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Stime delle vittime delle persecuzioni per stato - Wikipedia

Stime delle vittime delle persecuzioni per stato

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questa voce riporta le stime delle vittime delle principali dittature del mondo secondo quanto riportato da fonti storiografiche, organizzazioni internazionali e organi ufficiali dei vari Paesi. In generale, per vittime s'intendono persone uccise direttamente per volere (o su mandato) del regime, ma anche persone fatte morire per le condizioni estreme nei campi di lavoro forzato (es. Lager, Gulag, Laogai), per carestie indotte, non soccorse o provocate (es. Holodomor) o per agitazioni e guerre civili provocate come la Rivoluzione Culturale Cinese. È impossibile, dalle stime disponibili, distinguere le morti volute da quelle provocate, facendo capo ai concetti di dolo e di colpa.

Giudizi morali e concetti come la colpa o la volontà, non possono essere ridotti a classificazioni schematiche e ad elencazioni di cifre, inoltre, spesso sono presenti contemporaneamente diversi dipi di crimini o responsabilità, a fronte degli stessi conteggi. Nell' Olocausto, ad esempio, è ampiamente riconosciuta la volontà dello sterminio, tuttavia molte vittime dei Lager, forse la maggior parte, non furono giustiziate o uccise nelle camere a gas o in altro modo, ma furono fatte morire per sfinimento, malnutrizione e malattia, e per nessun motivo vanno differenziate dalle altre. Fra queste vittime è Anna Frank, che morì di tifo in un campo di lavoro. Durante la Rivoluzione Culturale Cinese, vi furono esecuzioni ufficiali, pestaggi mortali di carattere teppistico, uccisioni da parte dell'esercito (fase della guerra civile), ma anche moltissimi suicidi dovuti alle persecuzioni fisiche e psicologiche. Si ponga quindi attenzione all'influenza del fatto tecnico sul giudizio morale, ricavando quest'ultimo da informazioni più ampie.

Sono esclusi i morti militari o civili per guerre fra stati.

I dati in questa voce, nella maggior parte dei casi, non possono essere considerati "oggettivi" e "affidabili" in termini assoluti; sia perché in molti casi non esistono dati certi, sia perché i dati vanno interpretati in relazione alla fonte e all'interpretazione del termine "dittatura" che le varie fonti utilizzano.

In molti dei paesi menzionati in questa voce non sono presenti istituzioni che tengano registri numerici sull'entità della popolazione come l'anagrafe, oppure non vengono effettuati accurati censimenti, come p.es si facevano in Europa prima della seconda guerra mondiale, che sono serviti per stimare ad esempio le vittime dell'Olocausto e del Comunismo, e che vengono ancora contestate da storici revisionisti.

A causa delle difficoltà insite nella definizione stessa di genocidio e, di conseguenza, delle difficoltà di ascrivere le vittime delle persecuzioni a tale categoria, si è fatto spesso uso del termine democidio, appositamente introdotto da Rummel, che talvolta include anche vittime di guerra. Come già spiegato, si rimanda la comprensione dei fenomeni storici a trattazioni più ampie.

Indice

[modifica] Asia

[modifica] Birmania

  • (1962 - 1988): Ne Win
    • Rummel[1]: 107.000 vittime
    • Stime più alte: oltre 60.000 morti

[modifica] Cambogia

  • (1975 - 1979): Pol Pot
    • Padre Ponchaud: 2,3 milioni [1]
    • Libro nero del comunismo: 2 milioni
    • SIPRI: 2 milioni
    • Amnesty International: 1,4 milioni [2]
    • Dipartimento di Stato degli USA: 1,2 milioni [3]
    • Khieu Samphan: 1 milione [4]
    • Pol Pot: 800.000 [5]
    • Rummel: da 600.000 a 3 milioni [6]
    • Michael Vickery: 750.000 (di cui massimo 300.000 per esecuzione)

