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Matrimonio (religione) - Wikipedia

Matrimonio (religione)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Molte religioni hanno numerosi insegnamenti riguardanti il matrimonio. La maggior parte delle chiese Cristiane danno una qualche forma di benedizione al matrimonio; la cerimonia di nozze tipicamente include una qualche forma di impegno da parte della società in appoggio alla relazione della coppia. Nella Chiesa Cattolica Romana il "santo matrimonio" è considerato uno dei sette sacramenti, in questo caso uno che gli sposi si conferiscono reciprocamente di fronte a un sacerdote e a dei membri della comunità in qualità di testimoni, nel corso di una "messa nuziale". Nella chiesa Ortodossa Orientale, è uno dei misteri, ed è visto come come un'investitura e un martirio. Nel matrimonio, i Cristiani vedono un'immagine della relazione tra Gesù e la Chiesa. Nell'ebraismo, il matrimonio è visto come l'unione di due famiglie, prolungando pertanto la religione e l'eredità culturale del popolo ebraico. Anche l'Islam raccomanda caldamente il matrimonio; tra le altre cose, esso aiuta nel perseguimento della perfezione spirituale. L'Induismo vede il matrimonio come un sacro dovere che comporta obblighi religiosi e sociali. per contro il Buddismo non incoraggia né scoraggia il matrimonio, sebbene insegni che una persona deve vivere una vita matrimoniale felice.

Dal XII secolo, il matrimonio è riconosciuto chiaramente come sacramento dagli Ortodossi e dalla Chiesa Cattolica, ed è definito come una alleanza fra un uomo e una donna.

Vale anche la pena di notare che religioni diverse hanno credi differenti riguardo alla rottura del matrimonio.

Indice

[modifica] Il matrimonio ebraico

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Ė necessario contattare il rabbino tre mesi prima della cerimonia. La fidanzata assisterà a delle riunioni con la moglie del rabbino e sarà purificata prima del matrimonio attraverso il Mikvé. Il matrimonio ebraico richiede un estratto dell'atto di nascita, un atto di matrimonio dei genitori e lo stato di famiglia.

[modifica] Il matrimonio cristiano

La tradizione di celebrare il matrimonio cristiano in un edificio religioso inizia nell'alto Medioevo; infatti, nessun testo dei Vangeli vi fa allusione. L'unico intervento di Cristo in un matrimonio è quello delle Nozze di Cana dove non farà alcuna benedizione, ma dove trasformerà, su richiesta di sua madre, l'acqua in vino perché la festa non sia rovinata dalla mancanza di vino.

È solo a partire dall'imperatore Costantino I "il Grande" che la Chiesa consigliò ai cristiani di distinguere giuridicamente il matrimonio cristiano dal matrimonio civile romano. Occorse attendere il IV concilio lateranense perché il matrimonio cristiano divenne l'oggetto di decisioni giuridiche interne alla Chiesa.

I primi cristiani si sposavano secondo i costumi del loro paese d'origine. Per i cristiani Giudei ad esempio, la Bibbia mostra che tale avvenimento era puramente familiare, e apparirebbe oggi come una convivenza riconosciuta dalle famiglie dei due sposi. Un solo matrimonio della Bibbia fa allusione a un atto giuridico, si tratta del matrimonio di Ruth e di Booz, e l'atto giuridico riguardava le terre alle quali Ruth era legata per la sua storia personale, ma di cui Booz era l'erede secondo la legge ebraica.

Per i cristiani, il matrimonio non è soltanto l’amore tra un uomo e una donna. È anche il segno dell’amore di Dio per gli uomini, segno della sua Alleanza. È attraverso il loro amore reciproco, in tutte le sue dimensioni (la condivisione della gioia e del dolore, l’amore fisico, la fecondità, il rispetto dell’altro nella libertà…) che gli sposi scoprono cos'è l’amore di Dio per l’umanità: il dono di sé senza riserve. Le riflessioni teologiche sul Cantico dei cantici, libro della Bibbia che è un poema d'amore tra un uomo e una donna, sono senza dubbio all'origine di tale percezione dell'amore di coppia come immagine dell'amore di Dio. I testi di Paolo sul matrimonio servono spesso come riferimento per la definizione del matrimonio cristiano, anche se la sottomissione della donna al marito è sempre più contestata in termini psico-sociologici, e tollerata come anacronismo. I cristiani tradizionalisti conservano in questa sottomissione della donna al marito tutto il suo valore teologico.

Durante le riunioni preliminari (spesso configurate come corso prematrimoniale), il fidanzati concordano spesso con il celebrante o con un'equipe parrocchiale le letture, i canti ed i testi della Promessa.

Il rito del matrimonio cristiano è quasi identico in tutti i paesi del mondo e sostituisce o affianca le tradizioni locali. In particolare, in molti paesi non-occidentali si celebrano tre riti: la consegna della dote, il matrimonio civile (spesso importato dagli stessi colonizzatori che hanno cristianizzato la zona) ed il matrimonio religioso. Quest'ultimo è spesso considerato il più importante.

[modifica] Chiese ortodosse

Deve essere contattato il patriarca ed entrambi gli sposi devono essere battezzati.

[modifica] Cattolicesimo

Per approfondire, vedi la voce matrimonio (sacramento).

Nella costituzione pastorale Gaudium et spes il matrimonio è così definito:

  • L’intima comunità di vita e d’amore coniugale, fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie, è stabilita col patto coniugale. (...) E così dall’atto umano col quale i coniugi mutuamente si danno e si ricevono, nasce anche davanti alla società, un istituto che ha stabilità per ordinamento divino. [48,1; EV 1/1471].

