Nikolai Leskov
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Nikolai Semiçnovic Leskov (ma per alcune fonti Lieskov) (Gorochovo 4 febbraio 1831 - Pietroburgo 21 febbraio 1895) è stato un saggista, giornalista e scrittore russo.
Descrisse con le sue opere la realtà sociale dell'impero zarista nella seconda metà del XIX secolo.
Indice |
[modifica] La vita
Nacque da un impiegato (figlio di un prete) e da una nobile russa il 4 febbraio 1831 a Gorochovo, località sita nel governatorato di Oriòl.
Allevato nella casa dei ricchi zii materni dopo essere rimasto orfano di padre in tenerà età, abbandonò a sedici anni la scuola, dopo un iter scolastico caratterizzato da scarso impegno e altrettanto scarso profitto, a causa dell'improvviso impoverimento dei parenti.
Fortemente avverso allo studio sistematico maturò nel corso degli anni una accentuata ostilità verso l'ambiente intellettuale.
Lavorò dapprima come copista nel tribunale di Oriol con la qualifica di aiuto cancelliere, in seguito passò a Kiev nell'amministrazione delle finanze e, grazie all'esperienza conseguita nei suoi viaggi attraverso la provincia russa, nel 1860 scrisse alcuni brevi saggi di critica sociale (sull'alto prezzo del Vangelo, sull'alcolismo, sulla polizia, ecc..).
Nel 1861 si trasferì a Pietroburgo dove divenne collaboratore di varie riviste di divulgazione popolare.
Nel 1862, dopo che numerosi incendi erano scoppiati in varie parti della città, scrisse un articolo nel quale alluse una presunta colpevolezza degli studenti nichilisti. Ciò gli alienò il favore dei circoli di avanguardia progressisti della capitale, che lo accusarono di essere al soldo della polizia.
L'articolo da lui scritto e le sue prime opere furono infatti interpretate univocamente come conservatrici e filo-ortodosse; ciò gli valse la benevolenza degli ambienti aristocratici e della corte, dai quale Leskov ottenne una sinecura al Ministero dell'Istruzione e, successivamente, un impiego nel consiglio pedagogico. Ritiratosi in pensione, morì di infarto il 21 febbraio 1895 a Pietroburgo.
[modifica] Analisi
[modifica] Prosa
La grande peculiarità della prosa di Leskov risiede senza dubbio nell'uso dei dialoghi che seguono la tecnica dello skaz, discorsi diretti improvvisati conditi con volute sciatterie e contaminati da linguaggio popolare e gerghi professionali, che dava a questa una genuina immediatezza.
L'autore infatti fa derivare le proprie opere direttamente dalla tradizione orale e come tale, cerca di tenere vivo l'interesse dei lettori con continui scambi di battute in prima persona.
La sua abilità in tale metodo gli valse l'elogio di Gorkij, che lo definì "il mago della parola".
Risentono tuttavia di questa impostazione le descrizioni dei personaggi che riescono vivi e formati solo quando l'autore ce li presenta nella loro immediatezza, senza un piano prestabilito e senza tener conto dello sviluppo futuro del racconto: in particolare le figure degli intellettuali risultano piatte, monodimensionali anche perché Leskov, non frequentadoli, non riesce a descriverli compiutamente.
Pur iniziando la sua carriera letteraria con articoli e romanzi in cui espone le sue tesi politiche e sociali, la sua produzione migliore fu senza dubbio quella che ha per oggetto la povera vita degli abitanti della provincia russa. Infatti, quando descrive i soggetti dello strato popolare che fanno da sfondo alla narrazione (contadini, vagabondi, prostitute, preti e mercanti), Leskov, al pari di Turgenev, sfugge dall'atteggiamento esteriore di pietà aristocratica tipica della contemporanea produzione letteraria umanitaria, per tentare di recuperare dall'interno, attraverso le sue strutture di pensiero e di linguaggio, il materiale umano dei suoi racconti.
[modifica] Poetica
Leskov è uno scrittore che difende i valori ortodossi, e questo ne caratterizzò la sua fortuna a livello sociale, ma è anche uno scrittore che, nel corso della sua esperienza artistica, scopre di non voler piegarsi alla religiosità del suo tempo, che ritiene immeschinita e imborghesita, puntando bensì a una religiosità di tipo eroico, quella degli eroi popolari cantati nelle "bjline".
Ed è la consapevolezza che i tempi non la consentono più, che chiunque si batta per questi è destinato a una figura donchisciottesca che ha fatto, insieme alla forma diretta e immediata della sua scrittura, la fortuna dell'autore nella Russia ottocentesca.
[modifica] Opere principali
1863 - Il pecorone
1864 - Non c'è via d'uscita
1865 - La Lady Macbeth del distretto di Mensk
1868 - La donna bellicosa
1869 - Anni vecchi a Plodomasovo
1869 - Seramúr, il folle per amor del ventre
1871 - Ai ferri corti
1872 - Coloro che attendono il moto delle acque o I parrocchiani o I preti di Stargorod
1873 - Il viaggiatore incantato
1873 - L'angelo sigillato
1874 - Una famiglia decaduta
1878 - Le piccolezze della vita episcopale
1880 - Le montagne
1880 - Il brigante di Askalon
1880 - Gli stratagemmi degli ebrei
1881 - Il fabbro mancino e la pulce d'acciaio
1883 - Il vero artista
1887 - L'uomo sugli orologi
1887 - Gli apocrifi della vita
1888 - La bella Aza
1889 - Figura
1894 - Il nascondiglio delle lepri
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