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Ansaldo S.V.A. - Wikipedia

Ansaldo S.V.A.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Ansaldo S.V.A.5

S.V.A.5 di profilo
Descrizione
Ruolo Ricognitore/Caccia/Bombardamento
Equipaggio 1/2
Primo volo
Entrata in servizio
Costruttore
Esemplari costruiti
Dimensioni
Lunghezza 8,13 m
Apertura alare 9,18 m
Angolo di freccia alare {{{freccia_alare}}}
Altezza 2,80 m
Superficie alare 26,90
Pesi
A vuoto 700
Carico
Massimo al decollo 975-1.050 kg
Propulsione
Motore uno SPA 6.A in linea
Potenza 220 CV
Spinta
Prestazioni
Velocità massima 225 km/h
Autonomia fino a 6 ore
Raggio d'azione {{{raggio}}}
Tangenza
Capacità di carico {{{capacità}}}
Armamento
Mitragliatrici 2 Vickers da 7,7 mm
Cannoni
Piloni {{{piloni}}}
Bombe fino a 75 kg, tipicamente 2 da 25 kg
Missili
Altro
Note
La lista di aerei militari presenti su wiki
Progetto:Aviazione


Gli Ansaldo S.V.A. erano una famiglia di biplani da ricognizione e bombardamento italiani sviluppati nella seconda fase della prima guerra mondiale. Protagonisti di diverse imprese, come il Volo su Vienna con Gabriele D'Annunzio nel 1918 od il Raid Roma-Tōkyō di Arturo Ferrarin nel 1920, trovarono un discreto successo nell’esportazione venendo utilizzati da 11 paesi, tra cui Francia e Stati Uniti, e furono costruiti in circa 2.000 esemplari.

Indice

[modifica] Il progetto

Il progetto di questo biplano iniziò nel 1916 ad opera di Rodolfo Verduzio e Umberto Savoja, due dei pionieri dell’aeronautica italiana. Il nome del velivolo, S.V.A, era appunto un acronimo delle iniziali dei cognomi dei due progettisti, e della ditta costruttrice: Savoja, Verduzio, Ansaldo. Importante per il progetto fu anche il contributo di un giovane ingegnere, Celestino Rosatelli, il futuro padre dei biplani Fiat C.R.32 e C,.R.42. Anche se le sue iniziali non comparivano nel nome del velivolo, questo presentava comunque quella che diventerà la sua firma inconfondibile: i montanti a W (controventatura a trave di Warren) tra l'ala superiore e l’ala inferiore. I progettisti, utilizzando un motore in linea SPA da 220 CV, miravano a realizzare un aereo da caccia dalle prestazioni superiori a quelle dei velivoli contemporanei. Per poter arrivare ad un simile risultato utilizzarono un approccio piuttosto moderno, impostando il progetto secondo un attento calcolo strutturale fin dall’inizio, questo in un epoca in cui la progettazione aeronautica si basava ancora su un approccio empirico.


Ansaldo I S.V.A. (Idro)

Un I S.V.A. delle prime serie, con i galleggianti tubolari
Descrizione
Ruolo
Equipaggio
Primo volo
Entrata in servizio
Costruttore
Esemplari costruiti 50
Dimensioni
Lunghezza 9,30m
Apertura alare 9,10 m
Angolo di freccia alare {{{freccia_alare}}}
Altezza
Superficie alare 24,48
Pesi
A vuoto 770 kg
Carico
Massimo al decollo 995 kg
Propulsione
Motore SPA 6A
Potenza 205 CV
Spinta
Prestazioni
Velocità massima 200 km/h
Autonomia 2 h 30 min
Raggio d'azione {{{raggio}}}
Tangenza 6.000 m
Capacità di carico {{{capacità}}}
Armamento
Mitragliatrici
Cannoni
Piloni {{{piloni}}}
Bombe 200 kg 46 kg
Missili
Altro
Note
La lista di aerei militari presenti su wiki
Progetto:Aviazione


Una volta che il Ministro della Guerra approvò il progetto e vennero scelti i cantieri Ansaldo di Genova per realizzare i primi prototipi, emerse come l’epoca non era ancora del tutto matura per definire il comportamento di un simile velivolo "a tavolino". Con i suoi 220 km/h aereo era infatti nettamente più veloce rispetto ai principali caccia italiani, Hanriot HD.1 e SPAD S.VII, distaccandoli anche di 40 km/h. Era anche più veloce dei caccia austriaci, quali Albatross D.III, Aviatik D.1 e Brandenburg D.1, ma si rivelò drasticamente poco maneggevole. Per questo motivo l’aereo venne adattato al ruolo di ricognitore e bombardiere leggero.

