Legio X Fretensis
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La Legio X Fretensis era una legione romana creata da Ottaviano nel 41/40 a.C. per combattere durante le guerre civili che portarono alla dissoluzione della Repubblica. La X Fretensis è esistita almeno fino agli inizi del V secolo d.C. Il suo simbolo era il toro, animale sacro della dea Venere, da cui, secondo la leggenda, discendeva la Gens Giulia a cui appartenevano Caio Giulio Cesare e Ottaviano. Questo simbolo può anche stare a significare che la legione fu costituita fra il 20 aprile e 20 maggio, periodo dell'anno che cade, appunto, sotto il segno del toro.
Ottaviano scelse per questa legione il numero dieci come richiamo alla famosa X legione Geminata di Cesare. Nel 36 a.C., la legione combatte agli ordini di Ottaviano contro Sesto Pompeo nella battaglia di Nauloco, espisodio da cui ricevette il suo cognomen, Fretensis, perché la battaglia si svolse nei pressi dello stretto di Messina (il Fretum Siculum).
Nel 31 combatté nella battaglia di Azio, contro Marco Antonio. E proprio la partecipazione a questa battaglia spiegherebbe perché un altro simbolo della legione era la trireme. Lo scontro ad Azio segnò la fine delle guerre civili e l'assunzione del potere assoluto da parte di Ottaviano, che nel 27 a.C. assunse il titolo di Augusto.
Dopo essere stata di stanza nella provincia di Giudea, nel 6 d.C. fu invece acquartierata nella provincia di Siria, insieme alla III legione Gallica, alla VI legione Ferrata e alla XII legione Fulminata. In quello stesso anno, Publio Sulpicio Quirino, governatore di Siria, guidò queste legioni contro la rivolta scoppiata dopo l'uccisione di Erode Archelao. Al tempo dell'imperatore Nerone, nel 58, la X legione Fretensis partecipò alla campagna militare di Gneo Domizio Corbulone contro i parti.
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[modifica] Prima guerra giudaica
La X legione Fretensis giocò un ruolo importante nella prima guerra giudaica (66–73) sotto il comando supremo del futuro imperatore Vespasiano. Nel 66, questa legione si recò insieme alla V Macedonica ad Alessandria per un'invasione dell'Etiopia, pianificata da Nerone, ma invece furono impiegate nella soprpessione della rivolta giudaica. Dopo aver svernato ad Acri (Israele), la X Fretensis e la V Macedonica furono acquartierate nella città costiera di Caesarea Maritima (67/68). E mentre nel 69 Vespasiano si recò a Roma nell'ambito delle guerre civili note come anno dei quattro imperatori, il figlio Tito rimase in Oriente per reprimere la rivolta. Quando Taricace e Gamala furono conquistate, la X Fretensis andò a Scitopoli (odierna Bet She'an), poco ad ovest del fiume Giordano. Nell'estate del 68, la X Fretensis distrusse il monastero di Qumran e poi si spostò negli accampamenti invernali di Gerico.
A partire dal 70, la rivolta fu soppressa in tutta la Giudea, tranne che a Gerusalemme e in pochi altri luoghi, come la fortezza di Masada. In questo stesso anno la X Fretensis, insieme alla V Macedonica, alla XII Fulminata e alla XV legione Apollinaris, assediò Gerusalemme, fulcro della rivolta. La X si accampò sul monte degli olivi e durante l'assedio acquistò fama per la sua abilità di utilizzare le macchine da guerra. Dopo 5 mesi di duro assedio, Gerusalemme cadde e fu saccheggiata.
Durante la rivolta del 71, Tito si recò a Roma e fu nominato un nuovo governatore, Lucilio Basso, che ebbe l'ordine di portare a termine le ultime operazioni militari in Giudea. Egli si servì della X legione Fretensis, che conquistò Erodio e, attraversato il Giordano, la fortezza di Machero, sulla costa del Mar Morto. A causa di una malattia, Basso non portò però a termine il suo compito. Fu sostituito da Lucio Flavio Silva, che, nell'autunno del 72, attaccò la fortezza giudaica di Masada, avvalendosi anche della X legione. Dopo la definitva soppressione della rivolta, la legione fu collocata a Gerusalemme. In questo periodo fu la sola acquartierata in Giudea con il compito di mantenere la pace nella regione. Era alle dirette dipendenze del governatore provinciale, che aveva quindi anche la funzione di legato di legione.[1]
[modifica] Seconda guerra giudaica
Dopo aver partecipato alla campagna militare di Traiano contro i parti, la Fretensis fu coinvolta nella rivolta di Bar Kokhba (132-135), che era scoppiata a seguito della decisione dell'imperatore Adriano di costruire un tempio pagano in onore di Giove a Gerusalemme. Simone Bar Kokhba diede vita alla rivolta, occupando Gerusalemme e infliggendo molte perdite ai romani. La guerra terminò quando l'esercito romano, compresa la X legione Fretensis e truppe provenienti dal confine danubiano, sotto il comando di Sesto Giulio Severo riconquistarono Gerusalemme e assediarono con successo l'ultima fortezza giudaica, Betar. Visto il malcontento che serpeggiava nella regione, la legione Fretensis fu affiancata dalla VI legione Ferrata, accampata a Lejjun.
[modifica] Storia successiva
Una vexillatio della Fretensis combatté contro i marcomanni al tempo di Marco Aurelio. Nel 193, la legione si schierò con Pescennio Nigro contro Settimio Severo e fu forse coinvolta nella lotta tra giudei e samaritani. La legione si trovava ancora a Gerusalemme al tempo di Caracalla o di Eliogabalo, mentre all'epoca di Gallieno fu impiegata nella guerra contro l'Impero gallico. Fu poi spostata ad Aila (vicino all'odierna Aqaba),[2] forse all'epoca della riforma di Diocleziano e si trovava ancora là quando fu redatta la Notitia Dignitatum (inizi del V secolo).[3]
[modifica] Note
- ↑ leg(atus) Aug(usti) leg(ionis) X Fret(ensis) et leg(atus) pr(o) pr(aetore) [pr]ovinciae Iudaeae, CIL III 12117. See also X 6321.
- ↑ Eusebio di Cesarea, Onomasticon.
- ↑ "praefectus legionis decimae Fretensis, Ailae", Notitia Dignitatum in partibus orientis, XXXIV 30.
[modifica] Voci correlate
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