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Citroën 2CV - Wikipedia

Citroën 2CV

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Citroën 2 CV


Citroën 2 CV

Premio Auto dell'anno nel

[[{{{auto_dell'anno}}}]]

Costruttore

Citroën

Descrizione generale
Tipo Berlina
Inizio produzione 1948
Sostituisce la: [[]]
Fine produzione 1990
Sostituita da: Citroën Dyane


La Citroën 2CV (deux chevaux - francese, letteralmente "due cavalli", dalla valutazione dei cavalli vapore di imposta) è un piccolo autoveicolo prodotto dall'industria francese Citroën dal 1948 al 1990.

Indice

[modifica] Storia

Dopo la scomparsa del fondatore André Citroën (1935) e la conseguente acquisizione da parte della Michelin, Pierre-Jules Boulanger si trovava a dirigere la gloriosa azienda produttrice della Traction-Avant ed a fare i conti con la nuova richiesta di locomozione autonoma della classe media. Le automobili, in Francia, non erano da tempo una novità, ma il prezzo di acquisto dei modelli prodotti, restava proibitivo per le tasche di agricoltori, artigiani, piccoli professionisti ed impiegati.

Probabilmente, anche la notizia dell'iniziativa presa da Mussolini (Fiat 500 - Topolino) per la motorizzazione di massa dell'Italia fascista, contribuiva a solleticare la “grandeur” francese ad una pronta risposta.

Nel maggio del 1936, Boulanger da il via al programma T.P.V. (Très Petite Voiture), basandosi su alcuni studi di forma eseguiti l'anno precedente da Flaminio Bertoni. La direzione del progetto viene affidata allo stesso Bertoni per la parte estetica ed a André Fefebvre per quella meccanica.

Le disposizioni di Boulanger sono semplici e, nel contempo, rivoluzionarie. La nuova vettura, di concezione particolarmente economica, dovrà essere in grado di trasportare "quattro passeggeri ed un sacco di patate a 60 chilometri all'ora con un consumo di tre litri per cento chilometri". Le sospensioni dovranno permettere l’attraversamento di un campo arato con un paniere di uova senza romperle e la vettura deve essere concepita in modo semplice per permettere ai contadini di utilizzarla. Boulanger pretese inoltre che fosse possibile entrare a bordo con il cappello in testa.

I prototipi del 1939 della Citroën 2CV
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I prototipi del 1939 della Citroën 2CV

Agli inizi del 1939 i primi due prototipi funzionanti sono pronti per essere esposti al Salone di Parigi, mentre inizia la produzione di 250 esemplari per le prove d’affinamento. Il conflitto mondiale interromperà di progetto T.P.V. che verrà ripreso nell’immediato dopoguerra.

Per inciso, la temuta prova di attraversamento del campo arato trasportando un paniere di uova venne davvero eseguita personalmente da Boulanger. La leggenda narra che il patron si mise alla guida della T.P.V., con tanto di cappello in testa, e fece un'andata e ritorno sulle zolle di un campo appena arato. Disceso dalla vettura controllò lo stato delle uova nel paniere e ne bevve anche una, forse al fine di controllare che non fossero uova taroccate.

2CV degli anni '80
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2CV degli anni '80

Conclusa la lunga parentesi bellica (durante la quale Boulanger aveva fatto "sparire" i prototipi demolendoli e nascondendone alcuni in un'azienda agricola), il cammino evolutivo della 2 CV riprende per arrivare ad essere esposta in forma definitiva al Salone di Parigi del 1948. La 2 CV-A, nella sua primigenia livrea grigia voluta da Bertoni, viene presentata e descritta da un gongolante (con moderazione) Boulanger al meravigliato Vincent Auriol, primo Presidente della Quarta Repubblica francese.

L'accoglienza della stampa fu fredda ed in alcuni casi la 2CV fu addirittura derisa. Con grande scorno per i giornalisti invece, l'auto divenne da subito un bestseller presso il ceto medio che poté anch'esso fruire di un mezzo di trasporto proprio.

Per avere un'idea del successo enorme riscosso dalla 2CV, basti pensare che, dopo pochi mesi dalla sua presentazione, si crearono liste d'attesa di ben tre anni e che, nel 1950, la produzione passò dalle originarie 4 a ben 400 unità al giorno.

Le principali attrattive della 2CV erano il prezzo d'acquisto (costava la metà di un Maggiolino), gli irrisori costi di gestione e la capacità di adattarsi a qualunque tipo di fondo stradale: grande tenuta di strada sull'asfalto e un eccellente comportamento sui percorsi accidentati. Le quattro porte, il tetto apribile ed il capiente bagagliaio, consentito dalla posizione anteriore del motore, le conferivano una versatilità veramente unica.

