Cesare Bartolena
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Cesare Bartolena ( Livorno 1830-1903) Di famiglia umile, si dedicò sin da giovane alla pittura, sotto la direzione del maestro Pollastrini. Frequentò poi il caffè Michelangelo di Firenze, ritrovo abituale dei macchiaioli, ma non aderì mai a tale movimento. La sua pittura, tuttavia, risentì di quegli influssi, affrancandosi lentamente dal manierismo accademico entro cui era confinata. Cesare Bartolena seppe conferire alle sue figure la perfezione tipica dell’immagine fotografica, che ricorda vagamente alcune soluzioni iperrealistiche moderne. Ciò si deve soprattutto al suo interesse verso la fotografia che lo spinse anche ad aprire uno studio professionale. Nell’ultima fase della sua vita fu ospite della famiglia patrizia livornese, dei conti Della Vinca. Morì povero, come molti artisti. Cesare Bartolena è un artista raro sul mercato dell’arte, anche in considerazione del fatto che dipinse molte opere su commissione. Per la maggior parte si tratta di produzioni accademiche che giacciono in chiese e nel museo civico “Giovanni Fattori”, come i dipinti “S. Raffaele arcangelo” e la “Madonna della consolazione” (Chiesa del Soccorso), “Ritratto del vescovo Gavi” e “Partenza dei volontari dal Calambrone” (Museo Villa Mimbelli). Fu ritrattista anche della reale casa di Savoia, ma è apprezzato soprattutto per i dipinti in cui raffigura scene militari, che non sono poi così distanti, nella resa pittorica, da quelli più celebrati di Fattori e Palizzi. Rimane ancora un pittore sotto quotato rispetto al suo effettivo valore.