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Storia di Berlino - Wikipedia

Storia di Berlino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'autore Carl Sternheim (1878-1942) scrisse: "Tutto quanto è accaduto a Berlino non ha paragoni", forse proprio in queste parole risiede il senso di questa città.

Indice

[modifica] Dalle origini al Medioevo

Nel VI secolo il territorio tra lo Sprea e l'Havel viene occupato da popolazioni slave che vi fondano due distinte cittadelle fortificate: Köpenick e Brandenburg. Le due zone erano divise da una cintura di selve, nella quale si trovava il guado della Sprea. Proprio in quel punto sorgerà la città doppia di Berlino/Cölln.

Nel 928 i sassoni conquistano la regione, mentre nel 948 Ottone I fonda i vescovati di Havelberg e Brandeburgo.

Nel 1134 l'imperatore Lotario affida l'amministrazione della regione alla casata degli Ascani.

Risalogno al 1237 i primi documenti ufficiali attestanti la presenza sulle rive dello Sprea dei due nuclei abitativi Cölln e Berlino, mentre risale al 1250 la prima fortificazione in pietra a difesa della città.

Nel 1280 Berlino ottiene, prima città a est del fiume Elba, il permesso di battere moneta, nonché nasce la prima dieta della Marca dove si riunivano i nobili. Compaiono per la prima volta su uno stemma assieme al simbolo dell'aquila imperiale, due orsi stilizzati antesignani l'attuale orso rampante, simbolo di Berlino.

Il 20 marzo del 1307 viene ratificata l'unione tra Cölln e Berlino per scopi difensivi e l'edificazione di un comune palazzo municipale.

Nel 1320 si ha la fine del dominio della casata degli Ascani sulla città. A seguito di questo emerge il conflitto tra le casate dei Wittelsbacher e dei Luxemburger per il dominio della città. Le due cittadine vengono duramente danneggiate dagli incendi del 1376 e 1380.


[modifica] Dal Rinascimento al Seicento

Nel 1411 l’imperatore Sigismondo VI della casata degli Hohenzollern viene nominato governatore della marca di Brandenburgo e nel 1415 Principe Elettore. Inizia in questo momento il dominio degli Hohenzollern, che manterranno il potere ininterrottamente fino al XX° secolo.

Nel 1432 viene definitivamente ratificata l’unione tra Berlin e Cölln e la conseguente indipendenza municipale dalla marca di Brandenburgo.

Il successore di Sigismondo VI, Federico II si insedia nella città edificando tra il 1443 e il 1451 a nord di Cölln una fortezza in seguito più volte ingrandita fino a diventare il Berliner Stadtschloss. La fortezza viene collegata al castello di caccia nella foresta di Grunewald da una lunga strada di tronchi, l’odierna Kurfürstendamm.

Federico II deciso a ridurre i privilegi della città, abroga l’unione provocando la rivolta degli abitanti berlinesi che nel 1447 organizzarono la difesa della città. La rivolta viene però sedata l'anno dopo.

Il 2 novembre 1539 nella Nikolaikirche il principe elettore Joachim II ufficializza la conversione della città alla Riforma Protestante dopo che i consigli di Berlino e Cölln ne chiesero espressa richiesta.

Nel 1540 compare a Berlino la prima stamperia di libri.

Il 6 gennaio 1541 nel municipio di Cölln viene rappresentata per la prima volta una piece teatrale. lo Spiel von der Geburt des Herrn Jesu, rappresentazione religiosa sulla nascita di Cristo su testo di Heinrich Knaust, direttore del Cöllner Gymnasium.

Su progetto dell’italiano Francesco Chiaramella da Gandino tra il 1560 e il 1594 viene edificata la cittadella fortificata di Spandau.

Nel 1571 il principe elettore Johann Georg, accoglie in città i profughi calvinisti vittime di persecuzioni religiose in Olanda.

Legata alle devastazioni della Guerra dei trent'anni, Berlino fu risparmiata dai combattimenti, ma fu vittima dei tributi di guerra imposti dall’Imperatore. Mentre nel 1631 un terzo della popolazione fu decimato da un’epidemia di peste.