[modifica] Cina

  • (1926 - 1949): Chiang Kai-shek
    • Rummel: 10.214.000 per democidio.
    • Stime dell'attuale governo cinese: 3 milioni di esecuzioni
  • (1949 - 1976): Mao Zedong
    • Daniel Southerland: da 40 a 80 milioni
    • Jung Chang e Jon Halliday: 70 milioni (1 per la riforma agraria, 38 per la carestia del 1960, 27 per i laogai, 3 per la Rivoluzione Culturale)
    • Libro nero del comunismo: 65 milioni
    • Chen Yizi: da 43 a 46 milioni per la carestia del 1960
    • Rummel: 35 milioni (di cui circa 7,5 per il Grande balzo in avanti e 7,7 per la Rivoluzione culturale) [7]
    • Judith Banister: 30 milioni per la carestia del 1960
    • John King Fairbank: da 20 a 30 milioni per la carestia del 1960
    • Marie-Claire Bergère: 13 milioni da fonti cinesi e 16 - 28 milioni da fonti occidentali, per la carestia del 1960
    • Daniel Chirot:: da 830.000 a 3 milioni per riforme terriere; da 20 a 40 milioni per la carestia del 1960, da 1 a 20 milioni per la Rivoluzione Culturale.
    • Wang Weizhi: 19,5 milioni per la carestia del 1960
    • Stime degli oppositori: da 70 a 161 milioni di morti di cui da 30 a 50 per la carestia, da 15 a 30 per uccisioni e esecuzioni, da 20 a 53 nei laogai e da 5 a 20 nella Rivoluzione Culturale (Taiwan ha riferito di 37 milioni di giustiziati e 18,1 milioni morti nella Rivoluzione Culturale, ma questi dati sono da prendere come esagerati).

[modifica] Corea del Nord

  • (1948 - 2005)
    • Libro nero del comunismo: 2 milioni
    • Rummel: 1.663.000 per democidio, di cui 1.293.000 in Corea del Nord e 363.000 in Corea del Sud.

[modifica] Indonesia

  • (1965 - 1998): Suharto
    • WHPSI: 575.000 morti per violenza politica nel biennio 1965-1966
    • Stime ufficiali: 500.000 uccisi
    • Organizzazioni per la difesa dei diritti umani: da 1 a 2 milioni di esecuzioni

[modifica] Iran

  • (1953 - 1979): Mohammad Reza Pahlavi
    • Rummel: 16.000 per democidio (il libro è stato scritto nel 1987)
    • Organizzazioni per la difesa dei diritti umani:circa 5.000 morti

[modifica] Iraq

  • 1973-2003 Saddam Hussein
    • Human Rights Watch: 250.000 uccisi o scomparsi [8]
    • Governo USA: 300.000 giusitiziati o scomparsi.
    • Organizzaziono non governative: 500.000 uccisi o scomparsi
    • Politici iracheni: 1 milione o più.

[modifica] Laos

  • (1975 - 2005)
    • 3/12/1998 Polish Press Agency e Concilio per l'indipendenza e la democrazia dei dissidenti laotiani: 300.000 esecuzioni politiche.
    • Rummel: 43.000 per democidio.

[modifica] Mongolia

  • (1924 - 1991):
    • Kapionsky: 30.000-35.000 persone uccise dal 1921 al 1941.
    • Rummel: 100.000 per democidio.

[modifica] Taiwan

[modifica] Unione Sovietica

  • Stime complessive 1917-1991
    • Libro nero del comunismo: 20 milioni
  • Lenin: (1917-1922)
    • stime più basse: 30.000-50.000 giustiziati per controrivoluzione
    • Robert Conquest: 200.000 esecuzioni
    • stime più alte: 1.860.000 esecuzioni di cui 28 di vescovi, 1.200 di preti, 6.000 di professori e insegnanti, 8.000 di dottori, 54.000 di ufficiali, 260.000 di soldati, 103.000 di ufficiali di polizia, 48.000 di poliziotti, 12.800 di lavoratori civili, 350.000 di altri intellettuali, 192.000 di operai e 815.000 di contadini (riconosciute come stime esagerate)
    • Guinness World Record 2005: 939.755 soldati e oltre 8 milioni di civili per la guerra civile (segnalata come la guerra civile con più morti)
    • Alan Bullock: 13 milioni morti per la guerra civile e per la conseguente carestia
  • Stalin (1924-1953)
    • Deportazione dei kulaki: almeno 650.000 (260.000 morti tra il 1929 e il 1932, 390.000 tra il 1932 e il 1940).
    • Altre deportazioni: da 232.000 a 4 milioni
    • Carestia: da 2 a 10 milioni - vedi Holodomor ("infliggere la morte attraverso la fame")
    • Morti nei gulag: da 1,6 a 39 milioni (alcuni portano i morti a 70 milioni, ma tale cifra è stata smentita)
    • Esecuzioni: da 786.098 (cifra degli archivi sovietici) a 8 milioni
    • Stime totali (approssimative): da 8 a 60 milioni di morti.

