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NO TAV - Wikipedia

NO TAV

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

WikiNews
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NO TAV è un movimento della popolazione della Val di Susa contro la costruzione della linea ferroviaria del treno ad alta velocità Torino-Lione, nell'ambito della costruzione del cosiddetto corridoio 5 che dovrebbe collegare trasversalmente l'Europa dell'est (a partire da Kiev), con le grandi città dell'Europa occidentale (tra cui Genova, Marsiglia, Barcellona fino a Lisbona).

Analoghi movimenti di contestazione erano sorti nei primi anni novanta tra Firenze, Bologna e Roma e a seguito delle contestazioni in Val di Susa tutti i movimenti NO TAV nazionali hanno ottenuto una finestra "mediatica" dove esporre i propri argomenti.

Nella foto: il tratto iniziale della valle (partendo da Torino) ripreso dalla Sacra di San Michele
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Nella foto: il tratto iniziale della valle (partendo da Torino) ripreso dalla Sacra di San Michele

Indice

[modifica] Storia del movimento NO TAV

Il movimento NO TAV non ha una vera e propria data di inizio in quanto è nato spontaneamente in seguito alle prime assemblee pubbliche sull'argomento tenutesi fin dai primi anni '90.

Ci sono state numerose manifestazioni contro il TAV, le più importanti si sono tenute il 31 maggio 2003 con una marcia da Borgone Susa a Bussoleno, il 4 giugno 2005 con un'altra marcia da Susa a Venaus, il 5 novembre 2005 con una fiaccolata da Susa a Mompantero (ca. 15.000 partecipanti) ed il 16 novembre 2005 con un'altra marcia da Bussoleno a Susa (ca. 80.000 partecipanti).

