Capitalismo di stato
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Il capitalismo di Stato è un sistema politico in cui tutti i mezzi di produzione sono stati nazionalizzati e appartengono allo Stato. L'espressione è stata coniata nell'ambito della critica di sinistra all'Unione Sovietica per descriverne il sistema economico. Fondamentalmente, era un modo per criticare la mancata gestione dell'economia da parte delle masse produttive e mettere in dubbio, alla fine, che fosse realmente un'ecomomia socialista. L'espressione è stata usata da Amadeo Bordiga, Onorato Damen e Arrigo Cervetto
In un sistema del genere è stata abolita la proprietà privata e la borghesia è spogliata del suo potere, ma si è riprodotto il capitalismo con la sola differenza che ora esiste un solo e unico capitalista che è lo Stato. Si pone l'accento sul fatto che non vi è una reale partecipazione e condivisione del potere da parte della classe operaia in uno stato del genere, ma bensì lo Stato si è semplicemente sostituito in toto ai capitalisti privati riproducendo i meccanismi di sfruttamento dell'uomo sull'uomo tipici del capitalismo borghese. In pratica secondo questa definizione, con il capitalismo di stato è cambiato solamente il soggetto che opera lo sfruttamento della classe operaia tramite l'appropriazione del plusvalore: ora è lo Stato che possiede tutti i mezzi di produzione e si appropria del plusvalore perpetrando lo sfruttamento della classe operaia.
[modifica] Collegamenti esterni
- La proprietà di classe Bruno Rizzi, 1939