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Mitraismo - Wikipedia

Mitraismo

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Mitra ed il toro: affresco dal Mitreo di Marino (III secolo) raffigurante la tauroctonia
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Mitra ed il toro: affresco dal Mitreo di Marino (III secolo) raffigurante la tauroctonia

Il Mitraismo fu un'antica religione ellenistica, basata sul culto di un dio chiamato Meithras che apparentemente deriva dal dio persiano Mitra e da altre divinità dello Zoroastrismo. L'origine del Mitraismo è da identificarsi nell’area del Mediterraneo orientale intorno al I secolo a.C. o II secolo a.C.. Questa religione venne praticata nell’Impero Romano dal I secolo a.C., e raggiunse il suo apogeo tra il terzo ed il quarto secolo, quando fu molto popolare tra i soldati romani. Il Mitraismo scomparve come pratica religiosa in seguito al decreto Teodosiano del 391, che mise al bando tutti i riti pagani, e apparentemente si estinse poco più tardi.

Indice

[modifica] Principi del Mitraismo

Il Mitraismo è maggiormente documentato nella forma che assunse nel tardo Impero Romano. Fu una religione misterica di iniziazione, al pari dei misteri eleusini, non basata su un corpo di scritture rivelate. Questo culto attirò l'attenzione del mondo romano soprattutto per le sue concezioni misteriosofiche, che ruotavano intorno all'idea dell'esistenza dell'anima e della sua possibilità attraverso le sette sfere planetarie all'aeternitas. Nonostante la religione facesse professione di universalismo, questo culto escludeva le donne e fu praticato soprattutto dai militari.

[modifica] Il mitreo

È difficile per gli studiosi ricostruire le attività giornaliere e le credenze del Mitraismo, dato che i rituali erano tenuti segreti e riservati agli iniziati. Le fonti documentarie scritte sopravvissute sono in numero esiguo e le testimonianze sono per lo più di natura archeologica, iconografica ed epigrafica. Il centro del culto ed il luogo di incontro dei seguaci era il mitreo, una cavità o caverna naturale adattata, di preferenza già utilizzata da precedenti culti religiosi locali, oppure un edificio artificiale che imitava una caverna. I mitrei erano luoghi tenebrosi e privi di finestre, anche quando non erano collocati in luoghi sotterranei. Quando possibile, il mitreo era costruito all’interno o al di sotto di un edificio esistente. Il sito di un mitreo può essere anche identificato dalla sua entrata separata o vestibolo, la sua caverna a forma di rettangolo, chiamata spelaeum o spelunca, con due panchine lungo le mura laterali per il banchetto rituale, ed il suo santuario all’estremità, spesso in una nicchia, prima del quale vi era l’altare. Sul soffitto in genere era dipinto un cielo stellato con la riproduzione dello zodiaco e dei pianeti. Nel mitraismo l’acqua svolgeva un ruolo purificatorio importante e spesso nelle vicinanze del santuario vi era una sorgente naturale o artificiale.

In ogni tempio mitraico, il posto d’onore era occupato da una rappresentazione di Mitra che uccide un toro sacro, chiamata tauroctonia, la quale è oggigiorno considerata più una rappresentazione delle costellazioni che un sacrificio animale (Ulansey, 1991). Mitra è associato con Perseo, la cui costellazione si trova al disotto di quella del toro.

Nella raffigurazione sono presenti un serpente, uno scorpione, un cane, ed una cornacchia, probabilmente in relazione con le costellazioni associate. Nell'iconografia la divinità viene spesso rappresentata insieme a due personaggi, detti i dadofori o portatori di fiaccole: i loro nomi erano Cautes e Cautopates. Il primo dei due porta la fiaccola alzata, l'altro abbassata: rappresentano il ciclo solare, dall'alba al tramonto, e allo stesso tempo il ciclo vitale: il calore luminoso della vita e il freddo gelido della morte.