[modifica] Avvenimenti in ordine cronologico

  • 15/12/91. Nasce il comitato HABITAT: una sessantina le persone aderenti tra tecnici, medici, professionisti, operai, docenti del Politecnico, sindaci e amministratori della Valle.
  • 12/12/92. Al cinema comunale di Condove in un' assemblea pubblica viene fatto ascoltare il rumore del Tav.
  • 22/02/93. Convegno organizzato da Habitat al Politecnico di Torino dal titolo "Questo treno farà rumore?". Viene fatto ascoltare ai torinesi il rumore del Tav.
  • 07/04/93. Causa un esposto presentato alla Procura della Repubblica da parte di Habitat, viene indagato Brizio, presidente della Regione Piemonte e gran promotore della Torino-Lione.
  • 18/04/94. Brizio (Presidente della regione Piemonte) viene a parlare di Tav ad Avigliana. Dura la contestazione della popolazione locale, "Bordate di fischi sul treno di Brizio" titolano i giornali locali.
  • 18/07/94. Sala consigliare di Bussoleno, nasce il comitato contro l'alta velocità voluto da Habitat.
  • 27/10/94. Di nuovo Brizio a parlare di Tav, questa volta a Susa e di nuovo dura la contestazione degli amministratori e della popolazione.
  • 21/01/95. Assemblea pubblica a Villar Dora, sono più di 400 le persone venute ad ascoltare il rumore del Tav.
  • 11/03/95. Prima manifestazione nazionale contro l'Alta Velocità a Firenze, ci sono tutti i comitati delle regioni toccate, naturalmente non manca la numerosa delegazione valsusina.
  • 02/03/96. Manifestazione a S. Ambrogio: 4000 persone guidate da Sindaci e Comunità Montana sfilano per dire NO AL TAV". Iniziano gli atti intimidatori verso chi si oppone al Tav. A metà maggio 1996 appare sulle montagne di Condove una scritta enorme "NO TAV", idem a Bussoleno.
  • 23/08/96. Primo di una lunga serie di attentati : presso la frazione Falcemagna di Bussoleno vengono lanciate due bottiglie molotov contro una trivella che sta compiendo indagini geognostiche per conto di Alpetunnel Geie.
  • 26/11/96. Nuovo attentato a Bruzolo, una cabina ferroviaria viene incendiata, i mass-media si scatenano contro gli "eco-terroristi valsusini". Il movimento no-tav, accusa invece la controparte come mandanti degli attentati per indebolire il fronte contro il Tav.
  • 24/12/96. Terzo attentato: una centralina dell'Omnitel, a Mompantero, Habitat e Pronatura seguono la pista della provocazione, intanto le forze dell'ordine mettono sotto sorveglianza i militanti di Habitat e chiunque abbia a che fare con l'opposizione al Tav.
  • 26/01/97. Bruzolo, altra trivella data alle fiamme, "La Stampa" e il TG3 Regionale continuano a parlare di "Eco-terroristi valsusini".
  • 05/02/97. Borgata Cugno, strada per il Rocciamelone, altra trivella incendiata, i carabinieri continuano l'opera di controllo sempre più serrata verso gli oppositori valsusini, i quali continuano a denunciare il fatto che questi attentati non fanno che indebolire l'opposizione al Tav, facendo il gioco di Pininfarina e soci.
  • 15/02/97. Bomba incendiaria contro un edificio di servizio della Sitaf.
  • 10/03/97. Bomba incendiaria contro la Chiesa di Giaglione.
  • 18/03/97. Una carica di dinamite fa saltare la centralina elettrica dell'autostrada a Giaglione.
  • Maggio 97. Ancora due attentati a Mompantero, colpiti un ripetitore, oscurate le Tv Mediaset, e una trivella pronta a fare i sondaggi, alle riunioni di Habitat, sempre meno gente, si inizia ad avere paura di uscire se si ha un adesivo NO TAV sulla macchina. I carabinieri continuano a perquisire e fermare.
  • 05/06/97. Si ritorna a organizzare convegni : Avigliana, cinema Corso.
  • 13/09/97. Assemblea alla palestra comunale di Bruzolo, per fare il punto della situazione sul progetto di Alpetunnel.
  • 04/11/97. Nuovo attentato oscura i ripetitori televisivi a Gandoglio, borgata di Borgone, 12 emittenti oscurate, girano volantini deliranti di rivendicazione firmati "Lupi Grigi".
  • 29/11/97. Manifestazione di sindaci, amministratori e popolazione contro "gli strani attentati" e per ribadire che il Tav non si ferma con le bombe ma con i metodi democratici.
  • 16/01/98. Incendio doloso distrugge il municipio di Caprie e danneggia i locali della Posta.
  • Inizio marzo 1998. Arrestati coloro che i media avevano definito i "3 Lupi Grigi" : Maria Soledad Rosa (Argentina), Edoardo Massari (Ivrea) e Silvano Pellissero (Bussoleno). Tutti e tre di area anarchica. Vengono ritrovate nella "Casa Okupada" di Collegno degli oggetti appartenenti al comune di Caprie. In Valle molti sentono odore di bruciato, compreso il giornale locale Luna Nuova. Non è così per il PM Laudi, curatore dell'inchiesta, che afferma di avere "Prove granitiche" per accusare i tre ragazzi.
  • Fine febbraio 1998. Si suicida in carcere Edoardo Massari, verrà poi scagionato da tutte le accuse eccetto il rogo di Caprie.
  • 28/03/98. Corteo a Torino per Edoardo Massari, sfila la Torino antagonista dei centri sociali, ma anche un pezzo di società civile, 10 mila circa le persone partecipanti.
  • 11/07/98. Muore suicida anche Maria Soledad Rosa, verrà anche lei scagionata da tutte le accuse, rimane tutt'ora in carcere Silvano Pellissero, accusato solo del furto e del rogo del Municipio di Caprie, crollano le accuse di "associazione terroristica". I 13 attentati in valle non si sa tutt'ora chi li abbia commessi, l'unica certezza e che le "prove granitiche" di Laudi ci lasciano 2 morti e un opposizione al TAV debole e impaurita.
  • 06/03/99. Sala consigliare di Bussoleno: alla presenza di tutti i sindaci e gli amministratori Valsusini il ministro per l'ambiente Ronchi dice "Dimenticatevi il Tav, non si farà". Dure le reazioni di Pinifarina e soci.
