Guanyin
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Guanyin — cinese Kuan Yin (观音?/觀音?, Guān Yīn?) o Kuan Shi Yin (观世音?/觀世音?, Guān Shì Yīn?); giapponese Kannon (観音?) o Kanzeon (観世音?); coreano Gwan-eum (관음) o Gwan-se-eum (관세음) — è una divinità buddhista molto venerata, soprattutto come dea della misericordia: una sua statua è presente in tutti i piccoli altari che si incontrano nelle case, i negozi, i laboratori sia ovviamente della Cina che anche della comunità cinese italiana. Il tutte le lingue, il primo nome (es Guanyin) è un'abbreviazione del secondo (es Kuan Shih Yin), cioè "Osservatrice dei suoni del Mondo".
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[modifica] Rappresentazione
Guanyin era in origine il nome cinese del Bodhisattva Avalokitesvara, però tradizioni popolari cinesi e di altri popoli dell'estremo oriente hanno aggiunto molte caratteristiche e leggende peculiari. Avalokitesvara era originariamente rappresentato come il Buddha quando era ancora un principe, e perciò indossa abiti che scoprono il petto e talvolta ha i baffi. Comunque, in Cina, Guanyin è generalmente rappresentata come una donna.
Sempre in Cina, Guanyin indossa generalmente una lunga veste bianca, e spesso una collana delle famiglie reali indocinesi; nella mano destra regge una brocca d'acqua pura, e nella sinistra un ramo di salice. La corona generalmente riporta un'immagine di Amitabha Buddha, il maestro spirituale di Guanyin prima che divenisse un Bodhisattva.
Poiché simboleggia la compassione, in Estremo Oriente Guanyin è associata al vegetarismo; i ristoranti vegetariani cinesi spesso sono decorati con sue immagini, e appare in molte rivista di cucina Buddhista.
È occasionalmente accompagnata dai suoi due discepoli, che appaiono con lei nella meditazione sul Monte Putuo, Long Nü e Shan Tsai; nel romanzo Viaggio in Occidente inoltre le si affianca come discepolo il principe Moksa, figlio del Re Li.
[modifica] Storia
Insieme al Buddhismo, il culto di Guanyin fu introdotto in Cina agli inizi del primo secolo D.C., e raggiunse il Giappone attraverso la Corea subito dopo essersi stabilito nel Paese alla metà del settimo secolo.
Le rappresentazioni del bodhisattva in Cina prima della dinastia Song erano maschili; immagini successive mostravano attributi di entrambi i sessi e ciò in accordo al Sutra del Loto, dove Avalokitesvara ha il potere di assumere ogni forma al fine di alleviare la sofferenza e può concepire figli; per questo il bodhisattva è considerato la personificazione di compassione e bontà, una dea-madre e patrona di madri e pescatori. Le rappresentazioni in Cina divennero tutte femminili intorno al dodicesimo secolo. In età moderna, Guanyin è spesso rappresentata come una donna bellissima con una veste bianca.
[modifica] Leggende
[modifica] Guanyin e le Mille Braccia
Una leggenda Buddhista presenta Guanyin nell'atto di far voto di non riposarsi fino ad aver liberato tutti gli esseri senzienti dal Saṃsāra. Nonostante il suo strenuo impegno, realizzò che c'erano ancora molti esseri infelici che dovevano ancora essere salvati; sforzandosi di comprendere le necessità di tanti, la sua testa si divise in undici parti. Amitabha Buddha, vedendo la situazione, gli donò undici teste con cui udire le suppliche dei sofferenti; avendole ascoltate e comprese, Avalokitesvara cercò di raggiungere e soccorrerli, ma così facendo le sue braccia si divisero i mille pezzi: ancora una volta, Amitabha venne in suo aiuto e gli assegnò mille braccia per soccorrere le moltitudini. Molte versioni Himalayane della storia parlano di otto braccia con cui Avalokitesvara regge il Dharma in varie forme, mentre altre tradizioni cinesi danno altre spiegazioni e altri numeri.
In Cina, i pescatori spesso pregano la Bodhisattva per assicurarsi un viaggio sicuro: il titolo Guanyin dell'Oceano del Sud (南海觀音) e Guanyin dell'Isola derivano da questa tradizione.
[modifica] Leggenda di Miao Shan
Un'altra leggenda, probabilmente di origine Taoista, citata per la prima volta nella biografia scritta da Guan Daosheng durante la dinastia Yuan, descrive Guanyin come la figlia di un padre crudele che voleva darla in sposa ad un uomo ricco ma cinico. Il suo nome era Miao Shan (妙善), terza figlia di Miao Zhuang Yan, re di Beique (forse Sumatra); lei lo supplicò di lasciarla entrare in un tempio e diventare una sacerdotessa, e suo padre acconsentì a farla lavorare in un tempio, ma chiese ai monaci di darle incarichi pesanti per scoraggiarla. I monaci costrinsero Shan a lavorare tutti i giorni e tutte le notti, mentre altri dormivano, per finire il suo lavoro; ma lei era così buona che gli animali del bosco cominciarono ad aiutarla nelle sue faccende. Il padre, vedendo questo, fu così infuriato che cercò di bruciare il tempio; Shan spense il fuoco a mani nude e non riportò neanche una scottatura: terrorizzato, il padre ordinò che fosse condannata a morte. Ella morì, ma divenne una dea per la sua bontà e cominciò il suo viaggio verso il Cielo: mentre stava ascendendo udì un pianto proveniente dalla Terra, così chiese di tornare indietro e fece voto di rimanere fintanto che fossero rimaste le sofferenze.
