Carlo Fea
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Carlo Fea (Pigna, 2 febbraio 1753 - Roma, 18 marzo 1836) fu un archeologo italiano.
Si laureò in legge alla Sapienza, ma ben presto cominciò ad essere sempre più affascinato dall'archeologia: allo scopo di ottenere migliori opportunità per le sue ricerche, prese gli ordini sacri nel 1798.
A Roma, sull'Esquilino, nel 1781 Fea scoprì la statua del Discobolo, copia romana della celeberrima statua bronzea di Mirone, perduta. Curò l'edizione e il commento della traduzione italiana della Geschichte der Kunst di Johann Joachim Winckelmann, e di alcuni lavori postumi dell'erudito e antiquario Giovanni Lodovico Bianconi (Descrizione dei circhi, particolarmente di quello di Caracalla e dei giochi in esso celebrati, 1789). Tra le sue opere originali, Miscellanea filologica, critica, e antiquaria e Descrizione di Roma.
Per motivi politici dovette rifugiarsi a Firenze: di ritorno a Roma nel 1799, fu imprigionato con l'accusa di giacobinismo dall'esercito dei Borbone di Napoli, che aveva occupato Roma mettendo fine alla Repubblica. Sotto il dominio napoleonico venne subito liberato e nominato Commissario delle Antichità e bibliotecario presso il principe Prince Chigi. Si occupò di razionalizzare la legislazione sul commercio in antichità e sugli scavi archeologici, e intraprese opere di scavo al Pantheon e al Foro Romano.