  • 18/03/00. Convegno "Progetti e diritti" contro le grandi opere a Susa e manifestazione dei trattori della Coldiretti. Ghigo, presidente della Regione Piemonte mette come prioritaria la linea alta velocità Torino-Lione, lo segue a ruota Castellani, sindaco di Torino.
  • 02/07/00. Prima uscita del collettivo Linea Rossa a Chianocco, dibattiti sul Tav e musica con i Sound System.
  • 14-17/07/00. Campeggio militante NO TAV a S.Giorio. Dibattiti, cene e concerti, organizza sempre Linea Rossa, nonostante il cattivo tempo, sono moltissime le persone che vi partecipano.
  • 17-18/07/00. In occasione di un ennesimo summit da parte dei signori del Tav, popolazione e amministratori salgono in 100 a Bardonecchia a ribadire il NO TAV della Valle di Susa.
  • Novembre 2000. Apertura di uno striscione "NO TAV" in consiglio regionale Piemontese. Otto le persone denunciate per attentato agli organi istituzionali.
  • 02/12/00. Sotto una pioggia battente in 500 sfilano per le vie di Bussoleno per dire "NO AL TAV".
  • 12/12/00. Assemblea pubblica in Comunità Montana indetta dalla stessa Comunità Montana: L'Ing. De Bernardi (Tecnico del piano nazionale trasporti) e l'Ing. Pinna (già direttore generale del trasporto merci delle ferrovie) spiegano il perché i valsusini hanno ragione a dire NO AL TAV.
  • 25/01/01. Presidio di 200 valsusini al congresso di Transpadana organizzato al Lingotto di Torino. Presente tutta la "crema": Ghigo, Agnelli, Pininfarina, Castellani, ecc.,ecc. Riuscirà a parlare anche dal palco il presidente della comunità montana Ferrentino che arriverà a dire "Con queste premesse non vorrei che i cantieri venissero aperti alla presenza dei carabinieri".
  • 27/01/01. Delegazione Valsusina a Chambery a protestare con gli amici francesi anch'essi contrari al Tav.
  • 29/01/01. Manifestazione a Torino in occasione dell' accordo del governo italiano e quello francese sulla Torino-Lione. Indetto uno sciopero generale in Valle di Susa. Più di 5000 persone sfilano per le vie di Torino. In testa al lungo corteo sindaci ed amministratori dei 25 comuni della valle.
  • 15/09/01. Causa tragedia dell'11 settembre salta, per volere delle istituzioni e per i vertici di Habitat, una grossa Kermesse musicale e non solo che si sarebbe dovuta tenere a Caprie: intervenivano 9 gruppi musicali più vari artisti della Valle.
  • 31/10/01. Assemblea pubblica a Condove. Circa 500 persone ad ascoltare l'esponente del comitato contro l'alta velocità nel Mugello. Viene raccontato delle devastazioni ambientali e delle decine di paesi rimasti senz' acqua a causa dei lavori del tav.
  • 16/11/01. Palestra comunale di Bruzolo: davanti a 700 persone viene presentato lo studio De Bernardi sul flusso di merci: è chiaro che è inutile e sbagliato concentrare tutto il traffico merci del nord Italia in Valle di Susa, non sfruttando adeguatamente gli altri valichi.
  • 22/11/01. Pianezza: presentazione dello studio De Bernardi.
  • 23/11/01. Prima uscita di "Spinta dal Bass": serata informativa sul TAV in sala consigliare ad Avigliana. Interviene il Prof. Cancelli del Politecnico di Torino. Un centinaio di persone, quasi tutti giovani e giovanissimi, ascoltano i motivi del perché NO TAV.
  • 24/11/01. In occasione del vertice Berlusconi-Chirac a Perigueux dove si parlava anche della Torino-Lione, 5000 persone scendono in piazza ad Avigliana guidati dai sindaci e amministratori dei 25 comuni valsusini. Ancora una manifestazione imponente per ribadire il NO TAV.
  • 28/11/01. Una delegazione di sindaci e cittadini valsusini raggiunge la cittadina di Perigueux dopo un viaggio di 700 Km. per esprimere il dissenso della Valle di Susa al vertice Berlusconi-Chirac. Intanto al Consiglio regionale di Torino presidio di una cinquantina di valsusini con bandiere e striscioni.
  • 30/11/01. Concerto al centro sociale di Villar Dora intitolato "Stop the Train" 500 giovani ballano al grido di "NO TAV !" Organizza "Spinta dal Bass".
  • 09/02/02. Al carnevale della Valmessa sfila un grosso gruppo mascherato con annesso di banda: chi vestito da Pininfarina-Ghigo e/o manager delle ferrovie chi da Valligiano. Viene distribuito un volantino dove si contesta in modo ironico gli amministratori pronti a trattare opere compensative in cambio del passaggio del Tav.Organizza "Spinta dal Bass".
  • 23/02/02. Più di 1000 persone sfilano a Bussoleno per chiedere il contingentamento dei Tir e ribadire il NO AL TAV.
  • 11/04/02. Assemblea pubblica a Pianezza "Fermare il Tav si può". Partecipano più di 100 persone. Organizza il comitato spontaneo contro il G8 pianezzese.
  • 12/04/02. Più di 100 valsusini presidiano la prefettura di Torino in occasione della presentazione del tracciato da parte delle ferrovie ai comuni valsusini (dopo 10 anni di richieste).
  • 23/04/02. La comunità montana approva all'unanimità un ordine del giorno dove si ribadisce la netta opposizione al Tav. Da sottolineare che tutti i partiti valsusini dell'arco costituzionale votano lo stesso documento.
  • 10/05/02. Avigliana, davanti a un folto pubblico e agli amministratori della Valle di Susa, viene presentato ufficialmente il libro di Chiara Sasso "Canto per la nostra valle" diario fra qualità della vita e prepotenza della velocità.
  • 11/05/02. Avigliana, Piazza del Popolo: più di 1500 giovani partecipano alla "Festa di Primavera" contro il Tav e a favore dell' ospedale di Avigliana che si vuole smantellare. Organizza Spinta dal Bass.