I mitrei, così diversi dai grandi edifici templari dedicati alle divinità dei culti pubblici, si distinguevano anche per il fatto di essere di dimensioni modeste; il servizio di culto, che terminava in un banchetto comune, era officiato da una piccola comunità, solitamente formata da qualche dozzina di persone.

[modifica] Ranghi mitraici

I membri di un mitreo erano divisi in sette ranghi. I primi quattro livelli sembrano rappresentare un progresso spirituale, mentre gli altri tre appaiono aver avuto uffici specializzati. I sette gradi iniziatici erano:

  • Corax (cornacchia)
  • Nymphus (sposo)
  • Miles (soldato)
  • Leo (leone)
  • Perses (Persiano)
  • Heliodromus (corriere del sole)
  • Pater (padre)

Ogni rango si trovava sotto la speciale protezione di un corpo celeste, rispettivamente Mercurio, Venere, Marte, Giove, Luna, Sole e Saturno.

[modifica] La mitologia del Mitraismo

Una immagine bronzea di Mitra, che emerge da un anello zodiacale a forma di uovo, trovata associata ad un mitreo lungo il Vallo di Adriano, ed una iscrizione trovata a Roma, lasciano supporre che Mitra possa essere stato visto come il dio-creatore orfico Phanes che emerse dall’uovo cosmico all’inizio del tempo, dando vita all’universo. Tale visione è rafforzata da un bassorilievo al Museo Estense di Modena, che mostra Phanes che esce da un uovo, circondato dai dodici segni dello zodiaco.

Mitra è anche descritto a volte come un uomo nato o rinato da una pietra (la 'petra genetrix), intorno alla quale è attorcigliato il serpente Ouroboros. Secondo lo scrittore Porfirio la caverna descritta nella tauroctonia rappresenterebbe un immagine del cosmo, e quindi la roccia sarebbe il cosmo visto dall’esterno.

Uno dei motivi centrali del Mitraismo è il mito del sacrificio di un toro sacro, creato dalla divinità suprema Ahura Mazda, che Mitra uccide nella caverna, secondo quanto consigliato da un corvo, mandato da Ahura Mazda. In questo mito, dal corpo del toro morente spuntano piante, animali e tutti i frutti della terra. Recentemente è stato ipotizzato che la tauroctonia possa essere la descrizione simbolica della fine dell’età del Toro, dalla cui costellazione, per la precessione degli equinozi, il sole stava uscendo per entrare in quella dell’Ariete.

Alcuni commentatori supposero che i seguaci del culto mitraico venerassero Mitra come mediatore tra l’Uomo e il Dio supremo del mondo superiore ed inferiore. Comunque, altri studiosi, ispirandosi alle teorie di James Frazer, hanno classificato il Mitraismo come una religione misterica che adorava una divinità che resuscita dopo la morte, comparabile ad Iside o la Persefone/Demetra dei misteri eleusini.

[modifica] Storia del Mitraismo

[modifica] Origini

Il Mitraismo è generalmente ritenuto essere di origine persiana, specificatamente una emanazione della cultura zoroastriana. Non può tuttavia essere messo in relazione con gli insegnamenti di Zoroastro, in quanto questi era un monoteista e per lui Ahura Mazda era l'unico dio. Dario il Grande fu ugualmente rigido nel monoteismo ufficiale del suo regno: al di fuori di Ahura Mazda nessun dio è menzionato nelle numerose iscrizioni del VI secolo a.C. rinvenute.

Comunque raramente il culto ufficiale è la sola religione professata in un area geografica. La seguente iscrizione da Susa di Artaserse II Mnemone (404-358 a.C.) dimostra che non tutti i re Achemenidi furono puramente Zoroastriani come Dario:

"Artaxerxes il Grande Re, [...] dice: [...] per il favore di Ahura Mazda, Anahita, e Mitra, ho costruito questo palazzo. Possano Ahuramazda, Anahita, e Mitra proteggermi da ogni male, e possa ciò che ho costruito non cadere in rovina né essere danneggiato."

