Antichità giudaiche
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Alla fine del primo secolo Giuseppe Flavio scrive le "antichità giudaiche", testo che è considerato sostanzialmente attendibile dagli studiosi.
Questo testo oggi viene ricordato il più delle volte perchè all'interno di quest'opera, ed esattamente nel 18° libro, cap.63-64, troviamo un riferimento a Gesù: uomo sapiente, operatore di miracoli, maestro di verità; il Cristo. Ucciso da Pilato, resuscitò dai morti e apparve ai suoi discepoli.
Questa parte del testo molto probabilmente è corrotta, e non conforme all'originale scitta da Flavio Giuseppe. Probabilmente è stata ritoccata da fedeli cristiani. Ma chi erano questi fedeli cristiani?
Fatta eccezione per una quantità relativamente contenuta di codici su pergamena e frammenti di papiro, la maggior parte della produzione letteraria anche di autori pagani sarebbe andata completamente perduta con le invasioni barbariche, nell'alto medioevo, se non fosse stato per la "certosina" pazienza dei monaci amanuensi, che le ricopiarono - per quanto fu in loro potere - e le custodirono nei loro conventi.
Ovviamente questi monaci erano dei fedeli e convinti cristiani, cosicchè qualcuno di loro, in un eccesso di zelo, ritenne opportuno ritoccare il "testimonium flavianum", per fargli dire qualcosa di maggiormente aderente alla fede. Così andò perduto il testo originale.
Tuttavia nel 1971 il professor Shlomo Pines, dell'università ebraica di Gerusalemme, trovò in un'opera araba del X secolo la versione originale del Testimonium; versione proveniente da ambienti non cristiani, e quindi non interessati ad "abbellire" il testo. In questa versione suona così:
"A quell'epoca viveva un saggio di nome Gesù. La sua condotta era buona, ed era stimato per la sua virtù. Numerosi furon quelli che, tra i Giudei e le altre nazioni, divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò ad essere crocifisso e a morire. Ma coloro che erano divenuti suoi discepoli non smisero di seguire il suo insegnamento. Essi raccontarono che era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo. Forse era il Messia di cui i profeti hanno raccontato tante meraviglie." (Vittorio Messori, Ipotesi su Gesù, XV edizione, SEI, Torino 1977, pag.238-239)