[modifica] Tecnica

Il primo prototipo volò il 19 marzo 1917 pilotato da Mario Stoppani. Come i modelli che derivarono successivamente era un biplano con l’ala superiore di apertura maggiore rispetto a quella inferiore (la differenza tra le due aperture non era comunque tale per poterlo definire come un Biplano#Sesquiplano). Aveva struttura lignea; la sottile fusoliera che terminava a sezione triangolare rivestita in compensato; le ali e le superfici di controllo erano rivestite in tela. L'ala superiore era munita di alettoni, la cui struttura era in legno e metallo, così come quella dei due equilibratore e del timone. Il motore, uno SPA a 6 cilindri in linea, disponeva di radiatore frontale, ed azionava un'elica bipala in legno. Queste le caratteristiche costruttive del primo prototipo, che sarebbero state mantenute nei modelli successivi ed i loro derivati.

[modifica] Dalla caccia alla ricognizione

Al prototipo, prima denominato S.V. , poi S.V.A.1 seguirono altri tre esemplari di preserie, tutti caratterizzati dall'assenza del parabrezza e da contreventatura ala superiore-fusoliera, differente da quella poi adottata nei modelli di serie. I prototipi vennero valutati a Torino Mirafiori nella primavera del 1917, ma rivelarono una manovrabilità inferiore ai principali caccia utilizzati da Italia ed Asutria-Ungheria. Poiché velocità massima e di salita erano superiori alla media dell'epoca, e visto che la produzione di serie era già in fase di avvio l'aereo venne destinato ai reparti di osservazione. Il primo reparto ad essere equipaggiato fu la 1a Sezione S.V.A. di Ponte San Pietro, ma l'accoglienza dei piloti dell'Osservazione Aerea per il nuovo biplano non fu migliore di quella dei piloti della caccia. Infatti le prestazioni dello S.V.A. erano drasticamente superiori a quelli dei velivoli da osservazione impiegati fino ad allora, ed in particolare la velocità minima più elevata mise in difficoltà i piloti per i primi tempi.


Ansaldo S.V.A.1
[[Image:|250px|]]
Descrizione
Ruolo
Equipaggio 1
Primo volo
Entrata in servizio
Costruttore
Esemplari costruiti
Dimensioni
Lunghezza 8,10 m
Apertura alare 9,10 m
Angolo di freccia alare {{{freccia_alare}}}
Altezza 2,65 m
Superficie alare 24,2
Pesi
A vuoto 670 kg
Carico
Massimo al decollo 952 kg
Propulsione
Motore SPA 6A
Potenza 205 CV
Spinta
Prestazioni
Velocità massima 220 km/h
Autonomia 3 ore
Raggio d'azione {{{raggio}}}
Tangenza
Capacità di carico {{{capacità}}}
Armamento
Mitragliatrici 2 da 7,7 mm
Cannoni
Piloni {{{piloni}}}
Bombe
Missili
Altro
Note
La lista di aerei militari presenti su wiki
Progetto:Aviazione


Comunque alla fine gli S.V.A. si guadagnarono la fiducia dei loro piloti e ebbero successo anche come caccia. Nel febbraio [[[1918]], durante un combattimento simulato, lo S.V.A. del tenente Allegri "sconfisse" lo SPAD S.XIII dell'asso Ferruccio Allegri.

[modifica] Gli S.V.A.: da S.V.A.1 a S.V.A.10

La famiglia degli Ansaldo S.V.A. rappresentò sostanzialmente l'evoluzione di uno stesso velivolo, anche se i diversi velivoli vennero utilizzati per ruoli diversi con diversi equipaggiamenti. Ad essere impiegato come propulsore era lo SPA a 6 cilindri in linea, sostituito dall'Isotta Fraschini V.6 in alcuni degli ultimi sviluppi, comunque vennero sperimentati anche altri propulsori, come il Lorraine-Dietrich.

Complessivamente, fino alla seconda metà degli anni'20 furono realizzati circa 2.000 esemplari dei diversi modelli di S.V.A., di cui circa 1.200 realizzati durante il conflitto.

[modifica] S.V.A.1

I primi 4 prototipi vennero, denominati inzialmente S.V. , poi S.V.A.1, si distinguevano dagli esemplari successivi per l'assenza di parabrezza, e per una differente contreventatura ala superiore-fusoliera e sistemazione degli scarichi.

[modifica] S.V.A.2

Lo S.V.A.2 fu il primo esemplare di serie. Fin dall'inizio vennero modificati le controventature e gli scarichi. Successivamente vennero introdotte nuovi accorgimenti.

