Boeing P-26
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| Boeing P-26 | |
|---|---|
 Il Boeing P-26 in volo |
|
| Descrizione | |
| Ruolo | caccia |
| Equipaggio | 1 |
| Primo volo | marzo 1932 |
| Entrata in servizio | 1934 |
| Costruttore | Boeing |
| Esemplari costruiti | 193 |
| Dimensioni | |
| Lunghezza | 7,19 m |
| Apertura alare | 8,52 m |
| Altezza | 3,06 m |
| Superficie alare | 14,00 m² |
| Pesi | |
| A vuoto | 1.030 kg |
| Massimo al decollo | 1.520 kg |
| Propulsione | |
| Motore | Motore radiale 9 cilindri Pratt&Witney R-1340 |
| Potenza | 600 CV |
| Prestazioni | |
| Velocità massima | 364-370 km/h ca. |
| Autonomia | 917 km |
| Tangenza | 8.350 m |
| Armamento | |
| Mitragliatrici | 2x Mitragliatrice Browning
cal. 7,7 |
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| Progetto:Aviazione | |
Il Boeing P-26 è un aereo da caccia importante per la storia aeronautica statunitense perché è stato il suo primo intercettore monoplano. La macchina inoltre era prodotta dalla Boeing, altra decisa particolarità dal momento che l'esperienza in costruzioni avanzate della ditta in questione non era stata prima usata per un caccia monomotore né lo sarebbe stata dopo.
Il velivolo partecipava come modello 248 alla proposta Boeing per un nuovo caccia USAAC, basato su di un modello di aereo postale del 1929. Il prototipo volò nel 1932 e l'USAAC lo testò per capire se potesse validamente ricoprire il ruolo di caccia intercettore di nuova generazione. Ai piloti non piacque la tendenza dell'aereo a cappottare ed in generale ad atterrare ad eccessiva velocità. Un poggiatesta con struttura anticappottamento, simile a quello delle macchine da Formula 1 moderne, venne aggiunto subito dopo un incidente mortale; i flaps per diminuire la velocità all'atterraggio vennero invece aggiunti nel 1936.
[modifica] Tecnica
Il velivolo era a struttura monoplana ma non a sbalzo: i numerosi montanti erano negativi nel ridurre i vantaggi di tale formula, ma non c’era modo di assicurare la necessaria robustezza senza raggiungere pesi eccessivi della struttura alare. Il velivolo aveva anche un'altra innovazione: la fusoliera metallica con struttura a monoguscio, ovvero con il rivestimento metallico che assicurava parte della rigidità richiesta per la fusoliera, una soluzione all'epoca largamente innovativa. Per il resto non esistevano particolari innovazioni: era dotato di un robusto motore radiale R-1340, 2 mitragliatrici Browning (o 2 di piccolo calibro o 1 leggera e 1 pesante), predisposizione per bombe da esercitazione o due da 45 chili, una radio aggiunta successivamente con la sua lunga antenna, e un mirino “a cerbottana”. Il carrello era fisso ma molto carenato nei suoi tre elementi per ridurre la resistenza: anche in questo modo, le prestazioni erano modeste. Il velivolo era se non altro leggero, con una superficie alare abbastanza ampia. Il peso della macchina appariva molto concentrato attorno alla parte centrale della fusoliera e la disposizione delle masse aiutava ad avere una manovra agile e rapida nel rispondere ai comandi che questo tozzo apparecchio, nonostante l’apparenza sgraziata e goffa, offriva ai suoi piloti, che comunque non risultarono mai tranquillizzati dalle sue doti di atterraggio.
[modifica] Servizio
Totalmente superato allo scoppio della seconda guerra mondiale, aveva una velocità leggermente inferiore a quella di biplani coetanei e non brillava in efficacia combattiva. Questo apparecchio non era presente nemmeno in grandi numeri: 136 nella versione A, i migliorati B erano 25 con motori ad iniezione, infine gli ultimi erano 23 C con varie altre modifiche. Undici vennero chiamati Model 281; vennero forniti alla Cina ed entrarono in azione nel 1937, ottenendo un buon numero di abbattimenti contro i bombardieri nipponici senza scorta ma subendo poi perdite consistenti dai caccia nemici.
Al tempo di Pearl Harbor il velivolo era ormai relegato in reparti secondari e può anzi stupire che queste macchine erano ancora in uso. Probabilmente col tempo i piloti riuscirono ad apprezzarne le doti. Oltre ai velivoli cinesi, altri Boeing vennero usati in guerra: i P-26 erano nelle Filippine e combatterono con piloti di questo paese organizzati nel 6th Pursuit Squadron, dichiarando 7 abbattimenti (non tutti confermabili) e perdendo almeno 4 dei loro. Si fecero comunque valere, specie considerando che erano di 160 km/h più lenti delle macchine nemiche. Dopo questo impiego disperato, tra il 10 e il 24 dicembre 1941 gli aerei superstiti vennero dati alle fiamme per impedirne la cattura a causa l'invasione giapponese ormai in atto.