[modifica] Vietnam

  • (1975 - 2005)
    • Libro nero del comunismo: 1 milione
    • Jacqueline Desbarats e Karl Jackson: 65.000 esecuzioni.
    • Orange Count Register: 165.000 morti nei campi
    • Encarta: 30.000-40.000 boat people morti
    • Rummel: 1.040.000 per democidio, di cui 100.000 giustiziati, 95.000 nei campi di rieducazione e 48.000 per i lavori forzati. Rummel dice di 460.000 cambogiani e 87.000 laotiani uccisi dal governo vietnamita. Infine afferma che 250.000 boat people sono morti a causa del governo del Vietnam.

[modifica] Vietnam del Nord

  • (1945 - 1975)
    • Clodfelter: da 15.000 esecuzioni 1954-1956.
    • Bernard Fall: 50.000 esecuzioni
    • Gilbert: 100.000 esecuzioni
    • Rummel: 415.000 per democidio, di cui 15.000 nel terrore antinazionalista, 250.000 nelle riforme delle terre, 100.000 nel terrore politico, 13.000 nelle rivolte, 24.000 nei campi di lavoro e 13.000 per altre cause. Inoltre dice che durante la guerra del Vietnam i vietnamiti del nord commissero 216.000 uccisioni, di cuo 166.000 nel Vietnam del Sud e 50.000 nel Vietnam del Nord.

[modifica] Vietnam del Sud

  • (1955 - 1975)
    • UAAR: 80.000 esecuzioni 1955-1960
    • Rummel: 39.000 per democidio in tempo di pace, 51.000 per democidio in tempo di guerra.

[modifica] Europa

[modifica] Albania

  • (1946 - 1985): Enver Hoxha
    • New York Times: 5.000 esecuzioni politiche.
    • WHPSI: 5.235 esecuzioni politiche 1948-1952.

[modifica] Austria

  • (1933 - 1934): Engbert Dolfuss
    • Eckhardt: 1.000 civili uccisi durante gli scioperi del 1934.
    • Stime più alte: 2.000 morti provocati da Dolfuss.

[modifica] Bulgaria

[modifica] Cecoslovacchia

  • (1948 - 1989)
    • 20/05/2000, Nuova Agenzia Ceca: 238 esecuzioni politiche.
    • Rummel: 65.000 per democidio.

[modifica] Germania

Per approfondire, vedi la voce Olocausto.
  • (1934 - 1945): Adolf Hitler
    • Maggioranza delle stime: tra 14.412.000 e 20.627.000 morti, di cui tra 5.100.000 e 6.000.000 di ebrei, tra 1.800.000 e 1.900.000 di polacchi non ebrei, tra 200.000 e 800.000 persone disabili, 100.000 comunisti, tra 10.000 e 25.000 omosessuali, 2.000 testimoni di Geova, tra 3.500.000 e 6.000.000 di civili slavi, tra 2.500.000 e 4.000.000 di prigionieri e tra 1 milione 1,5 milioni di oppositori politici.
    • Stime più alte: 25-30 milioni di morti

[modifica] Gran Bretagna

Durante la guerra anglo-boera, non meno di 26000 donne e bambini boeri morti nei campi di concentramento brittanici. Ad essi vanno aggiunte le vittime della popolazione nera che viveva nelle fattorie boere, che seguirono la sorte dei loro padroni nei campi di concentramento.

[modifica] Italia

[modifica] Jugoslavia

  • (1944 - 1980): Josip Broz, detto Tito
    • Mark mazower: 60.000 morti.
    • John Campe: 100.000 morti.
    • Noel Malcolm: 250.000 morti.
    • Rummel: 1.072.000 per democidio, di cui 500.000 nel 1944-45 e 572.000 nel 1945-80.

