Bringing It All Back Home
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| Bringing it all back Home | ||
|---|---|---|
| Artista | Bob Dylan | |
| Tipo album | Studio | |
| Pubblicazione | 22 marzo 1965 | |
| Durata | 47 min: 14 sec | |
| Dischi | 1 | |
| Tracce | 11 | |
| Genere | Rock-Folk | |
| Etichetta | Columbia Records | |
| Produttore | Tom Wilson | |
| Registrazione | 15 gennaio 1965, Columbia Studios, New York, Stati Uniti | |
| Bob Dylan - cronologia | ||
|---|---|---|
| Album precedente Another Side of Bob Dylan (1964) |
Album successivo Highway 61 Revisited (1965) |
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| Si invita a seguire lo schema del Progetto Musica | ||
[modifica] Il disco
Bringing It All Back Home è il 5° album della produzione dylaniana, il primo di una ipotetica trilogia ”rock” insieme a Highway 61 Revisited e Blonde On Blonde. L'inizio della seconda fase di ispirazione, che era già iniziata con il bellissimo ma contraddittorio Another Side of Bob Dylan.
Il rock diventa ufficialmente la nuova base per le poesie musicali del ragazzo di Duluth, non senza poche critiche. Da citare il celebre Newport Folk Festival del 25 luglio del 1965, nel quale l'attesissimo Dylan si presentò sul palco con la Paul Butterfield Blues Band e imbracciando una chitarra elettrica, intento ad eseguire i suoi ultimi successi rock. I puristi del folk si sentirono traditi da questo nuovo sound dylaniano e lo fischiarono da subito costringendolo ad abbandonare il palco dopo nemmeno quindici minuti di esibizione. Convinto dagli organizzatori, tornò sul palco dopo qualche tumultuoso minuto con una chitarra acustica e la sua inconfondibile armonica, per suonare "Mr.Tambourine Man" in un clima assolutamente irreale.
Questo storico avvenimento segnò la definitiva spaccatura tra il "menestrello di Duluth" e il folk.
E nel suo Bringing It All Back Home (che letteralmente significa "Riportando tutto a casa") riporta tutto il suo talento e le sue idee a casa, plasmando un album che rimarrà nella storia del rock.