  • Serie intermedia: adozione del parabrezza a cinque pannelli trasparenti; mitragliatrice installata sull'ala superiore; aperture a semicerchio nell'ala superiore e tra la radice ed il bordo di uscita delle ali inferiori per migliorare la visibilità del pilota verso l'alto e verso il basso.
  • Ultima serie: adozione di una mitragliatrice sparante attraverso il disco dell'elica; adozione di carenature per l'attacco dei montanti ala-fusoliera.


Ansaldo S.V.A.3
[[Image:|250px|]]
Descrizione
Ruolo
Equipaggio
Primo volo
Entrata in servizio
Costruttore
Esemplari costruiti
Dimensioni
Lunghezza 8,13 m
Apertura alare 7,75 m
Angolo di freccia alare {{{freccia_alare}}}
Altezza 2,65 m
Superficie alare 22,00
Pesi
A vuoto 665 kg
Carico
Massimo al decollo 890 kg
Propulsione
Motore SPA 6A
Potenza 220 CV
Spinta
Prestazioni
Velocità massima 220 km/h
Autonomia 3-4 h
Raggio d'azione {{{raggio}}}
Tangenza 5.000 m
Capacità di carico {{{capacità}}}
Armamento
Mitragliatrici 2 da 7,7 mm
Cannoni
Piloni {{{piloni}}}
Bombe 46 kg
Missili
Altro
Note
La lista di aerei militari presenti su wiki
Progetto:Aviazione


Uno S.V.A.2 venne modificato nel biposto destinato a Gabriele D'Annunzio per il Volo su Vienna, per sostituire il primo esemplare di S.V.A.9 distrutto in un incidente. Il posto per il passeggero era stato ricavato davanti al pilota, rimuovendo il serbatoio principale che era stato sostituito da un serbatoio a gravità nell'ala superiore. Il serbatoio a gravità era impiegato in altri serie di S.V.A. come riserva.

[modifica] S.V.A.3

Lo S.V.A.3 era un derivato dello S.V.A.2 destinato alla caccia. Armato con due mitragliatrici presentava un'apertura alare ridotta di circa 1,35 m.

[modifica] S.V.A.4

Lo S.V.A.4 rappresentò il modello di transizione tra lo S.V.A.2 e lo S.V.A.5. Destinato alla ricognizione presentava una deriva maggiorata per migliorare la stabilità dell'aereo.

[modifica] S.V.A.5

Lo S.V.A.5 fu la principale versione di serie prodotta durante il conflitto. Versione migliorata dell’ S.V.A.4 e capace di una maggiore autonomia, venne impiegata principalmente come ricognitore/bombardiere, ma anche come caccia di scorta per i trimotori Caproni (Ca.33, Ca.40, Ca.41, Ca.44 e Ca.45). L'armamento era di due mitragliatrici fisse anteriori e di due bombe da 25 kg ciascuna montati sui fianchi della fusoliera. Il carico offensivo modesto, era compensato dalla buona autonomia del velivolo che consentiva profonde penetrazioni in territorio nemico.

[modifica] S.V.A.6

Lo S.V.A.6 era uno sviluppo da bombardamento che presentava un più capace serbatoio a gravità nell'ala superiore.

[modifica] S.V.A.8

Ansaldo S.V.A.4
[[Image:|250px|]]
Descrizione
Ruolo
Equipaggio
Primo volo
Entrata in servizio
Costruttore
Esemplari costruiti Circa 10
Dimensioni
Lunghezza 8,13 m
Apertura alare 9,18 m
Angolo di freccia alare {{{freccia_alare}}}
Altezza 2,63 m
Superficie alare 26,90
Pesi
A vuoto 690 kg
Carico
Massimo al decollo 940 kg
Propulsione
Motore SPA 6A
Potenza 225 CV
Spinta
Prestazioni
Velocità massima 220 km/h
Autonomia 4 ore
Raggio d'azione {{{raggio}}}
Tangenza 5.000 m
Capacità di carico {{{capacità}}}
Armamento
Mitragliatrici 1 da 7,7 mm
Cannoni
Piloni {{{piloni}}}
Bombe
Missili
Altro
Note
La lista di aerei militari presenti su wiki
Progetto:Aviazione


Poco si sa dello S.V.A.8 che venne realizzato in unico esemplare.

[modifica] S.V.A.9

Lo S.V.A.9 era uno S.V.A. biposto destinato all'addestramento. L'installazione di un secondo abitacolo comportò la modifica delle controventature tra ala e fusoliera. Il primo prototipo era destinato a Gabriele D'Annunzio per il Volo su Vienna, ma rimase distrutto in un incidente.