Il tentativo di identificare il Mitra romano con quello persiano è complicato dal fatto che non esistono testi o leggende persiane che facciano riferimento a Mitra che uccide un toro o in relazione con altri animali. D’altra parte, esiste un racconto di Ahriman, il dio del male in sviluppi popolari dello Zoroastrismo, nel quale uccide un toro. Rimane arduo, altresì, spiegare come una divinità solare possa essere diventata oggetto di culto per i Romani nei mitrei, luoghi bui e cavernosi.

Un possibile legame tra la Persia e Roma, che potrebbe aver fatto da tappa per questi mutamenti, potrebbero essere stati i regni dei Parti e del Ponto in Asia Minore. Alcuni dei loro regnanti furono chiamati Mitridate, che significa "dato da Mitra", a cominciare da Mitridate I (morto nel 138 a.C.). Fu, infatti, a Pergamo, nel II secolo a.C., che scultori Greci iniziarono la produzione di raffigurazioni su basso-rilievo del Mitra Tauroctono. Anche se il culto di Mitra non fu mai presente nel mondo greco, queste sculture potrebbero indicare il percorso che portò il Mitra persiano a Roma.

Verso il I secolo, lo storico greco Plutarco scrive che i pirati della Cilicia praticavano riti mitraici intorno al 67 a.C.. Probabilmente dai primi contatti tra l’esercito romano ed i pirati cilici, il culto del Mitra persiano, mutuato con Ahriman, il dio che uccise un toro, passò a Roma.

[modifica] Mitraismo nella Roma primitiva

Il Mitraismo arrivò completamente maturo a Roma con il ritorno delle legioni dall’Oriente nel I secolo a.C.. Come dio delle armi e campione degli eroi, Mitra attrasse i soldati romani, che portarono il suo culto in Iberia, Britannia, e Dacia.

Il culto di Mitra a Roma iniziò ad attrarre attenzione verso la fine del I secolo, probabilmente in corrispondenza con la conquista dell’allora zoroastriana Armenia. Le più antiche evidenze materiali per il culto romano di Mitra datano da quel periodo, in uno stato di servizio di soldati romani che provenivano dal presidio di Carnuntum vicino al Danubio nell’attuale Ungheria (la provincia romana della Pannonia superiore). Questi soldati combatterono contro i Parti e furono coinvolti nella soppressione delle rivolte a Gerusalemme dal 60 al 70 circa. Ritornati in patria, eseguirono dedicazioni al culto di Mitra, probabilmente nel 71 o 72.

Stazio fa menzione del tipico rilievo mitraico nella Tebaide scritta intorno all’80; anche la Vita di Pompeo di Plutarco testimonia che in quel periodo il culto di Mitra fosse ben conosciuto.

Intorno al 200, il Mitraismo si propagò all’interno di tutto l’esercito romano, come anche tra commercianti e schiavi. Le frontiere germaniche hanno reso molte testimonianze archeologiche di questa diffusione: piccoli oggetti cultuali connessi con Mitra sono stati trovati in scavi archeologici dalla Romania al Vallo di Adriano.

[modifica] Mitraismo nell’Impero Romano

Gli imperatori romani nel III secolo incoraggiarono il Mitraismo, per il supporto che esso offriva alla natura divina dei monarchi. Mitra divenne perciò datore di autorità e vittoria alla casa imperiale. Dal tempo di Commodo, che partecipò ai misteri mitriaci, seguaci del culto si trovavano in tutte le classi della società.

Vari templi mitraici sono stati scoperti alle frontiere dell’Impero romano: nell’Inghilterra settentrionale sono stati identificati tre mitrei a Housesteads, Carrawburgh and Rudchester. Recenti scavi a Londra hanno messo in luce strutture di un tempio mitraico vicino al centro di un insediamento fortificato romano. Altri mitrei sono stati trovati lungo il Danubio ed il Reno, nella provincia di Dacia (dove nel 2003 fu scoperto un tempio a Alba-Iulia), come anche in Numidia nel nordAfrica.