Nei successivi 42 anni ininterrotti di produzione la 2CV ha subito centinaia di piccoli aggiornamenti che non hanno però modificato la sostanza del progetto originale. Molte sono le automobili derivate dal progetto T.P.V. che vennero costruite per soddisfare le più svariate esigenze, come le Ami 6 e Ami 8, la Dyane e la Méhari. Quest'ultima venne utilizzata dalla Citroën per avviare l'ambizioso progetto F.A.F. (facile à fabriquer), finalizzato all'autonoma costruzione di automezzi nei paesi in via di sviluppo. Decine di piccole fabbriche vennero impiantate in tutto il mondo, come l'indocinese Dalat e l'Iraniana Baby-Brousse.

Vennero costruite anche diverse versioni speciali della 2CV, tra cui due coupé, denominate Dagonet e Bijou, una 2CV Sahara a trazione integrale e dotata di doppio motore (anteriore e posteriore), realizzata per l'esercito coloniale in Algeria e Marocco.

Il 25 febbraio 1987 lo storico stabilimento di Levallois viene chiuso dopo aver sfornato 2.790.472 Citroën 2CV. La produzione continuerà in Portogallo fino alle ore 16.00 del 27 luglio 1990, quando l'ultima 2CV esce dallo stabilimento di Mangualde. I consuntivi delle unità prodotte di 2CV e derivate nelle varie fabbriche, sono da capogiro. Anche se i dati dei modelli FAF non sono conosciuti, si stima che le "figlie" del progetto T.P.V. siano state circa 10 milioni: 3.872.583 2CV berlina, 1.504.221 2CV Furgonetta, 1.443.583 Dyane, 1.840.159 Ami e 144.953 Mehari.


[modifica] Costruzione

Citroën 2CV rossa del 1975
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Citroën 2CV rossa del 1975

Dal punto di vista costruttivo, il livello di semplicità tecnologica che stava alla base della realizzazione della 2CV, la poneva all'epoca come una delle auto più economiche del mondo. Anche in seguito non usufuì di grosse modifiche, se si eccettuano alcuni aggiornamenti ai freni (passando ai dischi nel 1980) ed al motore, passato dagli originari 375 cc di cilindrata a 425 ed infine a 602 cc, ferma restando la originaria architettura del motore stesso (raffreddato ad aria).

Tra le caratteristiche più evidenti di questa semplicità costruttiva vi era il sedile posteriore sostituito da una pura e semplice panchetta. Inoltre, essendo il motore raffreddato ad aria, non vi erano radiatore e pompa dell'acqua, né termostato. Al momento del lancio, la 2CV disponeva delle seguenti caratteristiche:

le sospensioni erano estremamente morbide, in maniera tale da permettere alla 2CV di poter accedere anche a terreni accidentati, mentre la trazione anteriore conferiva alla vettura una certa sicurezza di guida. Il motore adottato era un 2 cilindri boxer raffreddato ad aria da 375 cc di cilindrata. Il cambio era a 4 marce, soluzione d'avanguardia, all'epoca, per un'utilitaria. La 2CV disponeva inizialmente di un unico faro sia all'anteriore che al posteriore. Il tergicristalli era azionato da un meccanismo connesso alla trasmissione, che a sua volta azionava anche il tachimetro. In questo modo, maggiore era la velocità dell'auto, maggiore era la velocità con cui si muoveva il tergicristallo.

[modifica] Motori

La 2CV era disponibile all'inizio della commercializzazione con un bicilindrico boxer da 375 cc. Questo propulsore era raffreddato ad aria e poteva sviluppare una potenza massima di soli 9 CV, pari a 6.5 kW. Una cifra che oggi potrebbe far sorridere, ma che all'apoca era all'incirca la norma per un'utilitaria, specie se molto essenziale e ridotta all'osso come la 2CV. La velocità massima raggiungibile dalla 2CV era di soli 65 km/h.

A partire dal 1955, fu introdotto un nuovo motore da 425 cc che la 2CV mantenne fino al 1968, anno in cui la gamma si sdoppiò: venne presentato un nuovo motore da 602 cc e 28 CV di potenza massima, mentre il motore da 425 cc fu portato a 435 cc. Contemporanemente mutarono leggermente anche le denominazioni: la versione meno potente fu battezzata 2CV 4, mentre la versione più grande prese il nome di 2CV 6. Quest'ultima nel 1970 beneficiò di un incremento di potenza, salendo così a 33 CV. Il 1978 vide invece l'uscita di produzione della 2CV 4, lasciando in listino solo la motorizzazione maggiore. Nel 1979 la potenza massima del bicilindrico da 602 cc scese a 29 CV, ma fu rivisto il resto della meccanica in maniera tale da ridurre i consumi e migliorare le prestazioni. A questo punto la velocità max della 2CV 6 era di 115 km/h.

