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Rastafarianesimo - Wikipedia

Rastafarianesimo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il Rastafarianesimo (da Ras Tafari, nome di Haile Selassie I) è un movimento politico-religioso nato in Giamaica nel 1929, che non ha avuto un vero e proprio fondatore ma si è ispirato alla predicazione del leader Marcus Mosiah Garvey e a tre predicatori "etiopisti" che hanno avuto un ruolo primario nella nascita di questo credo: Leonard Howell, H. Archibald Dunkley, e Joseph Nathaniel Hibbert. A partire dagli anni Ottanta è presente anche negli Stati Uniti e nel resto del mondo, soprattutto grazie a Bob Marley e alla diffusione della musica reggae che ne veicola i contenuti.

Indice

[modifica] Origini

Le radici del movimento rastafari risalgono al concetto che i veri discendenti delle tribù ebraiche disperse siano i neri jamaicani.

La Diaspora ebraica inizia con la deportazione di Babilonia. La deportazione degli schiavi in Giamaica è la seconda Babilionia, e la terza Babilonia è il destino dei jamaicani in Europa.

Il Rastafarianesimo auspica il ritorno in patria: l'Africa. E per definizione tutti i neri sono rasta. Alcuni, banalizzando, vedono nel Rastafarianesimo una versione afro-americana del sionismo, l’etiopismo, poiché il Messia nero era Haile Salassie, l'ultimo imperatore d'Etiopia.

Il rastafarianesimo sostiene la necessità per i popoli neri di emanciparsi dal dominio che i bianchi hanno imposto su di loro (prima con la deportazione e la schiavitù, poi mantenendo una discriminazione di fatto mediante un sistema economico-sociale iniquo) e di ritornare nella loro terra nativa, l’Africa, dove potranno creare una società giusta e libera. Da qui nasce anche l'avversione verso il Cristianesimo.

L’Africa è dunque identificata con Sion, la terra promessa, mentre ci si riferisce al sistema che perpetua il dominio dei bianchi con il termine "Babilonia".

Nel 1930 il movimento accolse l’incoronazione di Ras Tafari (che viene creduto il 225° discendente della sacra dinastia che ebbe origine dall'incontro tra Re Salomone e la Regina di Saba) ad imperatore di Etiopia, col nome di Hailé Selassié I, come compimento profetico di una frase di Marcus Garvey, "Guardate all’Africa, dove un re sta per essere incoronato, perché il giorno della liberazione è vicino" e proclamò l’imperatore Messia e incarnazione di Jah (il nome attribuito a Dio, derivante da Yahweh o Geova). Lo stesso nome "Rastafari" fu assunto in onore di Hailé Selassié, designato prima dell’incoronazione come Ras Tafari (Capo Temibile) Makonnen.

Durante la visita di Hailé Selassié in Giamaica nel 1966 l’Imperatore si sorprese dell’esistenza di una religione che lo considerava un Dio e negò fermamente di esserlo, mandando in Giamaica missionari della Chiesa Ortodossa Etiope. Dopo il 1975, anno della morte di Hailé Selassié, pochi rastafariani hanno seguito il consiglio dell’imperatore aderendo alla Chiesa Ortodossa Etiope.

Il Rastafarianesimo non risentì della morte del Ras, poiché Jah si fece uomo, ma poi tornò a essere puro spirito, dopo aver portato il "Messaggio nuovo" agli Africani.

È comunque indubbio che Ras Tafari si pronunciò sempre con parole portatrici di un messaggio positivo. Tra i discorsi celebri si pronunciò con una famosa orazione alle Nazioni Unite contro la guerra, celeberrimo discorso, trasposto in musica di Bob Marley in "War", e uno in cui esorta il suo popolo, invaso dal regime fascista italiano, a non commettere le stesse ferocie subite dagli avversari (ricordiamo il ricorso degli italiani ai gas tossici).

Nel libro della Rivelazione o Apocalisse, che è l'ultimo libro della Bibbia, sono delineati gli ultimi tempi del mondo e le modalità di Rivelazione dell'eletto di Dio che deve dominare questo mondo. Andando sulle pagine di Rivelazione 1 versetto 8 si legge:

"Io sono l'Alpha e Omega, dice il Signore Iddio, colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!"

