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Loxodonta africana - Wikipedia

Loxodonta africana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Elefante africano
Stato di conservazione: Vulnerabile
Classificazione scientifica
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Proboscidea
Famiglia: Elephantidae
Genere: Loxodonta
Specie: L. africana
Nomenclatura binomiale
Loxodonta africana
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L'elefante africano (Loxodonta africana) è uno dei tre rappresentanti della famiglia degli Elefantidi, unica sopravvissuta dell'ordine dei Proboscidati. Questa famiglia comprende, oltre all'elefante indiano, anche l'elefante africano delle foreste (Loxodonta cyclotis), che solo recentemente è stato riconosciuto come specie a sé stante.

L'elefante africano è il più grande animale terrestre. Mediamente, i maschi misurano 6,5-7 metri di lunghezza, circa 3,2-3,7 metri di altezza al garrese e il peso si aggira sui 4700-6000 kg. Le femmine sono più piccole, arrivano a 3-3,5 tonnellate di peso. L'esemplare più grande conosciuto fu ucciso in Angola nel 1974 e misurava 4,2 metri di altezza per un peso di circa 12 tonnellate.

Questo animale ha orecchie enormi, che oltre ad assicurargli un'udito molto fine sono anche utili per la dispersione di calore. La struttura fisica presenta diverse differenze con il parente asiatico. Il dorso è curvo, il cranio appiattito frontalmente, la proboscide presenta due appendici digitiformi. Le zanne, che sono gli incisivi superiori allungati, sono molto grandi e nei maschi superano il metro e mezzo di lunghezza. Il suo nome scientifico Loxodonta significa in greco "dente obliquo" e si riferisce proprio a queste poderose appendici.

Questo animale non è un erbivoro selettivo, ma necessità di una ricca produzione vegetale. La parte preponderante del suo pasto quotidiano è costituita da vegetazione erbacea come le graminacee, ma si nutre abbondantemente anche di fogliame, frutti, corteccia. Grazie alla sua lunga e robusta proboscide è in grado di raggiungere anche i rami più alti. Se non riesce ad arrivarvi, spesso l'elefante ricorre ad una soluzione drastica, e abbatte l'albero per nutrirsi delle sue fronde. Un branco di elefanti quindi esercita un certo impatto sull'ambiente, arrivando anche a disboscare piccole aree di vegetazione. Mediamente, questo animale deve ingerire circa 300 kg di cibo al giorno. Grazie alla notevole lunghezza del suo intestino riesce a digerire qualsiasi tipo di vegetale. Proporzionatamente, gli elefanti depositano 250 kg di escrementi al giorno, che fungono da immensa riserva per gli scarabei stercorari.

Un branco di elefanti in Kenya
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Un branco di elefanti in Kenya

L'elefante è un animale sociale che vive in grandi branchi, che possono arrivare a contare anche una settantina di individui. Questi gruppi hanno struttura matriarcale e sono guidati solitamente dalla femmina più anziana. Talvolta i maschi, specie quelli più anziani, vivono solitari, mentre le femmine solitamente rimangono nel branco tutta la vita. Gli elefanti dimostrano grande attaccamento fra i vari membri del gruppo. Quando un'esemplare anziano si accascia al suolo, si possono osservare gli altri esemplari tentare di risollevarlo e rimanergli accanto finché non spira. I piccoli si mantengono all'interno del branco, e sono efficacemente protetti da tutti gli adulti in caso di attacco di predatori. La difesa dei cuccioli è anche uno dei possibili motivi che possono portare un elefante adulto a mostrarsi aggressivo verso gli esseri umani.

Questo animale ama molto l'acqua che è fondamentale per rinfrescarsi e pulirsi; usa la sua proboscide per raccogliere parecchi litri d'acqua e spruzzarsela addosso a mò di doccia.

La maturità sessuale varia con le condizioni ambientali e solitamente viene raggiunta da entrambi i sessi fra gli 8 e i 13 anni. Nelle femmine l'estro si verifica mediamente ogni 2 mesi. La fase di eccitazione sessuale dei maschi viene definita must e li porta alla ricerca di femmine tramite stimoli olfattivi; in questa fase i maschi sono particolarmente aggressivi. La gestazione dell'elefante africano è la più lunga di tutti i mammiferi, e dura 20-22 mesi, ai termini del quale nasce un solo piccolo (parti gemellari sono possibili ma rarissimi). Alla nascita, il cucciolo maschio pesa 120 kg, la femmina 90-100 kg, e sono entrambi lunghi circa 1,20 metri. Il neonato ha la pelle rugosa e ricoperta di peli radi; dopo mezz'ora dalla nascita è in grado di reggersi in piedi. Per i primi 3 anni il piccolo rimane sempre appresso alla madre, che lo allatta e lo protegge costantemente. In caso di allontanamento momentaneo o di morte della madre il cucciolo viene preso in consegna da altre femmine del branco.

Gli elefanti sono diffusi in gran parte dell'Africa subsahariana. Il loro habitat tipico è la grande savana alberata, ma possono adattarsi anche ad altri ambienti (per esempio foreste). In ogni caso, le fonti d'acqua sono fondamentali per questo animale, che difficilmente si trova in ambienti aridi (tuttavia, ci sono elefanti in alcune zone desertiche della Namibia).

L'elefante è un animale notoriamente molto longevo; vive mediamente 70-75 anni; in almeno un caso noto un individuo ha superato gli 80 anni.

Rispetto al parente asiatico ha un carattere più aggressivo e resistente all'addomesticazione.

Grazie alla sua mole, l'elefante africano non ha nemici naturali. A volte può entrare in competizione con grossi erbivori quali rinoceronti o ippopotami presso le pozze d'acqua, e può capitare che i piccoli vengano assaliti da grossi predatori come i leoni, ma sono quasi sempre protetti dalle madri. Il nemico principale di questo pachiderma rimane l'uomo, che spesso conduce una caccia illegale per impossessarsi delle sue zanne d'avorio. Pur non essendo in serio rischio di estinzione, la sua popolazione è diminuita notevolmente rispetto al passato e in molti paesi africani sono in atto politiche di protezione di questo animale.

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