[modifica] La 2CV e la cultura popolare

Citroën 2CV, allestimento France 3
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Citroën 2CV, allestimento France 3

Oltre che per le sue particolari caratteristiche, la 2CV divenne famosa presso il pubblico grazie alla sua comparsa in innumerevoli film di successo, tra cui un episodio di James Bond, o anche nel film "American Graffiti" o ancora "La vendetta della Pantera Rosa", solo per citarne alcuni. Inoltre, grazie anche ad alcuni exploit più o meno noti, la 2CV finì per divenire un mito inattaccabile; ad esempio, il giro del mondo su una 2CV, durato 13 mesi, durante i quali furono percorsi 100 mila km a bordo della piccola vettura.

[modifica] Modelli

1978 Citroën 2CV AK400 van
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1978 Citroën 2CV AK400 van

Berlina

  • A (1948-?)
  • AZ
  • AZAM
  • AZL
  • AZKA (2CV6, ?-1990)
  • AZKB (2CV4)

Veicoli commerciali

  • AU
  • AZU, AZU 250
  • AK 350
  • AK 400, AKS 400
  • AYCD (Acadiane)

Coupé

  • Dagonet
  • Bijou: coupé su base 2CV con carrozzeria in vetroresina prodotta in soli 207 esemplari per il mercato inglese. Montava alcuni componenti della DS, come il volante ad una razza. Non incontrò il successo sperato a causa delle prestazioni troppo modeste.

Cabriolet

  • Radar: cabriolet su base 2CV con carrozzeria in fibra di vetro prodotta a tiratura limitatissima (solo 25 esemplari) tra il 1958 ed il 1959.

Quattro ruote motrici (4WD)

  • 2CV Sahara: era una versione a trazione integrale della 2CV. Era caratterizzata dal fatto di possedere due motori: uno anteriore ed uno posteriore, meccanicamente indipendenti. Questi propulsori, in grado di erogare 12 CV ciascuno, possedevano due serbatoi separati, uno per ciascun motore ed una sola leva del cambio che poteva comandare un solo motore oppure tutti e due insieme. Pensata inizialmente per i coloni francesi in Africa, divenne presto un oggetto di culto presso gli appassionati di fuoristrada. Fu prodotta tra il 1958 d il 1971 in 694 esemplari, ma oggi si stima che ne siano rimaste solo una trentina.

Per le prestazioni, la Casa dichiarava una velocità massima di 65 km/h con il solo motore anteriore in funzione, che diventavano però 105 con entrambi i motori in funzione.

Citroën 2CV Dolly
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Citroën 2CV Dolly

Allestimenti di serie

  • Spot: dal francese SPécial Orange Ténéré, é stata la prima serie speciale prodotta a metà anni Settanta che si caratterizzava per la carrozzeria bicolore bianca e arancio.
  • Special
  • Club
  • Charleston: una delle più note serie speciali della 2CV, era caratterizzata dalla verniciatura bicolore nera/bordò, seguita dal grigio chiaro/grigio scuro, interni grigi trapuntati a losanghe, volante monorazza ereditato dalla serie Club, pannelli neri.
Citroën 2CV Charleston
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Citroën 2CV Charleston
  • France 3, in Italia commercializzata come Transat
  • Dolly: un'altra serie speciale piuttosto conosciuta, era caratterizzata anche lei da una carrozzeria bicolore ma con motivi diversi, grigio e bianco, grigio e rosso, grigio e beige, rosso e bianco, verde e bianco, bordeau e beige, blu et beige.
  • Perrier: una serie speciale piuttosto rara, risalente alla fine anni '80, dedicata alla nota marca di acque minerali, caratterizzata da carrozzeria bianca, capote verde, interni verdi, pannelli grigi con logo della "Perrier", copricerchi in plastica grigio metallizzato a tutta ruota, adesivo posteriore "Perrier", adesivo a guisa di crepa lungo tutto il cofano terminante in una statuetta di resina a tutto tondo con un gorilla seduto sulle zampe posteriori ed una mazza impugnata con le due zampe anteriori. In origine questi modelli venivano equipaggiati con frigo-bar a 12V contenente sei bottiglie di acqua minerale.

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni


Citroën
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Modelli dal 1945 ad oggi - 2CV | Ami 6 | Ami 8 | Axel | AX | BX | CX
Dyane | DS | ID | Evasion | FAF | GS | LN | M35 | Méhari | Saxo | SM | Visa | XM | Xantia | ZX
Produzione attuale - C1 | C2 | C3 | C4 | C5 | C6 | C8 | Xsara

Mezzi commerciali -
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