Nella Chiesa cattolica il matrimonio è riconosciuto come uno dei sette sacramenti; i quattro pilastri del sacramento sono:

  • la libertà: ognuno dei fidanzati deve essere pienamente libero al momento del suo matrimonio
  • la fedeltà: si promettono fedeltà e questa promessa è fonte di reciproco affidamento
  • l’indissolubilità: si sposano per tutta la vita, poiché il matrimonio crea un legame sacro tra gli sposi
  • la fecondità: accettano di essere aperti alla vita e di accogliere con amore i figli che metteranno al mondo.

Il divorzio non è ammesso ma è regolamentato l'annullamento in alcuni casi ben specificati.

[modifica] Protestantesimo

La riforma protestante non ha accettato il carattere di sacramento del matrimonio, anche se vede in esso un patto a vita.

Per i protestanti, il matrimonio è prima di tutto una scelta personale dei due sposi. Tale scelta è affermata socialmente nel matrimonio civile. La cerimonia, nel tempio o in chiesa, indica la dimensione spirituale della scelta della coppia. Al momento della cerimonia, la coppia indica le sue scelte di vita e le sue convinzioni religiose e il pastore pronuncia la benedizione sulla coppia.

[modifica] Il matrimonio cristiano secondo Bertrand Russell

Bertrand Russell ritenne che la visione apocalittica di Paolo gli faceva vedere il matrimonio prevalentemente come un mezzo per prevenire la fornicazione, diminuendo l'enfasi verso il ruolo della procreazione (vedi 1 Corinzi 15,24-28).

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«Il cristianesimo, e più in particolare San Paolo, introdussero una visione del matrimonio interamente nuova, diversa dal ritenere che esso esistesse come uno strumento primario per la procreazione di bambimi, ma come la prevenzione del peccato di fornicazione (1 Corinzi 7,1-9). San Paolo non menziona nessun bambino, lo scopo biologico del matrimonio gli appare totalmente non importante. Questo è abbastanza comprensibile, visto che egli immagina che la seconda venuta fosse imminente e che il mondo sarebbe presto finito. Alla seconda venuta gli quomini sarebbero stati divisi in pecore e capri, e la sola cosa veramente importante sarebbe stata trovarsi tra le pecore in quella occasione. San Paolo sostiene che il rapporto sessuale, anche nel matrimonio, è quasi come un ostacolo al tentativo di ottenere la salvezza (1 Corinzi 7,32-4). Nonostante questo per gli sposi è possibile salvarsi, ma la fornicazione è un peccato mortale, e il fornicatore che non si penta è sicuro di trovarsi tra i capri.»
(Bertrand Russell, Matrimonio e Morale, Norton and Company LTD, 1970. P. 44–7)

[modifica] Il matrimonio musulmano

Nell'Islam, il matrimonio è un contratto verbale che può anche essere scritto. L'uomo e la donna che stanno per sposarsi esprimono davanti ad almeno due testimoni, il loro desiderio a vivere come marito e moglie.

L'imam viene incontrato un mese prima della cerimonia. Il matrimonio può essere celebrato nella moschea chiamata "nikâh" o "fâtiha", nel municipio o al domicilio degli sposi. Il matrimonio musulmano richiede un certificato di matrimonio civile.

Il doario (mahr)

Prima della celebrazione del matrimonio, gli sposi possono accordarsi su una cifra (detta doario, «mahr»), che il marito dovrà dare a sua moglie. Idealmente, la cifra sarà specificata anche nel momento in cui le due persone esprimono la loro volontà di vivere insieme in tale contratto verbale.

Attraverso il doario, l'uomo testimonia l'affetto per la donna che vuole sposare (è un regalo); esso testimonia anche l'impegno in questa relazione (che non è temporanea ma eterna); infine egli mostra, mettendo a disposizione questa cifra, che continuerà a provvedere ai bisogni materiali della donna che sposa.

Il tutore della donna sposa i fidanzati chiedendo a ciascuno di essi se desiderano vivere insieme come marito e moglie, ricorda le eventuali condizioni del contratto concluso nei dettagli. Possono essere i fidanzati stessi a dire di voler vivere insieme come marito e moglie, con l'assenso del tutore.

L'Islam ammette il divorzio, tuttavia, esiste un verso del Corano che descrive il divorzio come l'atto meno desiderabile permesso tra le persone. La regola generale prevede che l'uomo permetta alla moglie di restare dopo il divorzio, fino alla fine del suo periodo mestruale o per 3 mesi, se lei lo desidera. Durante questo periodo la coppia è divorziata, nel senso che vive sotto lo stesso tetto ma i due non sono marito e moglie. Gli studiosi del Corano suggeriscono che la motivazione principale sia quella di prevenire qualsiasi decisione da parte della donna che sia influenzata da fluttuazioni ormonali, oltre a permettere che qualsiasi discussione accesa o differenza venga risolta in modo civile prima che il matrimonio sia completamente terminato. Tuttavia, non vi è obbligo a rimanere per la donna. L'uomo è anche obbligato a dare a sua moglie un dono o una somma di denaro equivalente ad almeno la metà del mahr. Condizioni specifiche su come viene condotto il divorzio si applicano nche nel caso la donna sia incinta, o abbia partorito appena prima del divorzio. (Si veda: Corano 2:228-232, 236, 237, 241 e 65:1-7. Vedi anche 4:35)

[modifica] Voci correlate

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