Come è naturale aspettarsi, rovine mitraiche sono state trovate anche in Italia: a Napoli, ad Ostia ed a Roma, dove sono stati identificati una dozzina di mitrei. L’importanza del culto nella città di Roma è testimoniata dall’abbondanza dei resti monumentali: più di 75 statue, 100 iscrizioni mitraiche, oltre a resti di templi ed altari in ogni parte della città e nel suburbio. Un mitreo ben conservato del secondo secolo, con altare e panchine di pietra, originariamente costruito al di sotto di una casa romana (com’era pratica comune), sopravvive nella cripta sopra la quale fu costruita la Chiesa di San Clemente.

[modifica] La fine del Mitraismo

Il culto del Sole (Sol) esistette all’interno del pantheon romano indigeno, ma ebbe una parte secondaria e sempre in associazione con la luna. Comunque in Oriente vi furono molte divinità solari, come l’Helios greco, poi rimpiazzato da Apollo. All’incirca nel terzo secolo, i culti popolari di Apollo e Mitra iniziarono a fondersi nel sincretismo romano e diedero vita al culto del Sol Invictus; nel 274 l’imperatore Aureliano (la cui madre fu una sacerdotessa del sole) rese ufficiale il culto di Sol Invictus. In seguito Aureliano costruì a Roma uno splendido tempio ad esso dedicato e creò un nuovo corpo di sacerdoti (pontifex solis invicti), attribuendo le sue vittorie in Oriente a Sol Invictus. Da ricordare che la nascita di Mitra era fatta coincidere con quella del sole durante il solstizio d’inverno.

Questo periodo segnò anche l’inizio del declino del Mitraismo, poco dopo l’Impero romano perse la Dacia e le invasioni dei popoli del nord distrussero molti templi lungo la frontiera dell’Impero, la principale roccaforte del culto. La diffusione del Cristianesimo all’interno dell’Impero, sostenuta dalla tolleranza di Costantino verso la nuova religione, fece la sua parte.

Il regno dell'imperatore Giuliano, che cercò di restaurare il culto e di limitare l'avanzata della religione cristiana, e l’usurpazione di Flavio Eugenio rinnovarono le speranze dei seguaci di Mitra, ma il decreto stilato da Teodosio nel 391, che vietava qualsiasi culto non cristiano, sancì definitivamente la fine del Mitraismo.

Tarde sopravvivenze del culto mitriaco si possono trovare fino al V secolo in alcuni luoghi delle Alpi e nelle regioni orientali. Il suo posto, come religione persiana passata poi in Occidente, fu preso dal Manicheismo.

[modifica] Similarità e connessioni con il Cristianesimo

Per approfondire, vedi la voce Cristianesimo e Mitraismo.

È possibile che esistano connessioni tra Mitraismo ed Cristianesimo, come farebbero supporre alcune similitudini tra le due religioni, quali la celebrazione del Natale il 25 dicembre, l'esistenza di Paradiso e Inferno, e altre credenze simili tra la nascita di Gesù e quella di Mitra.

[modifica] Mitrei a Roma e dintorni

[modifica] Bibliografia

  • Cumont, Fr. Textes et monuments figurés relatifs aux mystères de Mithra, I-II, 1896-1899.
  • Cumont, Fr. The misteries of Mithra, 1956.
  • Duchesse-Guillemin, J. (ed.), Études mithriaques. Actes du Deuxième Congrès International, 1978.
  • Hinnels, J.R. (ed.), Mithraic studies. Proceedings of the First International Congress of mithraic studies, I-II, 1975.
  • Merkelbach, R. Mithra, 1988.
  • Pavia, C. Guida dei Mitrei di Roma Antica, 1999.
  • Turcan, R.A. Mithra et le mithriacisme, 1981.
  • Vermaseren, M. Mithra, the secret God, 1963.
  • Wikander, St. Études sur les mysthères de Mithra, 1950.

[modifica] Voci correlate

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