Attorno agli anni sessanta del 600, Federico Guglielmo (1620-1688) ampliò la sua residenza e costruì un impianto di fortificazione. Vennero inoltre incoraggiati altri lavori pubblici come la costruzione di lanterne e la lastricatura delle strade. Sorsero nuovi quartieri che in quattro decenni raddoppiarono la superficie della città. Inoltre furono accolti grazie all’Editto di Potsdam gruppi di stranieri cacciati da Vienna, e circa 20.000 ugonotti cacciati dalla Francia.

Grazie alla regina di Prussiana Sophie Charlotte (1668-1705) fu dato un grande impulso alla cultura, richiamando a Berlino il filosofo e matematico Gottfried Leibniz (1646-1716). Fu inoltre fondata la Società brandeburghese delle Scienze, la futura Accademia delle Scienze.

[modifica] Il settecento

Berlino nel 1785
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Berlino nel 1785

L’assidua presenza militare in città favorì la nascita e lo sviluppo della fabbrica di fucili Splitgerber & Daum, fondata nel 1712. A causa dell’espansione economica della città, le antiche fortificazioni furono smantellate per fare spazio a delle piazze, come la rotonda del Hallesches Tor ("Porta di Halle"), l’ottagono del Leipziger Platz presso il Potsdamer Tor e il quadrato del Pariser Platz davanti alla Porta di Brandeburgo. Così dal 1738 fu costruito un nuovo muro doganale alto sei metri che abbracciava una parte più ampia di area urbana.

Dal 1750 al 1753 visse alla corte di Potsdam, dove il re abitava nel suo palazzo di Sanssouci, l’illuminista e filosofo francese Voltaire. Attorno a questa figura sorsero circoli di scienza e letteratura, nonché la nascita di nuovi periodici. Fu quindi costruita in quest’epoca l’Opera a Unter den Linden, la cattedrale di Sant’Egidio e il palazzo del principe Enrico. Inoltre l’Unter den Linden fu trasformato in un elegante viale e costruito il parco del Tiergarten.

Nel 1786 dopo la morte di Federico il Grande a Berlino vivevano circa 150.000 abitanti. Il viaggiatore Johann Kaspar Riesbeck scrisse in una lettera del 1784: “Berlino è una città straordinariamente bella ed elegante. La si deve considerare una delle più belle città d’Europa. Non ha quella monotonia cha la rende alla lunga noiosa la vista della maggior parte delle nuove città, costruite con regolarità. La maniera di costruire, la disposizione, la forma delle piazze, gli alberi in quest’ultime e in talune strade, insomma, tutto è vario e piacevole.”
Nel 1791 l’architetto Karl Gotthard Langhans consegna alla cittadinanza l’opera più famosa di Berlino: la porta di Brandeburgo.

[modifica] L’ottocento

Con la sconfitta delle truppe prussiane a Jena, Berlino fu occupata dalle truppe napoleoniche dal 1806 fino al 1808, con l’ingresso delle truppe attraverso la porta di Brandeburgo il 27 ottobre 1806. l’occupazione francese comportò un indebitamento della città. Tuttavia al termine dell’occupazione fu introdotto un ordinamento che concedeva la possibilità di un’amministrazione delle città da parte dei cittadini, seppur ristretto solo ai cittadini benestanti.
Nel 1810 fu aperta la Friedrich-Wilhems-Universität. L’università cominciò ad attrarre grandi studiosi tedeschi quali Johann Gottlieb Fichte, Friedrich Karl von Savigny e persino Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Ma nel marzo del 1812 le truppe francesi occuparono nuovamente la città, creando un vasto movimento di resistenza.

Al termine delle guerre napoleoniche si ebbe la restaurazione degli antichi poteri, che non impedirono lo sviluppo di un’intensa industrializzazione. In questo clima di fervore nacque la prima linea ferroviaria di Prussia che collegava Berlino a Potsdam il 29 ottobre 1838.

Mehringplatz nel 1843
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Mehringplatz nel 1843

Nei anni sessanta dell’ottocento intorno a Potsdamer Platz furono innalzati i primi blocchi di appartamenti, necessari ad una città in completa espansione urbanistica. Basti pensare che la popolazione di Berlino nel 1800 contava 170.000 persone, mentre nel 1849 aveva raggiunto le 412.154: più del doppio. Questo comportò l’aumento dei problemi sociali e dei conflitti che confluirono nelle proteste del 1848, in cui le classi operaie avanzavano importanti rivendicazioni tra cui la libertà di stampa. Con i disordini sorti il re cominciò a fare delle concessioni, fino al raggiungimento di una costituzione che faceva della Prussia una monarchia costituzionale, con la possibilità del voto per classi.

