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Trasfigurazione di Gesù - Wikipedia

Trasfigurazione di Gesù

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La trasfigurazione di Gesù è un episodio della vita di Gesù Cristo descritto nei vangeli sinottici Matteo 17,1-8; Marco 9,2-8 e Luca 9,28-36. La trasfigurazione di Nostro Signore è la festa della tradizione cattolica in ricordo dell'episodio biblico.

Indice

[modifica] La Trasfigurazione di Gesù

[modifica] Il racconto evangelico

L'episodio della Trasfigurazione è narrato sia dal Vangelo di Matteo (17,1-8) che in quelli di Marco (9,2-8) e Luca (9,28-36). Secondo questi testi Gesù dopo essersi appartato con i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, cambiò aspetto mostrandosi ai tre discepoli con uno straordinario splendore della persona e una stupefacente bianchezza delle vesti. In questo contesto l'apparizione di Mosè ed Elia che conversano con Gesù e una voce da una nube che dichiara la figliolanza divina di Gesù. Lo splendore di Cristo richiama la sua trascendenza, la presenza di Mosè ed Elia simboleggia la legge e i profeti che hanno annunciato sia la venuta del Messia che la sua passione e glorificazione, la nube si riferisce a teofanie già documentate nell'Antico Testamento.

[modifica] Il monte della Trasfigurazione

Una tradizione attestata già nel IV secolo da Cirillo di Gerusalemme e da Girolamo, identifica il luogo dove sarebbe avvenuta la Trasfigurazione con il monte Tabor, in arabo Gebel et-Tur ("la montagna"). Un colle rotondeggiante ed isolato, alto circa 600 metri sul livello delle valli circostanti. E’ su questo colle che i bizantini costruiranno, poi, tre chiese di cui parla l’Anonimo Piacentino che le visiterà nel 570. Un secolo dopo Arculfo vi troverà un gran numero di monaci, e il Commemoratorium de Casis Dei (secolo IX) menzionerà il vescovado del Tabor con diciotto monaci al servizio di quattro chiese. Successivamente ci saranno i Benedettini che costruiranno anche un’abbazia, circondando gli edifici di una cinta fortificata. Distrutto tutto dal sultano Al-Malik (1211-12) per costruirvi una fortezza, i cristiani vi torneranno nuovamente, costruendovi un santuario. Anche questo sarà distrutto per ordine del sultano Baibars (1263), lasciando il monte desolatamente abbandonato per oltre quattro secoli. Solo nel 1631 i francescani potranno prendere il possesso del monte Tabor. Due secoli dopo, nel 1854, essi cominceranno a studiare le rovine del passato, iniziando nuove costruzioni che culmineranno con l’attuale Basilica a tre navate, su disegno ed esecuzione dell’architetto A. Barluzzi, che sarà inaugurata nel 1924.

[modifica] La Trasfigurazione e l'arte

Il soggetto della Trasfigurazione è presente nell'arte sia orientale che occidentale. Numerose sono le icone bizantine della Trasfigurazione. In Occidente basta ricordare la Trasfigurazione del Beato Angelico, di Raffaello, del Gherardini, del Perugino, del Bellini. Recente (2002) è il monumentale mosaico di Marko Rupnik realizzato a Milano nella chiesa dei Santi Giacomo e Giovanni.

[modifica] La festa della Trasfigurazione

La festa della Trasfigurazione secondo alcuni storici della liturgia ricorda la dedicazione delle basiliche del Monte Tabor. Era celebrata dalla Chiesa nestoriana già alla fine del V secolo ed è documentata nel VII secolo nella Siria occidentale. La fissazione della data della festa al 6 agosto dipende dal fatto che secondo una tradizione l'episodio della Trasfigurazione narrato dai Vangeli sarebbe avvenuto quaranta giorni prima della crocifissione di Gesù. In Oriente si celebrava già la festa dell'Esaltazione della Croce il 14 settembre, quindi di conseguenza fu stabilita la data della Trasfigurazione. In Occidente le prime testimonianze della festa risalgono alla metà del IX secolo (Napoli, paesi germanici, Spagna). Successivamente nel X secolo in Francia e nei secoli XI e XII anche a Roma nella Basilica Vaticana. Alla diffusione capillare della festa contribuì Pietro il Venerabile e Cluny. Papa Callisto III nel 1457 la inserì nel Calendario liturgico Romano come ringraziamento per la vittoria ottenuta sui Turchi a Belgrado il 6 agosto 1456 da János Hunyadi e Giovanni da Capestrano.

[modifica] Bibliografia

  • Martimort A.G., Introduzione alla liturgia, Brescia 1984

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