Sono stati organizzati tre presidi permanenti a Bruzolo e Borgone Susa, luoghi in cui dovevano iniziare i primi sondaggi del 2005 e Venaus dove dovrebbero iniziare la galleria geognostica (che diventerà in seguito di servizio) del tunnel di base.

All'inizio di novembre 2005 una trivella è stata sistemata nel territorio di Mompantero. Per l'esproprio dei terreni si è reso necessario l'intervento delle forze dell'ordine, a causa della ferma opposizione di membri del movimento NO TAV, dei sindaci e dei cittadini. Ci sono stati momenti di forte tensione ma i manifestanti si sono sempre posti con una resistenza passiva, nonostante ciò alcuni sono stati raggiunti da denunce, poi decadute. Le forze dell'ordine hanno poi disposto dei posti di blocco nell'intero paese di Mompantero dove solo i residenti, dopo verifica, possono passare; inoltre la tensione è tale per cui gli alunni per recarsi a scuola sono scortati dai carabinieri. Il 4 novembre 2005 è stato addirittura rinvenuto un ordigno esplosivo dimostrativo a base di dinamite sulla strada che porta a Giaglione, zona non interessata dai cantieri; gli esponenti del movimento NO TAV hanno comunque immediatamente condannato l'episodio e se ne sono dissociati.

Nella notte tra il 5 ed il 6 dicembre 2005 le forze dell'ordine hanno fatto irruzione nel presidio di Venaus per porre fine all'occupazione dei terreni circostanti il futuro cantiere. L'8 dicembre 2005 si è tenuta una manifestazione di protesta contro i fatti riguardanti il 5-6 dicembre a Venaus. Una marcia formata da circa 70.000 persone, partita Susa con destinazione Venaus. Durante la manifestazione, in località Passeggeri, si sono verificati alcuni contatti con le forza dell'ordine ma il popolo NO TAV ha proseguito la sua marcia salendo lungo la statale che porta a Giaglione, deviando poi per una vecchia strada di montagna. Giunti a Venaus, alcuni gruppi hanno divelto le reti di recinzione del cantiere bloccando l'inizio lavori. Attualmente tali terreni sono sotto sequestro ed il cantiere è bloccato. Il popolo NO TAV ha costituito un nuovo Presidio, situato di fronte al precedente, che servirà anche da osservatorio nel caso dovessero iniziare i lavori.