Berlino era comunque una città in continua crescita. Nel 1856 entrò in servizio l’acquedotto della compagnia Berlin Water-works. Lo stampatore Ernst Litfaβ (1816-1874) firmò un contratto con il capo della polizia con cui ebbe il permesso di istallare in città delle colonne rivestite di manifesti, le cosiddette “Litfaβsaule”, che posero un freno alla diffusione dei manifesti selvaggi.
Fu introdotto anche un ordinamento edilizio con cui sorsero grandi casermoni dotati di cortili, grandi abbastanza per permettere ad una pompa antincendio di manovrare. Così tra il 1857 e il 1871 la popolazione raggiunse gli 800.000 abitanti. In questa espansione lo slogan era “Berlino diventa metropoli”.

Con la nascita dell’Impero germanico, fu realizzata anche l’unità nazionale, per cui il parlamento tedesco fu sistemato provvisoriamente nell’ex sede della Manifattura Reale di Porcellane nella Leipziger Straβe, successivamente tra il 1884 e il 1894 fu costruito il Reichstag. Inoltre fu costruita una rete elettrica realizzata dalla Siemens & Halske. Poco dopo fu fondata la società elettrica AEG, determinando nel 1895 un impiego su vasta scala di manodopera berlinese: un cittadino su tre era impiegato nell’industria elettrica.

Nel 1895 la baronessa Spitzemberg ricorda: “Il traffico nelle vie principali come Leipziger Straβe o Friedrichstraβe è semplicemente assordante. Le vetture a elettricità e i tram formano una corrente ininterrotta, vetture di ogni genere, carretti, a due e a tre ruote, sfilano uno di fianco all’altro, uno dietro l’altro e qualche volta persino sopra l’altro. Il frastuono di questi veicoli, il fischiare delle ruote, fa scoppiare la testa. Gli incroci stradali sono opere d’arte per gli abitanti della città, una croce per i provinciali. La signora von Beulwitz racconta che quasi volevano abbracciarsi dalla gioia quando, dopo aver passato un incrocio del genere, si sono ritrovati sani e salvi sull’isola pedonale!”
Dal 1865 per quasi due decenni furono realizzate linee tranviarie trainate da cavalli. Ma a poco a poco essi furono sostituiti dai tram elettrici a partire dal 1881. Con l’apertura della linea ad anello la “Ringbahn” in traffico divenne sempre più importante, la Ringbahn collegava direttamente diverse stazioni ferroviarie della città.

[modifica] Il novecento

[modifica] Le incertezze di inizio secolo

Nel 1902 entrò in funzione la prima linea ferroviaria sotterranea da Stralauer Tor alla stazione del giardino zoologico, con una diramazione verso Potsdamer platz. Berlino divenne la quinta città europea dopo Londra, Budapest, Glasgow e Parigi ad avere una metropolitana sotterranea.

Con l’avvio della prima guerra mondiale, Berlino, seppur non direttamente coinvolta nella guerra, rimase un centro nevralgico per la progettazione e la produzione di armamenti. Certamente i problemi legati all’economia di guerra si sentirono anche nella capitale, con la creazione di mense popolari.

Il 9 novembre 1918 il Re e Imperatore abdica lasciando un vuoto di potere che decreterà una serie di scontri di piazza. Il 5 gennaio 1919 vi furono degli scontri con la polizia ad Alexanderplatz e in altri quartieri, sedati con l’arresto ma anche l’assassinio dei capi della rivolta Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg. Ma la situazione non si era ancora del tutto normalizzata, tanto da costringere la nascita della cosiddetta repubblica di Weimar, spostando così la capitale in una sede più tranquilla.