[modifica] S.V.A.10

Lo S.V.A.10 fu l'ultimo sviluppo della famiglia. Destinato alla ricognizione era un biposto. Il pilota, nell'abitacolo anteriore, disponeva di una mitragliatrice anteriore fissa sul lato sinistro. L'osservatore, nell'abitacolo posteriore, aveva una mitragliatrice Lewis brandeggiabile. Il velivolo era equipaggiato con macchine fotografiche, nelle prime versioni installate sotto le ali, e poi sostituite da macchine montate in fusoliera, verso coda. Su alcuni S.V.A.10 vennero installati anche impianti radio. Gli S.V.A.10 erano equipaggiati sia con il classico motore SPA a 6 cilindri in linea, che con il più potente l'Isotta fraschini V.6.

[modifica] I S.V.A.

L'I S.V.A. era una versione idrovolante derivata dagli S.V.A.4 e S.V.A.5. La variante idrovolante venne sviluppata con la collaborazione di Alessandro Guidoni ed il primo prototipo venne collaudato da Mario Stoppani alla fine del 1917. I primi esemplari realizzati avevano una coppia di semplici galleggianti tubolari, poi sostituiti da più moderni galleggianti chigliati. Sui galleggianti tubolari vennero provate anche alette idroplane simili a quelle degli aliscafi, un'intuizione dello stesso Guidoni.

Di versione idrovolante ne venne prodotta anche una versione biposto per la Regia Marina, Denominato S.V.A. Am (Ansaldo Marino), aveva galleggianti di tipo chigliato.

[modifica] A.P.

L'A.P. (Ansaldo Postale) venne derivato come aereo postale nei primi anni'20. Presentava un'apertura alare maggiorata, ed utilizzava un motore Isotta Fraschini V.6 già montato in alcune versioni dello S.V.A.10. Per il raffreddamento dell'unità motrice abbandonava il tradizionale radiatore frontale, per un radiatore tubolare Lamblin montato tra le gambe del carrello.

[modifica] Impiego

Ansaldo SVA 9
[[Image:|250px|]]
Descrizione
Ruolo Addestratore
Equipaggio
Primo volo
Entrata in servizio
Costruttore
Esemplari costruiti
Dimensioni
Lunghezza 8,13 m
Apertura alare 9,18 m
Angolo di freccia alare {{{freccia_alare}}}
Altezza 2,65 m
Superficie alare 26,90
Pesi
A vuoto 690 kg
Carico
Massimo al decollo 990 kg
Propulsione
Motore SPA 6A
Potenza 200 CV
Spinta
Prestazioni
Velocità massima 220 km/h
Autonomia 3-4 ore
Raggio d'azione {{{raggio}}}
Tangenza 4.500 m
Capacità di carico {{{capacità}}}
Armamento
Mitragliatrici
Cannoni
Piloni {{{piloni}}}
Bombe
Missili
Altro
Note
La lista di aerei militari presenti su wiki
Progetto:Aviazione


I primi S.V.A. di serie andarono ad equipaggiare la 1a Sezione S.V.A. di Ponte San Pietro, venendo impiegato inizialmente con compiti di ricognizione. Aumentata la confidenza dei piloti nel velivolo iniziò ad esse impiegata anche nel ruolo di caccia. Con l'arrivo dello S.V.A.5 iniziò l'impiego anche come bombardiere. Il 28 febbraio 1918, un gruppo di quattro S.V.A, con ai comandi Palli, Orsini, Arrigoni e Palma di Cesnola, attaccò lo snodo ferroviario di Innbsruck. 3 aerei bombardarono (6 bombe da 25 kg) e mitragliarono l'obbiettivo, mentre il quarto velivolo, quello ai comandi di Palma di Cesnola, effettuava una ricognizione fotografica. Il reparto più noto ad impiegare gli S.V.A. durante la prima guerra mondiale, fu l'87a Squadriglia "La Serenissima", che già prima del Volo su Vienna del 9 agosto 1918 si era distinta per diverse missioni. Tra queste la ricognizione fotografica del lago di Costanza del 21 maggio, compiuta dai due S.V.A. di Ferrarin e Locatelli, e le missioni di scorta ai trimotori Caproni.

La Regia Aeronautica ricevette gli ultimi esemplari nel 1928, oltre 10 anni dopo l'inizio della produzione. Tra gli ultimi impieghi operativi quello in Libia e rimasero in servizio fino al 1930, anche se compiti di seconda linea, come servizio postale e rilevazione cartografica.