[modifica] La contestazione dei NO TAV Val di Susa

Vi sono diverse ragioni per cui sono nate le contestazioni:

  • Per la durata dei lavori (stimata in almeno 12 anni), si può prevedere una notevole quantità di autocarri in transito per le strade della valle necessari per il trasporto di circa 16 milioni di m³ di materiale asportato con lo scavo delle gallerie.
  • È stato dimostrato che le montagne valsusine, che in base ai progetti dovranno essere attraversate da lunghe gallerie, hanno al loro interno rocce contenenti amianto ed uranio. I timori dei contestatori sono che, durante gli scavi ed il trasporto dei detriti, queste sostanze possano diffondersi, anche con condizioni atmosferiche ordinarie, fino alla periferia della vicina Torino. Questo punto non ha motivate basi scientifiche, ed i contestatori da un lato si oppongono persino ai carotaggi per lo studio ulteriore delle caratteristiche geologiche delle montagne interessate, e dall'altro ipotizzano scenari non ben chiariti razionalmente. Oggi è possibile lavorare e movimentare rocce conteneti amianto in sicurezza, ed esiste la possibilità di monitorarlo e verificare se la concentrazione nell'aria supera o no una soglia minima [2]
  • La nuova linea ad alta velocità sarà adibita soltanto al trasporto merci. Secondo un'analisi effettuata dal gruppo NO TAV risulterebbe che il suo utilizzo equivarrebbe all'utilizzo attuale della linea storica, tranne per il fatto che ci sarebbero da smaltire negli anni successivi i debiti nati per la sua produzione (i costi supererebbero insomma i possibili guadagni per un certo lungo termine).[citazione necessaria]
  • Costerebbe meno sviluppare la linea storica che costruire una nuova doppia linea.
  • Possibilità di esondazione della Dora Riparia dovuto ai lavori nell'area e diversi problemi idrici per gli scavi.
  • La costruzione di un nuovo elettrodotto (molto più grande di quello già esistente, che in passato era stato già causa di un certo malcontento della popolazione valsusina) sarebbe in aperto contrasto con l'area su cui si estenderebbe (su cui oltretutto sorge persino un castello - senza citare nuovamente i problemi di tipo geologico).
  • Problemi circa l'inquinamento acustico già riscontrati nella linea TAV del centro Italia, moltiplicati per via del luogo in cui viene costruita l'opera (una valle circondata dai monti).
  • Verranno scavati tunnel sotto le montagne lunghi chilometri e nel caso di incidenti o problemi tecnici si teme che, visti i trascorsi degli altri tunnel alpini, si verificheranno situazioni di emergenza particolarmente difficili da gestire (secondo alcuni, totalmente ingestibili).
  • Se la manutenzione delle linee attuali da parte delle ferrovie italiane lascia a desiderare, è presumibile che la linea ad alta velocità andrà incontro allo stesso destino, e anche per questo, invece della costruzione di una nuova linea i NO TAV chiedono la manutenzione e magari il miglioramento di quelle già esistenti.

L'opinione pubblica e la politica sono quindi perplessi su tale protesta: chi appoggia i contestatori, chi li critica sostenendo che si tratta di tipiche contestazioni causate dalla sindrome di NIMBY. I lavori sono fondamentali per lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto italiane ed europee, ma se le contestazioni mosse fossero fondate i NO TAV si chiedono se non sia il caso di mettere la salute pubblica e l'ambiente al di sopra dello sviluppo tecnologico incondizionato.