[modifica] Polonia

  • (1948 - 1989)
    • Tina Rosenburg: 30.000 uccisi.
    • Rummel: 22.000 per democidio.
    • Grzegorz Ekiert: 8.668 uccisi (1944-1948)

[modifica] Repubblica Democratica Tedesca

  • (1949 - 1989)
    • Rummel: 70.000 per democidio.
    • WHPSI: 6.192 esecuzioni politiche (1948-52).

[modifica] Romania

  • (1944 - 1989)
    • Ufficiale: 60.000 vittime (Da una sentenza di una corte rumena che trovò Ceausescu colpevole di genocidio, riportato dal Time dell'8 gennaio 1990)
    • Rummel: 435.000 per democidio.

[modifica] Spagna

  • (1939 - 1975): Francisco Franco
    • Stime ufficiali: 192.684 esecuzioni, 1939-44.
    • Stime degli oppositori: oltre 500.000 tra giustiziati e scomparsi.

[modifica] Ungheria

  • (1946 - 1989)
    • Rummel: 27.000 per democidio.

[modifica] America

[modifica] Guatemala

  • (1966 - 1974): Peralta Azuria e Julio Cèsar Menguez Montenegro
    • Commissione per la chiarificazione storica: 42.275 uccisioni.
    • Stime sulla guerra civile: 100.000 morti e 40.000 "scomparsi".

[modifica] Nicaragua

  • (1967 - 1979): Anastasio Somoza (nipote)
    • Stime ufficiali: 20,000 morti
    • Organizzazioni per la difesa dei diritti umani : 50,000 morti

[modifica] Haiti

[modifica] Cuba

  • 1959 - oggi: Fidel Castro
    • Giustiziati ufficialmente: 5.760.
    • Stime degli oppositori: 88.000, di cui 18.000 per esecuzioni, 3.000 per esecuzioni extragiudiziarie, 1.000 morti in prigione e 66.000 morti per aver tentato di fuggire da Cuba.

[modifica] Argentina

  • (1976 - 1983): Junta militar
    • CONADEP: 9.000 desaparecidos [9]
    • Dipartimento di Stato degli Stati Uniti: 10-15.000 tra morti e scomparsi [10]
    • Organizzazioni per la difesa dei diritti umani: 30.000 desaparecidos

[modifica] Cile

  • (1973 - 1990): Augusto Pinochet
    • Commissione Rettig e Rapporto Valech: 2.095 morti e 1.102 "scomparsi"
    • Altre stime: 30.000 morti (organizzazioni per la difesa dei diritti umani) - 80,000 morti (stime di oppositori)

[modifica] Paraguay

  • (1954 - 1989): Alfredo Stroessner
    • Stime ufficiali: tra 200 e 400 sospetti guerriglieri uccisi
    • organizzazioni per la difesa dei diritti umani: 1,200-3,000 morti

[modifica] Africa

[modifica] Etiopia

  • (1974 - 1991): Mengistu Haile Mariam
    • Agence France Presse: da 50.000 a 200.000 uccisi.
    • Harf e Gurr: 30.000 giustiziati (1974-1979)
    • New York Times: 150.000 uccisi.

[modifica] Guinea Equatoriale

[modifica] Note

  1. Le stime di Rummel si basano su assunzioni decisamente esagerate; in quanto spesso includono anche le vittime per democidio, cioè, in generale, morti volute dal governo, anche su popolazioni straniere e in tempo di guerra.

[modifica] Bibliografia

Alcuni libri che trattano esplicitamente il tema delle vittime delle dittature sono elencati di seguito.

Nota bene: non tutti questi testi sono da considerarsi fonti scientifiche o imparziali.


  • Rudolph J. Rummel, Lo Stato, il democidio, la guerra, Leonardo Facco Editore, 2002
  • Rudolph J. Rummel, Stati assassini. La violenza omicida dei governi, Rubbettino, 2005, ISBN 8849810253
  • Stéphane Courtois, Il libro nero del comunismo, Mondadori, 1998, ISBN 8804473304
  • Philip Short, Pol Pot. Anatomia di uno sterminio, Rizzoli, 2005, ISBN 8817006599
  • Michael Vickery, Cambodia: 1975-1982, Silkworm Books, 2000, ISBN 9747100819
  • Charles Lewis Taylor e David A. Jodice, World Handbook of Political and Social Indicators, Yale University Press, 1983, ISBN 0300030274

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Fonti, soprattutto in lingua inglese

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