Negli anni'20 ed i primi anni'30 trovò largo impiego anche come aereo scuola nelle diverse scuole di pilotaggio italiane.

[modifica] Raid e trasvolate

Gli Ansaldo S.V.A. negli anni successivi alla grande guerra trovarono largo impiego in raid e trasvolate, che aumentarono la fama quasi epica del biplano già consacrata dal Volo su Vienna. Se l'azione dimostrativa verso la capitale austriaca ideata da D'Annunzio nasceva da motivazioni patriottiche e di propaganda, le successive imprese derivavano da più prosaiche esigenze pubblicitarie. Infatti le diverse ditte che erano impegnate nella produzione degli S.V.A. erano arrivate, a fine 1918 ad una produzione di 250 velivoli al mese. Terminate le ostilità, solo l'esportazione avrebbe consentito di mantenere in attività le varie fabbriche. Le principali imprese degli S.V.A. in ordine cronologico.

Oltre che nelle lunghe trasvolate, gli S.V.A. raccolsero successi anche nelle corse aeree più "tradizionali". Un A.P., con Arturo Ferrarin ai comandi, vinse, nel 1922 la Gran Coppa d'Italia.


[modifica] Operatori

Oltre all'Italia, la cui Regia Aeronautica ricevette gli ultimi esemplari di S.V.A. nel 1928, gli Ansaldo S.V.A. ebbero altri 11 operatori:Argentina, Brasile, Francia, Lettonia, Lituania, Olanda, Perù, Polonia, URSS, Spagna e Stati Uniti d'America.

[modifica] Sviluppi

Ansaldo SVA 10
[[Image:|250px|]]
Descrizione
Ruolo Ricognitore/Caccia/Bombardamento bombardiere ricognitore
Equipaggio 2
Primo volo
Entrata in servizio
Costruttore
Esemplari costruiti
Dimensioni
Lunghezza 8,10 m
Apertura alare 9,18 m
Angolo di freccia alare {{{freccia_alare}}}
Altezza 2,72 m
Superficie alare 26,90
Pesi
A vuoto 894
Carico
Massimo al decollo 1.294 kg
Propulsione
Motore Isotta Fraschini V.6
Potenza 250 CV
Spinta
Prestazioni
Velocità massima 207 km/h
Autonomia 650 km
Raggio d'azione {{{raggio}}}
Tangenza 5.500
Capacità di carico {{{capacità}}}
Armamento
Mitragliatrici 1 da 7,7 mm fissa anteriore
1 da 7,7 mm brandeggiabile per l’osservatore
Cannoni
Piloni {{{piloni}}}
Bombe fino a 75 kg
Missili
Altro
Note
La lista di aerei militari presenti su wiki
Progetto:Aviazione


Dalla famiglia degli S.V.A. furono derivati due velivoli, l'A.1 Balilla destinato alla caccia, e l'A.300 da ricognizione e bombardamento. Uno era una versione rimpicciolita e l'altro ingrandita degli, ed entrambi si differenziavano dal comune progenitore per adottare dei più convenzionali montanti interalari verticali paralleli, al posto di quelli a W.

  • A.1 Balilla: volò per la prima volta nel novembre 1917. Nonostante la fusoliera d ali accorciate rispetto allo S.V.A. i vantaggi in termini di maneggevolezza non furono particolarmente significativi, tanto che come caccia gli venne preferito lo SPAD S.VII. Venne impiegato anche come aereo da competizione.
  • A.300: volò per la prima volta all'inizio del 1919. La fusoliera era stata allungata di circa 0,50 m, mentre l'apertura alare superava quella degli S.V.A. di 2 metri.

[modifica] Velivoli attualmente esistenti

  • Lo S.V.A.2 che ospitò Gabriele D'Annunzio per il volo su Vienna è conservato al Vittoriale.
  • Lo S.V.A.5 di Gino Allegri, che partecipò al Volo su Vienna, è conservato al Museo Gianni Caproni di Trento.
  • Lo S.V.A.5 del maggiore Giordano Bruno Granzarolo, che partecipò al Volo su Vienna, è conservato al Museo dell'Aeronautica Militare Italiana di Vigna di Valle, presso Anguillara Sabazia.
  • Una replica di S.V.A.5, con motore, elica e radiatori originali è esposta presso l'Aeroporto di Genova.
  • Una replica di S.V.A.5 si trova in Perù.

[modifica] Bibliografia

Fabio Pertino, L'aereo "S.V.A" e i cantieri aeronautici Ansaldo (un'epoca d'aviatori) , Caroggio Editore

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