[modifica] Manifestazioni in Val di Susa

Per impedire lo svolgimento dei carotaggi, migliaia di persone (principalmente abitanti del luogo, ma anche provenienti da altre regioni) hanno occupato i cantieri. Per far proseguire i lavori, la questura ha inviato la polizia in tenuta antisommossa (scudo e manganello) a disperdere i manifestanti durante la notte del 6 dicembre, in quello che è stato definito "un contatto fisico" dalla questura e "un massacro di manifestanti pacifici, donne e pensionati" dai cittadini di tutta la Val Susa e di molte regioni d'Italia. Ci sono molte fotografiche e video sul blitz notturno disponibili sulla rete[3]. La questura nega che la polizia abbia usato metodi violenti e afferma che i manifestanti hanno provocato le forze dell'ordine attaccando con dei bastoni e lanciando sassi. Secondo i manifestanti, la polizia ha caricato il presidio picchiando violentemente chiunque vi si trovasse, "principalmente donne e anziani", nonostante essi "non opponessero la minima resistenza" e rimanessero "con le mani alzate". I giornali hanno poi riportato varie testimonianze di persone di ogni sesso ed età che raccontavano del pestaggio anche verso chi stava dormendo in tenda, in ospedale a Susa 52 manifestanti sono stati soccorsi, alcuni gravi per le botte ricevute. Secondo Indymedia, il vicequestore Sanna, guidando la forzatura di una barricata, avrebbe detto "ammazzateli tutti" [4]. Inoltre vi sono dure critiche per le percosse subite dai giornalisti e dai fotografi presenti durante gli scontri, ai quali sarebbe stato impedito di documentare gli avvenimenti. L'intera Valle di Susa appena appreso quanto accaduto è scesa su strade, autostrade e ferrovie paralizzando il traffico per un intera gionrata per protestare e attirare l'attenzione su quanto accaduto a Venaus.

Altre migliaia di persone di ogni ceto ed età si sono unite alla manifestazione e hanno ricostruito il presidio occupando nuovamente i cantieri l' 8 dicembre. La questura ha preferito non inviare altra polizia e togliere i blocchi da alcune strade.

Il ministro Lunardi ha commentato le accuse dei manifestanti dicendo "dicano e facciano ciò che vogliono, la TAV si farà".[citazione necessaria]

Secondo il Ministero dell'Interno nel movimento si sono infiltrati 1000 antagonisti violenti, con il solo scopo di destabilizzare la situazione. A sostegno di questa tesi sembra esserci il pestaggio subito su un treno dall'europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio, picchiato il 17 dicembre 2005 insieme a due poliziotti da decine di no-global che minacciavano di gettarlo dal convoglio in corsa.

Il ministro dell'interno Pisanu si è successivamente ufficialmente scusato "con i cittadini pacifici della Val di Susa che hanno subito danni fisici in occasione dello sgombero del cantiere di Venaus".[citazione necessaria]

[modifica] Dopo il blitz di Venaus

In tutta Italia subito dopo il blitz della polizia a Venaus sono iniziate delle manifestazioni in tutta Italia contro la decisione del governo da parte di alcune associazioni e movimenti [5], [6].

Dopo le tensioni tra i cittadini della Val di Susa e il Governo, tensioni prodotte dal blitz della polizia, la magistratura ha messo sotto sequestro i cantieri di Venaus [7], abbandonati subito dopo questa decisione dagli occupanti e dalla stessa azienda incaricata per i lavori di scavo. Parallelamente il governo, sull'onda dell'impatto mediatico dell'evento, ha promesso di istituire un tavolo di confronto, tecnico e politico, con i sindaci dei comuni coinvolti e esperti nominati da entrambe le parti. Nonostante le amministrazioni locali della Val di Susa continuino a chiedere di essere ascoltate, della commissione politica non si è più parlato. Il presidente della commissione, Mario Virano, nominato direttamente dal governo, è contestato dal movimento NO TAV per conflitto di interessi, in quanto riveste ruoli rilevanti all'interno di aziende coinvolte a vario titolo nel progetto del TAV: amministratore delegato uscente della Sitaf (che gestisce l'autostrada A32 e il Traforo stradale del Frejus), e consigliere di amministrazione ANAS.

[modifica] Contestazioni per le Olimpiadi Invernali Torino 2006

Con il percorso verso il Piemonte della fiaccola olimpica il movimento NO TAV si fa presente lungo il percorso del tedoforo per sfruttare la vetrina mondiale offerta dall'evento olimpico. A Susa qualcuno nella folla tenta simbolicamente di calare una bandiera NO TAV sulla fiaccola. Il percorso originario doveva includere l'intera Val di Susa, ma la fiamma fu deviata, per precauzione, senza raggiungere molti paesi tra cui Avigliana.

Bisogna rilevare che non è stato rilevato nessun atto di boicottaggio verso le Olimpiadi Invernali, come invece si era paventato nei giorni precedenti.

