Alemanni
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Gli Alemanni (anche conosciuti come Allemanni o Alamanni) erano originariamente un'alleanza di tribù germaniche, stanziate attorno alla parte superiore del fiume Meno, in una regione che oggi è posizionata nel sud-ovest della Germania. Una delle prime testimonianze dell'esistenza di questo insieme di popoli è il cognomen Alamannicus assunto dall'imperatore Caracalla (che regnò dal 211 al 217), che celebrò tramite esso la loro sconfitta per sua mano.
La natura dell'alleanza e le precedenti affilliazioini tribali rimangono misteriose agli storiografi. La loro alleanza era comunque di tipo aggressivo, essendosi susseguiti numerosi attacchi alle provincie della Germania Superior. Si ritiene abbiano assunto come modello del loro agire i Franchi, la prima alleanza di tribù germaniche, che aveva fermato la penetrazione romana sul basso Reno prima di invadere la provincia della Germania Inferior. Dal primo secolo dopo Cristo il Reno era diventato il confine naturale che separava la Gallia romana dalle regioni germaniche: tribù germaniche, celti e tribù miste di queste due componenti etniche si erano stabilite in queste zone. I Romani divisero questi territori in due distretti: Germania Superior e Germania Inferior, situate rispettivamente lungo l'alto e il basso Reno: la Germania Superior includeva le regioni che si trovavano tra l'alto corso del Reno e l'alto corso del Danubio, I romani chiamavano anche questa regione Agri Decumates, un espressione di incerta origine tradotta da alcuni storici come i "dieci cantoni": quello che volesse realmente significare è tuttavia tutt'ora oscuro. Il confine fortificato della Germania Superior con i territori non controllati dall'impero fu chiamato Limes Germanicus. Le bande di Alemanni superarono frequentemente questo confine, penetrando la Germania Superior e gli Agri Decumates e occupando l'Alsazia, la Svizzera settentrionale e parti della Baviera e dell'Austria, regioni precedentemente occupate da tribù celtiche che erano sottomesse alla giurisdizione romana. Furono popolazioni sempre ostiche al potere imperiale tanto che la fama di Tito Ilio Proculo, usurpatore del trono imperiale nel 280 d.C., derivò dai suoi successi contro queste tribù. Gli stati germanici formatasi da questa confederazione ricevettero durante il lento processo di disgregazione dell'impero romano il nome di Alemannia. Questa regione, dopo la caduta di Roma verrà occupata dai Franchi.
La regione dell'Alemannia comprendeva un numero di distretti differenti, che riflettevano la loro diversa composizione etnica: la diocesi di Strasburgo, il territorio di Augsburg, la diocesi di Mainz e Basilea. Oggi i discendenti degli Alemanni sono divisi in parti di quattro differenti nazioni: Francia (Alsazia), Germania (Svevia e parte della Baviera), Svizzera e Austria, regioni caratterizzate da dialetti, derivati dal tedesco alemanno che ben si contraddistinguono dal tedesco parlato altrove e che ancora oggi riesce a indicare l'area che questo popolo riuscì a occupare nel corso dei secoli.
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[modifica] Linguaggio
Il tedesco parlato nei territori dove erano stanziati gli Alemanni è chiamato tedesco Alemanno ed è considerato un sottogruppo del linguaggio Alto tedesco, di cui le iscrizioni runiche alemanne sono considerate le più antiche testimonianze.
Questa derivazione della lingua tedesca infatti è stata originata nel quinto secolo in Alemannia e presso i longobardi: prima di allora le tribù Alemanne non parlavano questo tipo di dialetto ma uno solo leggermente differente da quello parlato dalle altre tribù germaniche oltre i confini romani.
[modifica] Origini
[modifica] Il nome
Come indicato dallo storico romano del terzo secolo Asinio Quadrato il loro nome significa "tutti gli uomini" e sta a indicare il loro eterogeneo conglomerato tribale: questo fu il nome utilizzato per descriverli da Edward Gibbon, nella sua opera "Decline and Fall of the Roman Empire", capitolo 10 e che si è consolidato nella storiografia nel corso dei secoli. Tuttavia, come ci è stato tramandato dal monaco dell'abbazia di San Gallo Walafrid Strabo, che scrisse nel nono secolo, le popolazioni del nord della Svizzera e delle regioni confinanti, che gli stranieri chiamavano Alemanni, chiamavano loro stessi Svevi o Suevi.
[modifica] Prima menzione
Il primo documento in cui gli Alemanni vennero menzionati fu la descrizione della campagna di Caracalla del 213, compilata dallo storico Dione Cassio: al tempo gli Alemanni occupavano il bacino del Meno a sud del territorio popolato dalla tribù dei Chatti.
Dione Cassio ritrae gli Alemanni come vittime del suo sanguinoso imperatore: secondo lo storico Caracalla, chiamato in aiuto dagli stessi Alemanni aprofittò della loro debolezza per colonizzare il loro territorio, cambiare il nome dei loro insediamenti e uccidere i loro guerrieri più valorosi. Quando l'imperatore cadde ammalato gli Alamanni rivendicarono di aver lanciato su di lui una maledizione: Caracalla si dice, contrastò questa influenza malvagia chiamando in aiuto gli spiriti dei suoi antenati. In risposta al loro maleficio l'imperatore scagliò loro contro la Legione II Traiana Fortis che li sconfisse e che fu per questo chiamata Germanica.
Vinti da Caracalla sul Meno (213) arrivarono ad attaccare insieme ai Goti l'Italia del nord nel 268, quando furono sconfitti sul lago Benacus (l'odierno lago di Garda). Sconfitti nuovamente da Probo (277) e successivamente dall'imperatore Giuliano presso l'odierna Strasburgo (357), si allearono con gli Unni nel 451 e furono con loro sconfitti nella battaglia dei Campi Catalaunici.
Nel III e IV secolo vi fu ancora una distinzione tra gli Alemanni e Svevi o Suebi, con la sconfitta di questi popoli da parte di Clodoveo I, una prima volta nel 476/477, e una seconda volta nel 506 con l'uccisione del rex Alamannorum. Da questo momento persero alcuni territori con le relative popolazioni che appunto andarono a formare il nucleo della Svevia. Pur non costituendo più, da questo momento, una entità politica, la loro importanza etnografica all'interno delle politiche dei Franchi e degli Ostrogoti rimase importante.
Dopo l'uccisione del loro re tentarono un alleanza con gli Ostrogoti. Si insediarono sotto la protezione dei goti parte nel nord Italia e parte nella regione tra il Lago di Costanza e il tratto alpino del Reno. Nel 537 il re Vitige cedette ai Franchi l'Alemannia gotica e da questo momento esse fece stabilmente parte del regno dei Franchi, occupando in seguito buona parte dell'altopiano svizzero e varie regioni dell'arco alpino.
Al VI secolo risale la loro conversione al cristianesimo, ad opera principalmente di San Colombano.