Fatimidi
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
I Fatimidi ( فاطميّون ) costituirono la dinastia sciita ismailita più importante di tutta la storia dell'Islam.
Devono il loro nome alla discendenza da Fātima bt. Muhammad, figlia del profeta Muhammad. che dal suo matrimonio con ‘Alī b. Abī Tālib garantì una discendenza al Profeta.
La prima base del movimento — parte del più vasto movimento carmata — fu nel IX secolo in Siria nella città di Salamiyya, tra Hama e Homs (ar. Hims). Il fatimide ‘Abd Allāh si propose però agli inizi del X secolo come l'Imām al-Qā’im, "l'Imam permanente") che l'Ismailismo credeva si sarebbe manifestato alla fine dei tempi per ricondurre l'Islam alla sua originaria purezza e questo provocò una frattura mai più ricompostasi col resto del movimento carmata.
Sfuggito alle truppe abbasidi e agli stessi avversari carmati che lo consideravano un impostore e un traditore, ‘Abd Allāh riparò in Egitto e da lì, grazie ad accordi sottoscritti con esponenti della tribù berbera dei Kutāma, nell'Ifrīqiya aghlabide.
In un primo periodo di 4 anni ‘Abd Allāh (che talora è chiamato anche Sa‘īd o ‘Alī) non rivelò le sue intenzioni e la sua identità e si spostò nelle aree sottoposte al controllo dei kharigiti Midraridi per dare ancor meno nell'occhio ma qui fu sottoposto a misure di residenza sorvegliata per 5 anni.
In suo favore agì il responsabile della da‘wa (macchina propagandistica retta da dā‘ī, ovvero "missionari"), Abū ‘Abd Allāh al-Shī‘ī, che con un esercito di devoti berberi convertiti sbaragliò le forze aghlabidi a al-Urbus il 19 marzo del 909. Giunto a Sijilmāsa (Sigilmassa), dove si trovava recluso il suo signore, Abū ‘Abd Allāh al-Shī‘ī obbligò il 26 agosto 909 l'emiro rustemide a rilasciare senza indugio il suo prigioniero che, portato a Raqqāda (l'antica capitale aghlabide), si presentò col nome di ‘Ubayd Allāh, assumendo il 6 giugno 910 il laqab di al-Mahdī (il Ben Guidato [da Dio]).
[modifica] Voci correlate
- Carmati
- Ismailismo
- Aghlabidi
- Midraridi
- Storia dell'Egitto fatimide
[modifica] Bibliografia
- W. Ivanow, The origins of Ismā‘īlism, Cambridge, Cambridge U.P., 1940.
- Hugh Kennedy, The Prophet and the Age of the Caliphates, Londra-New York, Longman, 1986.
- Carl F. Petry (ed.), The Cambridge History of Egypt. Islamic Egypt, 640-1517, Cambridge, U.P., 1998.
- Jamil M. Abun-Nasr, A History of the Maghrib in the Islamic period, Cambridge, Cambridge U.P., 1993 (3th ed.).
- Farhad Daftary, The Ismā‘īlis: their history and doctrines, Cambridge-New York, Cambridge U.P., 1990.