[modifica] Bibliografia

  • Ferdinando Imposimato e Giuseppe Pisauro, Corruzione ad alta velocità. Viaggio nel governo invisibile, Koinè Nuove Edizioni, 1999
  • Luca Mercalli e Chiara Sasso, Le mucche mangiano cemento Viaggio tra gli ultimi pastori di Valsusa e l'avanzata del calcestruzzo, Societa' Meteorologica Subalpina, 2004
  • Oscar Margaira, Adesso o mai più, Edizioni del Graffio, 2005
  • AAVV, FACCE NO TAV. L'opposizione popolare raccontata in 250 scatti, Ed Tipolito Melli, 2005
  • Chiara Sasso, No Tav., Cronache dalla Val di Susa, Edizioni Carta - Intra Moenia, 2006
  • Marco Cedolin, Tav in Valle di Susa,un buio tunnel nella Democrazia - Arianna Editrice
  • Ivan Cicconi, Le grandi opere del Cavaliere - KOINe' nuove edizioni
  • Chiara Sasso, Canto per la nostra valle Diario fra qualità della vita e prepotenza della velocità - Editrice Morra
  • Chiara Sasso e Luca Mercalli, Le mucche non mangiano cemento. Viaggio tra gli ultimi pastori di Valsusa e l'avanzata del calcestruzzo - Editrice SMS
  • Centro Sociale Askatasuna e del Comitato di lotta popolare, NO TAV la valle che resiste -Editrice Velleità Alternative
  • Claudio Cancelli, Giuseppe Sergi, Massimo Zucchetti, Travolti dall'alta voracità - Odradek Edizioni
  • Antonio G. Calafati, Dove sono le ragioni del si? La Tav in Val di Susa nella società della conoscenza - Edizioni SEB27
  • Virgilio Bettini, Tav: i perché del NO - Edizioni UTET
  • Alleanza per l'opposizione a tutte le nocività, Treni ad alta velocità. Perché il treno ad alta velocità è un danno individuale e un flagello collettivo - Nautilus edizioni
  • Tobia Imperato, Le scarpe dei suicidi , autoproduzioni Fenix

[modifica] Filmografia

  • "Le meraviglie del mondo!" di Nicola Palmeri
Un film apartitico che difende la natura
Produzione: MizzicaFilm
Anno: 2006
Durata: 14 minuti
Regia: Nicola Palmeri
  • "NO TAV gli indiani di valle" di Adonella Marena
Produzione: Overfilm
Anno: 2005
Durata: 54 minuti
Regia: Adonella Marena
Fotografia: Alberto Airola
Montaggio: Massimo Cellerino
Musiche: Davide Belistreri e Emmanuele de Paoli
  • "NO TAV fermarlo è possibile" a cura del Centro Sociale Askatasuna e del Comitato di lotta popolare
Cronache di una lotta popolare
Autoproduzioni Centro Sociale Askatasuna
Anno: 2006
Durata: 75 minuti
  • "Valle di Susa, le ragioni di un NO" di Franca Verda Hunziker e Francesco Chiesa
Produzione: TSI - Televisione Svizzera di lingua Italiana
Anno: 2006
Durata: 33 minuti
Regia: Franca Verda Hunziker e Francesco Chiesa
Fotografia: Alberto Moccia
Montaggio: Marianne Quarti
Sonoro: Nino Maranesi e Renato Soldini
  • Raccolta di video, documentari e film su NOTAV.it

[modifica] Note

  1. (DE) ecn.org: "Mit den Krallen und zähnefletschend"
  2. centroscansetti.unito.it: "Amianto: rischio reale e rischio percepito"
  3. spintadalbass.org: "Manifestazioni NO TAV, foto"
  4. indymedia.org: "Sgombero a Venaus", dicembre 2005
  5. Il resto del carlino: "No alla TAV", dicembre 2005
  6. romagnaoggi.it: "No-tav: no-global nella sede della Cmc a Ravenna", dicembre 2005
  7. rainews24: "Tav. Sotto sequestro cantiere di Venaus. Fini: opera irrinunciabile. Fassino: ora il dialogo", dicembre 2005

[modifica] Voci correlate

[modifica] Oppositori del TAV

[modifica] Associazioni nazionali

[modifica] Partiti politici

[modifica] Parlamentari

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Contrari al TAV

[modifica] Altri punti di vista

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