutalità del genocidio non lasciò indifferenti i Templari (ufficialmente neutrali) i quali, nelle precettorie presenti sul territorio, offrirono rifugio a molti catari, difendendoli anche con le armi ed accogliendone molti tra le loro fila.