Negli anni venti si sviluppa una cultura del consumo e del lieto vivere, molte famiglie acquistano auto, frigoriferi e altri apparecchi domestici, mentre l’elettrificazione delle case cominciava ad estendersi a tutti i quartieri della città. Si diffusero così, radio e cinema. Quest’ultimo divenne un punto di forza della cultura tedesca, dopo la nascita degli studi cinematografici dell’UFA a Berlino. Ma anche teatri e cabaret ebbero un boom. Tuttavia il benessere durò poco, poiché al termine degli anni venti il tasso di disoccupazione tornò a salire vertiginosamente. Nel 1932 in città si contavano 603.000 disoccupati su 4 milioni di abitanti. Queste incertezze economiche favorirono l’ascesa al potere del nazismo.


[modifica] Il nazismo

Con l’ascesa di Hitler al potere gli assetti della città mutano. Cominciarono così le azioni di pulizia dai “nemici dello stato” tramite le azioni delle SS e delle SA. Dopo il rogo del Reichstag nel 1933 dichiarando lo stato d’emergenza furono annullati i diritti politici e civili essenziali, accentrando tutto il potere nelle mani del nuovo dittatore. Così iniziarono gli arresti di massa contro politici di sinistra e simpatizzanti, ricorrendo ad una sistematica violenza che rese il clima della città rovente. Iniziarono i roghi dei libri sulla piazza dell’opera dell’Unter den Linden, nonché le aggressioni contro gli ebrei.

Durante le olimpiadi del 1936, Berlino divenne la vetrina del mondo con la presenza di quasi mille commentatori radiofonici da tutto il mondo, una città che riuscì a nascondere le sue violenze e gli accanimenti per breve periodo. Il 9 novembre 1938 le persecuzioni si intensificarno con la “Notte dei cristalli”, in cui furono distrutti negozi di ebrei e incendiate sinagoghe.

Nel frattempo si intensificarono i progetti, fu costruito l’aeroporto di Tempelhof, e la colonna della vittoria dapprima sita a Konigsplatz, poi trasferita.


[modifica] La seconda guerra mondiale

La bandiera sovietica sventola sul Reichstag di Berlino: la guerra è finita.
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La bandiera sovietica sventola sul Reichstag di Berlino: la guerra è finita.

All’avvio del secondo conflitto mondiale per le strade di Berlino non vi fu lo stesso entusiasmo sorto spontaneo nel 1914. Iniziarono le misure di oscuramento notturno, furono introdotte le tessere per gli alimenti, la vita divenne difficile tanto da impiantare coltivazioni di generi alimentari nelle piazze e nei cortili.

Il 25 agosto 1940 vi fu il primo bombardamento di Berlino da parte degli inglesi. Questo attacco determinò la costruzione di torri antiaeree sul territorio urbano. Per quanto sino al settembre del 1940 i bombardamenti furono limitati, le vittime furono 500. A fronte dell’espansione tedesca tra il 1941 e il 1942 gli allarmi aerei diminuirono ulteriormente. Ma dal 1943 il bilancio della “battaglia di Berlino” divenne molto più pesante. Un milione e mezzo di persone rimasero senza casa e 9,5 chilometri quadrati di superficie urbana rasa al suolo. Il bilancio finale della guerra aerea conta attorno alle 50.000 vittime e la distruzione di circa il 70% degli edifici del Mitte.
Nel corso della guerra si intensificarono icrimini contro gli ebrei, costretti a lasciare i loro appartamenti e ghettizzati in quartieri ebraici. Ma dal 18 ottobre 1941 iniziarono le deportazioni ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio. Dei 73.000 ebrei berlinesi sopravvissero soltanto 6.000.

L’1 febbraio 1945 i nazisti dichiararono Berlino “zona di difesa”. Il 16 aprile iniziò una battaglia decisiva per la capitale che vedeva l’avanzamento dell’Armata Rossa sin nelle strade del centro. Il 30 aprile Hitler si tolse la vita nel suo bunker sotto la Cancellieria così nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1945 fu firmata la resa incondizionata della Germania: la bandiera sovietica sventolava ormai in cima al Reichstag.