Una versione della leggenda narra che, al momento della sua esecuzione, una tigre la portò nel regno dei morti, ma invece di essere punita dai demoni, Guanyin suonò e cantò, e i fiori sbocciarono attorno a lei: la storia narra che Guanyin riuscì a trasformare quell'inferno in un paradiso.
Un'altra versione della stessa leggenda racconta che giunta in quell'inferno Guanyin fu sopraffatta dalle sofferenze che le anime lì rinchiuse dovevano subire, e per compassione ne liberò molte prima che Yanluo, Re di quell'inferno, la fermasse: così tornò in vita sul Monte Putuo.
Un'altra storia narra che Miao Shan non morì ma fu rapita da una tigre, la Divinità della Montagna Profumata.
La leggenda di Miao Shan generalmente finisce con Miao Chuang Yen, il padre di Miao Shan, che si ammala d'itterizia, senza che nessun medico riesca a curarlo: allora un monaco disse che quell'itterizia poteva essere curata solo facendo una pozione col braccio e l'occhio di una persona che non abbia mai ceduto all'ira, e suggerì che una persona così viveva sulla Montagna Profumata. A Miao Shan fu perciò richiesto di donare volontariamente un braccio e un occhio, e Miao Chuang Yen fu curato e si recò sulla Montagna profumata per ringraziare il suo salvatore: quando scoprì che sua figlia si era amputata un braccio e un occhio per lui, la supplicò di perdonarlo. La storia si conclude con Miao Shan che diventa Guanyin dalle Mille Braccia e il re, la regina e le due sorelle che le innalzano un tempio sulla montagna.
[modifica] Presenza al di fuori del buddhismo
[modifica] Guanyin nel taoismo
La figura di Guanyin è stata assimilata dal Taoismo come un'Immortale, e in molti templi taoisti sono presenti sue statue; la ragione si può trovare nel sincretismo tipico delle religioni orientali, che incorporano con estrema facilità divinità o rituali di filosofie anche molto lontane. In particolare, Zhao Yi, taoista della dinastia Qing, osservò come Guanyin, insieme all'imperatore Guan e Lu Dongbin, fosse una delle figure alle quali si bruciava più incenso, e questa venerazione popolare ha spinto i templi taoisti ad accogliere immagini della dea.
Un caso esemplare è il Tempio della Protezione della Pace a Shanghai: i taoisti comprarono la proprietà dai buddhisti, e lasciarono al suo posto la statua della dea. Quando il tempio bruciò e dovette essere ricostruito, i sacerdoti taoisti fecero costruire un'altra statua di Guanyin per accontentare i fedeli, e quando fu ritrovata l'originale, ancora intatta, entrambe furono ospitate nel tempio.
Un altro importante elemento che ha favorito l'accettazione della dea nel pantheon taoista fu il concetto dell'Unità delle Tre Dottrine, teoria sincretica che mirava a fondere le tre maggiori filosofie cinesi, cioè buddhismo, taoismo e confucianesimo; nonostante qualche difficoltà durante il regno dell'imperatore Song Huizong la teoria ebbe un certo successo e costituì la base per la Tradizione della Perfezione Completa. In questa tradizione Guanyin veniva a sovrapporsi con altre divinità taoiste compassionevoli e soprattutto materne, come Tianxin Songzi o Zhangxian.
In uno dei più importanti testi taoisti, il Liezi di Lie Yukou, Guanyin compare come personaggio in un passaggio molto noto, ad illuminare Lie Zi.
[modifica] Guanyin in Giappone (Kannon)
In Giappone, il culto di Kannon è molto forte, e non solo in ambito buddhista; in particolare, Juntei Kannon Bosatsu è considerata divinità materna e protettrice dei bambini, e come tale si è sovrapposta, fino a soppiantare, il kami (divinità shintoista) Koyasu (portatrice di bambini), già in parte soppiantata dal culto della principessa Konohana Sakkuya, dea protettrice del Monte Fuji, che avrebbe dato alla luce un figlio durante l'incendio della sua abitazione. Nella scuola buddhista giapponese Shingon è venerata con il nome Karitei-mo.
Talvolta la sua figura è confusa con quella della rakshasa Kishimojin, "madre dei demoni", di cui nel Sutra del Loto si dice si sia convertita al buddhismo ed è quindi anch'essa venerata come dea della maternità.
Durante il periodo Edo, in cui il cristianesimo era in Giappone una religione vietata e i cristiani erano perseguitati, effigi della Madonna erano spesso camuffate da statue di Guanyin; tali statue sono dette Maria Kannon.
[modifica] Guanyin nella cultura popolare
A causa della grande devozione per lei, spesso Guanyin compare come personaggio in romanzi o novelle in gran parte dell'Estremo Oriente; in particolare è un personaggio del classico cinese Viaggio in Occidente, e in molte opere tratte da questo, come film, rappresentazioni teatrali, fumetti e cartoni animati.
Nel manga/anime Gensoumaden Saiyuki, che vuol essere un seguito e una rilettura di Viaggio in Occidente, Guanyin compare come Kanzeon Bosatsu, personaggio minore ma importante, rilettura molto poco ortodossa del mito della Bodhisattva.
[modifica] Collegamenti esterni
- Guanyin dalle mille braccia
- La leggenda di Miao Shan
- (EN) Guanyin e taoismo
- (EN) Guanyin e Kishimojin come dee della maternità
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