Il capitoletto 5 versetto 4 inoltre dice:

"Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il Libro e di leggerlo. Uno dei vegliardi mi disse: non piangere più; ecco ha vinto il leone della tribù di Judah, il germoglio di Davide, egli dunque aprirà il libro ed i suoi sette sigilli".

Su queste parole della rivelazione (e su altre profezie dei profeti) si basa la credenza dei rasta: Hailé Selassié è colui che è stato trovato degno di aprire il libro ed i suoi sette sigilli. I Rasta quindi vedono in Rastafari (Hailé Selassié) la divinizzazione di un uomo che è stato prescelto da Dio per guidare un popolo di Santi e di Giusti. Rastafari è l'ultima manifestazione di Dio sulla Terra. Egli rappresenta Dio nella Terra e nei Cieli. Il Dio inconoscibile si fa conoscere dagli uomini con un volto ben preciso: il volto di Hailé Selassié I (Rastafari). Proprio il 2 novembre del 1930 Sellassié e la sua consorte Menen diventano imperatore ed imperatrice d'Etiopia. L'Alpha e l'Omega del versetto 1 della Rivelazione si concretizzano nelle figure di Rastafari e Menen.

[modifica] Caratteristiche principali

I rastafariani seguono particolari precetti, derivanti dalla fusione sincretistica di elementi biblici con la cultura caraibica:

  • il rispetto dei comandamenti biblici;
  • un impegno costante a combattere Babilonia e ad aiutare i confratelli in difficoltà;
  • il consumo di marijuana (o "Ganja", erba divina), ritenuta l'erba che cresce nella tomba di Re Salomone, valido aiuto nella meditazione e nella comunicazione con Dio;
  • l’astensione dalla carne, in particolare quella di maiale e dei molluschi;
  • Il divieto di radersi barba o capelli (la lezione si ricava da Sansone: tieni sotto chiave non il tuo denaro ma la tua testa cita il Kebra Negast, il libro sacro Rasta), da cui deriva la particolare acconciatura a ciocche di capelli annodate definite dreadlocks.

Altre caratteristiche largamente condivise sono l’importanza attribuita alla musica reggae (usata per esprimere le proprie dottrine, le speranze e le sofferenze della comunità nera) e il valore simbolico riconosciuto alla bandiera del movimento, uguale a quella etiope, dove il rosso rappresenta il sangue versato dai martiri, il verde la terra, il giallo l’oro e le ricchezze dell’Africa, il nero il colore della pelle, il leone al centro la tribù di Giuda, di cui Hailé Selassié è considerato discendente.

Non essendosi mai costituito in una struttura gerarchica organizzata il rastafarianesimo è sempre stato diviso in varie sette o correnti (più importanti le tre "case", i Nyahbinghi, i Bobo Ashanti e le "Dodici tribù di Israele", la maggiore) che pur condividendo le caratteristiche fondamentali hanno posizioni differenti riguardo ad alcuni argomenti delicati.

Discussi (e osservati anche dall’esterno) sono stati soprattutto il significato da attribuirsi alla lotta contro Babilonia, interpretata in senso più o meno pacifista; il valore da attribuire alla "superiorità nera", intesa come oggettiva inferiorità della "razza bianca" oppure come forte rivendicazione del diritto alla parità e all’emancipazione; l’atteggiamento nei confronti di donne e omosessuali.

Oggi, grazie anche alla secolarizzazione e al superamento del lato potenzialmente violento delle dottrine di Marcus Garvey, prevalgono largamente posizioni pacifiste, non discriminatorie sul piano etnico, e la sostanziale parità tra uomini e donne (ma non nella comunità Bobo Ashanti); permane invece, pur con rilevanti eccezioni, un atteggiamento omofobo, molto diffuso anche nella società giamaicana, che trova frequentemente espressioni nei testi di canzoni Dancehall (genere musicale moderno derivato dal reggae).

[modifica] Voci correlate

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