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Giovanni Giudici - Wikipedia

Giovanni Giudici

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Giovanni Giudici (Le Grazie, comune di Portovenere (SP) 26 giugno 1924) è un poeta italiano del Novecento aderente alla linea antinovecentesca.

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] 1924-1927

Nato da Gino Giudici, impiegato presso vari enti privati e Alberta Giuseppina Portunato, maestra elementare nella scuola dell'isola Palmaria e poi in quella delle Grazie, il poeta è il quartogenito e l'unico sopravissuto di cinque figli tutti morti poco dopo la nascita o al momento del parto.

A Le Grazie, dove il nonno paterno, discendente da una famiglia di piccoli possidenti di Casale Marittimo (Livorno), esercita la professione di farmacista, abitano anche i nonni materni, e Giovanni trascorre i primi anni dell'infanzia nel paese natio.

L'8 novembre 1927 muore la madre per una eclampsia da parto lasciando in Giovanni una "voragine di privazione" che anziché colmarsi si allargherà col trascorrere degli anni.


[modifica] 1928-1932

L'anno seguente, 1928, il padre si risposa con Clotilde Carpena dalla quale avrà cinque figli e nel 1929 si stabilisce a Cadimare dove Giovanni frequenta la seconda elementare presso un istituto di suore.

Nel 1930 il padre si trasferisce alla Spezia. Sarà questo un periodo difficile per Giovanni che risentirà della precaria posizione economica della famiglia e dei ricatti sentimentali ai quali viene sottoposto dall'ambiente paterno e dai parenti della madre che lo vorrebbero in affido.
Nel 1932 Giovanni ritorna alle Grazie dove frequenta per due trimestri la quarta elementare.


[modifica] 1933-1938

Nel 1933 il padre Gino , impiegatosi presso l'Istituto ISTAT e in seguito al Ministero della guerra, si trasferisce a Roma e, in attesa di un definitivo alloggio, colloca il figlio presso il Pontificio Collegio Pio X dove Giovanni rimane fino alla primavera del 1935 terminando la quinta elementare e la prima ginnasiale.
Durante l'estate però gli è concesso di trascorrere le vacanze alla Grazie presso le famiglie dei nonni e della zia materna Angela.

Nel 1935, quando la famiglia ottiene l'asssegnazione di un appartamento dell' Istituto Case Popolari, il padre gli fa lasciare il collegio ed egli prosegue gli studi presso l'Istituto Orazio Flacco a Montesacro.

La famiglia intanto si trova sempre in gravi difficoltà economiche e Giovanni riceverà in dono i libri scolastici da alcune sue insegnanti tra le quali Letizia Falcone che diventerà in seguito nota ispanista e traduttrice di Cervantes e di Teresa di Lisieux.
Continua in questo periodo i tentativi poetici, sempre in forma di sonetto, già intrapresi nei primi anni del ginnasio.

[modifica] 1939-1942

Nel 1939 si iscrive al liceo classico Giulio Cesare presso la sezione staccata di Montesacro e al termine della seconda liceo, con la media di otto decimi, può affrontare direttamente l'esame di maturità e per pagarsi le lezioni di matematica dà, a sua volta, lezioni di greco e latino.

Su insistenza del padre, nel 1941, si iscrive alla Facoltà di Medicina ma è attirato dalla Facoltà di Lettere dove si reca spesso ad ascoltare le lezioni.
Proprio alla fine del '41 risalgono i primi contatti con i militanti dell'antifascismo a Montesacro e in seguito, sempre più frequenti, quelli con i gruppi romani e del PCI.

Nella primavera del 1942 decide di cambiare il corso di studi e si iscrive alla Facoltà di Lettere dove frequenta i corsi di famosi maestri come Giulio Bettoni di Filologia romanza, Alfredo Schiaffini di Storia delle Lingue, Gino Funaioli di Letteratura latina, Natalino Sapegno di Letteratura italiana, Antonino Pagliaro di Glottologia, Giuseppe Cardinali di Storia romana, Pietro Paolo Trompeo di Lingua e letteratura francese, Gennaro Perrotta di Letteratura greca.
Si ampliano le sue conoscenze letterarie e le letture diventano più varie. Risale a questo periodo, come il poeta stesso ci racconta, le lettura di Rilke e di Campana, le lettura assidua della rivista Primato di Bottai e stringe amicizia con un suo compagno di studi, Ottiero Ottieri.


[modifica] 1943-1944

Risalgono al 1943 i suoi primi racconti e un gruppo di poesie che gli vengono però rifiutate. Legge una poesia di Sereni sul settimanale Tempo edito da Mondadori e, sempre sullo stesso settimanale qualche poesia di Ungaretti, Quasimodo, Penna, Gatto

[modifica] Altri progetti

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