[modifica] Il dopoguerra

Fino ai primi di luglio del 1945 l’Unione Sovietica era l’unica potenza ad occupare Berlino a cui seguirono gli inglesi, gli americani e i francesi, ognuno nel proprio settore di controllo. La città offriva uno spettacolo di distruzione e miseria, decretando la nascita del mercato nero con cui riprendeva la vita quotidiana. Tutte le infrastrutture erano distrutte, il traffico urbano bloccato, non c’era né gas né acqua. Per avviare la ricostruzione fu ricostruita anche la vita politico amministrativa della città con l’insediamento di uomini comunisti nei settori chiave della città.
Dal 17 luglio al 2 agosto 1945 si aprì la conferenza di Potsdam presso il castello di Cecilienhof in cui si incontrarono i capi di governo di USA, URSS e Gran Bretagna, per decidere il futuro politico ed economico della Germania. Ma per quanto furono decisi i punti essenziali della democratizzazione e smilitarizzazione del paese, le divergenze divennero inevitabili. Alle elezioni del consiglio comunale del 1947 la vittoria di Ernst Reuter (SPD) a sindaco fu osteggiata dai sovietici. Inoltre le trattative per l’introduzione di una riforma monetaria fallirono, facendo sì che le potenze occidentali introducessero nelle loro zone di appartenenza una nuova moneta, ormai la Germania si avviava alla divisione in blocchi.

Con l’introduzione della riforma monetaria il settore Ovest della città, posto all’interno della zona di influenza sovietica fu tagliato fuori da qualsiasi collegamento via terra. Così si rese necessario l’avvio di un ponte aereo con cui le potenze occidentali sostennero Berlino Ovest.
A seguito del blocco, i sovietici abbandonarono ogni dialogo decretando la nascita di due consigli comunali. Così nel settore sovietico fu eletto Friedrich Ebert, figlio del presidente del Reich di un tempo, eletto su seduta straordinaria del parlamento comunale dell’est. Quindi Ernst Reuter poté assumere definitivamente la carica di sindaco di Berlino Ovest.
Il 24 maggio 1949 entrò in vigore la Costituzione della Repubblica Federale tedesca, la DDR aprendo la strada alle due germanie.

Berlino Ovest, isolata dal resto del paese visse anni drammatici, con 306.000 disoccupati. Ma grazie al programma di ricostruzione finanziato dagli europei e dal paese stesso, la città crebbe economicamente. Ma il 17 giugno 1953 i muratori che lavoravano all’ospedale di Friedrichshain si sollevarono chiedendo un lavoro più equo. Questa ribellione trovò il sostegno anche di colleghi che lavoravano nella Stalinallee e all’Opera Unter den Linden. In poche ore la protesta si allargò a tutta la DDR, con slogan come “Via il governo”. L’insurrezione fu sedata dichiarando lo stato di guerra da parte delle truppe d’occupazione sovietiche. L’ordine fu ripristinato con divieti di riunirsi in assemblea, coprifuoco e presenza militare. Le conseguenze furono l’arresto di 13.000 persone, la morte di 12 manifestanti e il ferimento di 400.


[modifica] Il muro di Berlino

Per approfondire, vedi la voce Muro di Berlino.
Il muro di Berlino
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Il muro di Berlino
17 agosto 1962, Peter Fechter è ferito e lasciato morire mentre tenta di fuggire da Berlino Est
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17 agosto 1962, Peter Fechter è ferito e lasciato morire mentre tenta di fuggire da Berlino Est

Nel novembre del 1958 Kruschov chiese espressamente la smilitarizzazione di Berlino Ovest, quindi il ritiro degli Alleati e la trasformazione della capitale in città libera, integrata nella DDR. In caso di rifiuto, il Cremlino avrebbe conferito al governo la piena sovranità sul suo territorio. Il timore era quello di un nuovo blocco di Berlino Ovest. Nel giugno del 1961 durante una conferenza stampa, Walter Ulbricht rispose alla domanda di un giornalista riguardo al significato di Berlino città libera dicendo: “Capisco la sua domanda in questo modo, che in Germania Ovest c’è gente che si augura che noi mobilitiamo i lavoratori della capitale per erigere un muro… nessuno ha intenzione di erigere un muro!” Invece il 13 agosto 1961 avvenne la chiusura dei confini della città. Il traffico urbano fu interrotto e furono costruite delle barriere per le strade e le piazze lungo i confini di settore. Da una semplice separazione decretata da una linea bianca si passò al filo spinato, poi dopo le difficoltà causate dalle continue fughe fu eretto il muro. Fino al 1972 divenne impossibile qualsiasi sconfinamento, anche a parenti. Poi con l’entrata in vigore dei “regolamenti dei pass”, la situazione migliorò. Tuttavia la presenza del muro non impedì i tentativi di fuga ricorrendo ai mezzi più disparati: nuotando lungo lo Sprea, forzando il confine con auto corazzate, o persino fuggendo con una mongolfiera.
Durante la visita del presidente americano Kennedy nel 1966, pronunciò un discorso divenuto famoso: “Il muro è la più disgustosa e la più evidente dimostrazione del fallimento del sistema comunista. […] Il muro non è solo uno schiaffo in faccia alla storia. E’ uno schiaffo in faccia all’umanità. […] Tutti gli uomini liberi, non importa dove vivono, sono cittadini di Berlino, ed è per questo che io, in quanto uomo libero, sono orgoglioso di poter dire: ich bin berliner (io sono un berlinese)!”

