Alex James
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Alexander Wilson James (14 settembre 1901 - 1 giugno 1953) è stato un calciatore scozzese, uno dei più grandi giocatori che hanno vestito la maglia dell'Arsenal.
I pochi filmati, le scarse immagini, gli sbiaditi racconti e un tempo remoto ne hanno offuscato il ricordo, e fatto passare la sua presenza nella storia di questo sport come praticamente sconosciuta. Eppure, se fosse possibile una graduatoria all-time dei più grandi giocatori britannici di ogni tempo, lo scozzese Alex James occuperebbe una delle primissime posizioni, se non la prima in assoluto. Perché il "mago di Wembley" come venne soprannominato dopo aver guidato la Scozia ad una clamorosa affermazione per 5-1 contro l'Inghilterra a Londra nel 1928, ha contribuito in maniera preponderante a cambiare, innovare e modernizzare il calcio.
Il solo limite di James fu rappresentato dalla bassa media realizzativa: ma non perché non sapesse segnare (in una partita di campionato, mise a segno tre reti solo per dimostrare al figlio presente in tribuna che non aveva smarrito il vizio del gol), quanto perché il lavoro che il tecnico Herbert Chapman gli chiedeva consisteva nell’organizzare il gioco partendo dalla difesa, e dunque non gli permetteva di essere presente anche in fase d’attacco. Un modo di giocare rivoluzionario per una mezzala, il cui compito a quel tempo era quello di dedicarsi unicamente a dirigere il fronte offensivo e concludere. Nessun interno al Mondo, nemmeno se si chiamava Meazza o Scarone, il top del ruolo, si sarebbe mai sognato di orchestrare l’intera squadra a tutto campo, partendo davanti alla difesa, come faceva James.
L’importanza storica di James non fu così totalmente compresa dai contemporanei, se è vero che anche il grande allenatore austriaco Hugo Meisl che pure ne rimase estasiato, non riuscì che a definirlo "versatile e proteiforme", un commento di molto riduttivo. Ci sarebbero voluti più di dieci anni per assistere ad un giocatore capace di replicare i compiti di James, e andare anche oltre, cioè risultare il più devastante stoccatore in zona gol: il torinista Valentino Mazzola.
James in ogni caso anticipa tutte le altre componenti del calciatore totale, la capacità di sapersi muovere a tutto campo, contrastando efficacemente in fase di ripiegamento, organizzando e raffinando l’intera manovra collettiva, impugnando la bacchetta del comando con un carisma e un’autorità superiori. I critici dell’epoca dicevano che vedesse il gioco "con due mosse di anticipo su tutti gli altri", un elogio che mostra quanto il campione di Highbury fosse avanti rispetto al suo tempo, un’affermazione che vent’anni dopo sarebbe stata usata per descrivere un altro straordinario fuoriclasse, l’uruguaiano Juan Alberto Schiaffino. In origine dirompente cannoniere nel Raith Rovers e nel Preston North End, arrivò all’Arsenal nel 1929, squadra che era reduce da annate tormentate e che cercava il rilancio sotto la guida dell’emergente Herbert Chapman. All’epoca era in voga la disposizione metodista, con i due terzini a presidare l’area di rigore, il centromediano davanti a loro con il compito di marcare il centravanti avversario e rilanciare la manovra, e i due mediani larghi per curare le ali. La regola del fuorigioco aveva da poco mutato forma e reso molto più vulnerabili le difese: per essere in gioco all’attaccante era sufficiente avere tra sé e la porta avversaria, al momento di ricevere palla, non più tre uomini ma soltanto due (portiere compreso). Chapman, dopo un umiliante 0-7 subìto dal Newcastle nel 1925, aveva deciso di cambiare il modulo tattico: prese da parte il centromediano Buchan, suo uomo di fiducia, e gli spiegò che d’ora in avanti avrebbe giocato sulla linea dei terzini, con compiti esclusivamente di marcatura. I terzini poi avrebbero dovuto allargarsi e prendere in consegna le ali avversarie. Mentre i mediani, portati in centro, avrebbero tenuto a bada le mezzali avversarie: era la nascita del Chapman System, o modulo a WM, che si contrapponeva al [[Metodo (WW), e che sanciva di fatto la nascita del centrocampo, con il famoso quadrilatero (i due mediani più i due interni) in mezzo. La grande forza economica dell’Arsenal permise a Chapman di perfezionare la sua creatura, stagione dopo stagione, arpionando i migliori pezzi sul mercato, dalla fortissima coppia di terzini della nazionale inglese Male-Hapgood, all’ala sinistra Cliff Bastin, spauracchio di tutti i difensori del Mondo nelle amichevoli tra l’Inghilterra e le altre nazionali del pianeta, e del quale Hugo Meisl, tecnico del Wunderteam austriaco un giorno disse: "Avessi avuto Bastin, avrei vinto il Mondiale del 1934 in Italia". Ma il colpo più prestigioso per la riuscita dell’opera fu appunto Alex James, sedotto da un contratto principesco (9000 sterline di ingaggio). La FA Cup del 1930 anticipò un ciclo di successi favoloso, con quattro titoli inglesi in cinque anni (31-33-34-35) nonostante la morte prematura di Chapman, a cui fecero seguito un’altra FA Cup nel 36 e un nuovo titolo inglese nel 38, quando però [[James aveva già lasciato Highbury (successe nel 1936). Quell’Arsenal ha cambiato il calcio, aprendo le porte per i moderni sviluppi, dal contropiede ad un gioco che sapesse mescolare la componente tecnica con la parte atletico-dinamica. Di tutto questo, Alex James è stato la mente, la compiuta prolunga sul rettangolo verde delle idee innovative di Chapman. Willy Meisl, apprezzato storico di calcio di lui scrisse nel 1959: "Il perno dell’Arsenal era Alex James. Il principio base era questo: la difesa doveva essere abbastanza forte da poter resistere alla più forte pressione possibile. Per questo scopo quello che una volta era l’aggressivo, glorioso centromediano fu cambiato in un ulteriore terzino: da “sesto attaccante”, come era considerato una volta, diventava lo “stopper”, cioè a dire il giocatore che aveva più di ogni altro il compito difensivo. I due mediani erano pure preminentemente impiegati nella difesa e Alex James ebbe assegnata al posto del retrocesso centromediano la funzione di collegamento tra la difesa e l’attacco. Una volta di più c’è da ammirare il genio di Chapman. Quando egli scoprì Alex James, questi era la “testa di lancia” del Preston, cioè il cannoniere più valoroso della squadra. Chapman lo plasmò, ne fece un leader dietro la linea d’attacco. Quando James riusciva durante la stagione a segnare un gol era un evento sensazionale, ma quanti gol segnati dagli altri erano stati preparati da lui? Di Stefano nel Real Madrid fu la moderna versione di Alex James, soltanto che egli rimase anche un realizzatore di reti, oltre che costruttore di gol per gli altri". Ancora Meisl: "Funzionando come ala sinistra, Bastin segnò 32 reti in una sola stagione. Molti gol erano stati preparati da James, ma fino ad allora la norma era stata quella che l’ala forniva alla mezzala molte più possibilità di segnare di quanto non facesse la mezzala nei confronti dell’ala. L’Arsenal era capace di stare in difesa per un solo secondo e con la precisione e la immediatezza di un lampo sferrava velocemente il contrattacco distruttivo". Ad azionare il quale, era sempre lui: James, il genio di Highbury.