Beatrice di Tenda
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Beatrice di Tenda | |
Lingua originale: | italiano |
Genere: | Opera seria |
Musica: | Vincenzo Bellini |
Libretto: | Felice Romani (Libretto online) |
Fonti letterarie: | Carlo Tedaldi-Fores Beatrice Tenda (1825) |
Atti: | due |
Epoca di composizione: | gennaio - marzo 1833 |
Prima rappresentazione: | 16 marzo 1833 |
Teatro: | Teatro La Fenice, Venezia |
Personaggi:
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Autografo: | Conservatorio di musica S. Cecilia, Roma |
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Beatrice di Tenda è un melodramma in due atti con musica di Vincenzo Bellini, su libretto di Felice Romani.
Indice |
[modifica] Genesi
La penultima opera di Bellini ebbe una genesi travagliata. Composta in fretta, tra il gennaio e il marzo del 1833, risentì anche del ritardo con cui Romani consegnò la seconda parte del libretto. Il musicista catanese fu costretto a completare l'opera ricorrendo a motivi tratti da lavori precedenti (Bianca e Fernando e Zaira), rinunciando a completare il duetto tra Beatrice e Agnese, già abbozzato. Bellini attribuì al librettista la causa dell'insuccesso e ruppe temporaneamente i rapporti col suo poeta. Beatrice di Tenda è infatti l'ultima opera realizzata in comune dai due artisti. Dopo I puritani, su versi di Carlo Pepoli, Bellini riprese i contatti con Romani, ma il progetto di una nuova collaborazione fu vanificato dalla prematura morte del compositore.
[modifica] Caratteri generali
Beatrice di Tenda è l'unico dramma storico del catalogo belliniano. Con esso probabilmente Bellini tentò di cimentarsi con il rivale Donizetti, nel genere che ne aveva decretato il successo con Anna Bolena e Maria Stuarda. Ma gli intrighi di corte non lo ispirarono particolarmente, ed il compositore che era stato capace di dare perfetta forma musicale al sublime di Norma, appare a disagio nel ritrarre la figura losca del Duca Filippo.
Ciò nonostante, l'opera contiene pagine interessanti, che denotano l'inizio di quella ricerca che due anni più tardi lo porterà a ripensare le forme convenzionali dell'opera italiana nei Puritani. Particolarmente riusciti sono i due grandi ensemble, alla fine del primo atto e a metà del secondo, in cui la forma canonica appare dilatata a dismisura, abbinata ad un dinamismo drammaturgico che preannuncia il teatro verdiano. Anticipazioni dello stile di Verdi (almeno fino alle opere della trilogia popolare) sono state sottolineate anche da Vittorio Gui (vedi oltre).
La figura di Beatrice di Tenda appartiene alla schiera delle eroine romantiche che, per motivi sentimentali o politici, scontano un'ingiusta pena. La sua purezza d'animo è esaltata dal perdono finale e la sua tragica vicenda non sfocia nella follia bensì nella consapevolezza ed accettazione del proprio destino.
[modifica] Fortuna
Beatrice di Tenda debuttò al Teatro la Fenice di Venezia il 16 marzo 1833 con scarso successo. Interprete protagonista fu in quell'occasione Giuditta Pasta.
Negli anni successivi l'opera riuscì ad affermarsi, entrando nel repertorio dei teatri italiani, ma in seguito, col mutare dei gusti del pubblico, le sue rappresentazioni si fecero sempre più sporadiche. Nella prima parte del Novecento Beatrice di Tenda è un'opera quasi dimenticata (si ricorda un'allestimento a Catania nel 1935 con Giannina Arangi-Lombardi nel ruolo della protagonista). Cominciò ad essere ripresa con una certa regolarità a partire dagli anni '60.
La prima rappresentazione nel dopo guerra ebbe luogo alla Scala di Milano nel 1961, con Joan Sutherland. Nel 1964 Vittorio Gui diresse una storica ripresa alla Fenice di Venezia, con Leyla Gencer nel ruolo di protagonista; per l'occasione, il direttore d'orchestra tentò di completare il duetto tra Beatrice e Agnese, sulla scorta dell'abbozzo belliniano, e sostituì l'aria finale con un coro il cui motivo fu ripreso dal precedente terzetto Angiol di pace all'anima.
In seguito, la partitura originale fu ripristinata e in questa forma l'opera si esegue correntemente.
[modifica] Trama
L'azione ha luogo nel 1418 al castello di Binasco.
Filippo Maria Visconti, duca di Milano, è insofferente alla presenza della consorte, Beatrice de' Lascari nonché contessa di Tenda, già vedova di Facino Cane. Beatrice ha portato in dote a Filippo molte terre, permettendogli di rafforzare il ducato, ma proprio queste terre sono diventate motivo di discordia tra i coniugi. Beatrice è infatti sensibile ai destini dei suoi sudditi, che Filippo (descritto dal librettista come “giovane, dissoluto, simulatore, ambizioso, e mal sofferente dei ricevuti benefizii”) tratta invece con estrema durezza.