Festeggiamenti per la caduta del muro
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Festeggiamenti per la caduta del muro

La nascita del muro creò notevoli problemi all’economia della città, con aziende strozzate dalle difficoltà del muro: mancanza di manodopera ma anche di commesse. Per ovviare fu richiamata manodopera dall’estero, con flussi di immigrati turchi, jugoslavi e polacchi. Tuttavia la vita culturale andava avanti: fu inaugurata a Filarmonica e la Staatsbibliothek di Scharoun, la Neue Nationalgallerie di Mies van de Rohe. A Berlino est sorse la torre della televisione con i suoi 365 metri, il Palast der Republik.

Negli anni ottanta l’opposizione civile nella DDR si rafforzò, specie per i danni ambientali provocati dalla gestione governativa. Il 18 ottobre 1989 Erich Honecker si dimise a causa del crescente malcontento, il suo successore divenne Egon Krenz. Tuttavia il 4 novembre ad Alexander Platz si riunirono un milione di persone per protesta, rivendicando a gran voce la libertà di stampa, di riunione e di opinione. Il 9 novembre Günter Schabowski annunciò ad una conferenza stampa che per viaggi privati fuori dalla DDR non era più necessario il visto. Alla domanda di un giornalista italiano rispose che il regolamento entrava immediatamente in vigore. Così migliaia di berlinesi si accalcarono ai check point per varcare il confine. Alle 22.30 si sollevarono le sbarre dei check point: il muro era caduto.

[modifica] Berlino dopo il muro

Nei giorni e nelle settimane seguenti la caduta del muro, Berlino era una città invasa da visitatori che passavano da una parte e dall’altra. Dappertutto si cominciò a fare buchi nel muro. Il 12 novembre fu aperto a Potsdamer Platz il primo passaggio provvisorio, tanto da permettere ai due sindaci della città di potersi incntrare. Nel 1992 la stazione della metro Potsdamer Platz fu rimessa in funzione e riattivata la linea 2.
Il 2 dicembre 1990 Berlino elesse per la prima volta dopo decenni i suoi rappresentanti al parlamento nazionale e comunale. Tornò presso il Municipio Rosso nel quartiere del Mitte, la sede del sindaco. Inoltre nel 1991 il parlamento nazionale decise di riportare la capitale del paese riunificato a Berlino. Nel settembre 1999 il parlamento tornò nella sede del Reichstag ristrutturato da Norman Foster.


[modifica] Oggi

L’ultimo decennio del XX secolo è segnato da immensi cantieri con cui la città voleva mutare volto. Furono costruiti nuovi edifici governativi, ambasciate e sedi di media. Potsdamer Platz rappresenta l’esempio del cambiamento, attraendo gli investimenti di varie società che concessero a importanti architetti la costruzione degli edifici.

Con l’abbattimento del muro numerose aziende dell’est hanno chiuso, poiché non in grado di sostenere i costi della concorrenza. Nel frattempo la città ha attratto nuove aziende, seppur il tasso di disoccupazione si mantenga elevato. La città è divenuta un polo di attrazione per giovani e creativi del mondo nonché per eventi come la Love Parade, il Christopher Street Day e il Carnevale delle culture.

[modifica] Argomenti correlati

[modifica] Bibliografia

Berlino, Una breve storia di Christian Härtel – Berlin edition

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