Agnese del Maino, amante di Filippo e innamorata di Orombello, signore di Ventimiglia, quando scopre che quest’ultimo è segretamente innamorato di Beatrice, decide di vendicarsi mettendo Filippo al corrente del presunto tradimento di Beatrice con Orombello.
Questi dal canto suo, dopo aver adunato gli uomini devoti a Facino Cane per una riscossa contro l'ostile Filippo, si reca dall'afflitta Beatrice per dichiararle apertamente i propri progetti e il proprio amore. Agnese e Filippo irrompono in scena e vedendo Orombello inginocchiato ai piedi di Beatrice, interpretano il gesto come prova certa del tradimento e del complotto della duchessa.
Durante il processo, Orombello ritratta le false accuse che Filippo gli ha estorto attraverso la tortura, proclamando l'innocenza di Beatrice. Filippo, Agnese e i Giudici smarriscono le loro certezze e, all'atto di firmare la sentenza, il duca di Milano esita, preda di sensi di colpa. Quando però apprende che la fazione devota a Facino Cane è armata e chiede di Beatrice, egli firma risolutamente la sentenza di morte.
Beatrice, che continua a negare ogni colpa anche sotto tortura, accetta umilmente la propria ingiusta sorte perdonando l'invidiosa Agnese, mentre Orombello perdona i suoi nemici politici. Quindi la duchessa si incammina verso il patibolo, sostenuta dalla commossa partecipazione del popolo.
[modifica] Brani scelti
- Ah! non pensar che pieno, romanza di Agnese (atto I)
- Qui di ribelli sudditi, duetto tra Filippo e Beatrice (atto I)
- Ah, se m'amasti un giorno, arioso di Beatrice (atto I)
- Al tuo fallo ammenda festi, concertato (atto II)
- Angiol di pace all'anima, terzetto tra Orombello, Beatrice e Agnese (atto II)
- Ah! se un'urna è a me concessa, aria di Beatrice (atto II)
[modifica] Aneddoti
Sul letto di morte, Chopin si fece cantare l'aria Ah! se un'urna è a me concessa.
[modifica] Incisioni discografiche
- 21 febbraio 1961 - Nicola Rescigno, Orchestra e coro dell'American Opera Society, Joan Sutherland (Beatrice), Enzo Sordello (Filippo), Marilyn Horne (Agnese), Richard Cassily (Orombello) - Bella Voce.
- 10 maggio 1961 - Antonino Votto, Orchestra e coro del Teatro alla Scala, Joan Sutherland (Beatrice), Dino Dondi (Filippo), Raina Kabaivanska (Agnese), Giuseppe Campora (Orombello) - Arkadia, Claque - dal vivo.
- 10 gennaio 1964 - Vittorio Gui, Orchestra e coro del Teatro La Fenice, Leyla Gencer (Beatrice), Mario Zanasi (Filippo), Antigone Sgourda (Agnese), Juan Oncina (Orombello) - Nuova Era - dal vivo (versione modificata da Vittorio Gui).
- 1966 - Richard Bonynge, London Symphony Orchestra, Joan Sutherland (Beatrice), Cornelius Opthof (Filippo), Josephine Veasey (Agnese), Luciano Pavarotti (Orombello) - Decca.
- 1973 - Franco Mannino, Orchestra e coro della RAi di Torino, Angeles Gulin (Beatrice), Renato Bruson (Filippo), Elena Zilio (Agnese), José Carreras (Orombello) - Bongiovanni.
- 1976 - Maurizio Arena, Orchestra e coro del Teatro Comunale di Bologna, Mirella Freni (Beatrice), Claudio Desderi (Filippo), Carmen Gonzales (Agnese), Renzo Casellato (Orombello) - Legato.
- 1986 - Alberto Zedda, Orchestra di Montecarlo, Prague Philarmonic Chorus, Mariana Nicolesco (Beatrice), Piero Cappuccilli (Filippo), Stefania Toczyska (Agnese), Vincenzo La Scola (Orombello).
- 1992 - Pinchas Steinberg, O.R.F. Sinfonie Orchester, Prague Philarmonic Chorus, Edita Gruberova (Beatrice), Igor Morosow (Filippo), Vesselina Kasarova (Agnese), Don Bernardini (Orombello) - Nightingale.
[modifica] DVD
- 2001 - Marcello Viotti, Orchestra e coro dell'Opera di Zurigo, regia di Daniel Schmid, Edita Gruberova (Beatrice), Michael Volle (Filippo), Stefania Kaluza (Agnese), Raùl Hernández (Orombello) - TDK.
[modifica] Bibliografia
- Bellini - Tutti i libretti d'opera - a cura di Piero Mioli, 1997.
- Guide de l'opéra, Fayard, 1986.
Opere di Vincenzo Bellini Adelson e Salvini (1825) | Bianca e Fernando (1826) | Il pirata (1827) | La straniera (1829) |