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Lente a contatto - Wikipedia

Lente a contatto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Le lenti a contatto sono piccole lenti che vengono poste a contatto con gli occhi per correggere difetti di rifrazione.

Presentano molti vantaggi ma gli occhi di alcune persone non le tollerano anche perché limitano la respirazione oculare.

Lenti a contatto
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Lenti a contatto

Indice

[modifica] Cenni storici

Adolf Fick, inventore delle lenti a contatto moderne
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Adolf Fick, inventore delle lenti a contatto moderne

La nascita della lente a contatto si fa risalire a Leonardo da Vinci, che nel 1508 verificò che immergendo l'occhio in una sfera contenente acqua, esisteva un continuo ottico fra la superficie interna della sfera di vetro, e quella esterna della cornea. Successivamente Cartesio, nel 1636 pubblica La diottrica, in cui perfeziona l'idea di Leonardo, spiegando che un tubo riempito d'acqua e appoggiato sulla cornea, avente una lente all'estremità che sia perfettamente sovrapponibile alla cornea stessa, annulla o riduce le anomalie refrattive dell'occhio. Le lenti a contatto modernamente intese vanno fatte risalire alle scoperte di A.E. Fick, E. Kalt, A.E. Muller, rispettivamente in Svizzera, Francia e Germania. Queste lenti erano in materiale vetroso, ad appoggio sulla sclera, di grande diametro e mal sopportate fisiologicamente. Le prime lenti in materiale plastico si devono a due ricercatori americani, Dallos e Fleinbloom. I vantaggi rispetto al vetro sono immediati, diminuendo notevolmente il peso. Le prime lenti a contatto corneali rigide nascono nel 1950, aventi diametro inferiore a quello corneale, progettate da Bier. Agli inizi degli anni '60 due ricercatori cecoslovacchi, Lim e Wichterle progettarono le prime lenti a contatto in gel, le morbide.

[modifica] Coefficiente di permeabilità e trasmissibilità all'ossigeno

Il coefficiente di permeabilità è indicato col termine Dk, dove D è è uguale al coefficiente di diffusione di un gas attraverso un materiale e K il coefficiente di solubilità dello stesso. Questa caratteristica, ovvero la capacità di un materiale a trasmettere attraverso esso il gas, è fissa per ogni polimero, ma può variare con la temperatura. Fattore di forte influenza nel passaggio dell'ossigeno è anche lo spessore della lente presa in esame. Una corretta valutazione della permeabilità non può quindi non prescindere da esso. Per definire quindi l'esatto apporto di ossigeno proveniente alla cornea con l'applicazione di lenti a contatto, bisogna parlare di trasmissibilità all'ossigeno, ovvero del valore Dk posto in relazione con lo spessore l: Dk/l.

[modifica] Tipi di lenti a contatto

Le lenti a contatto si suddividono correttamente in due grandi famiglie, in base ai materiali utilizzati per la loro costruzione:

  • lenti rigide o polimeri vetrosi
  • lenti morbide o polimeri gommosi

[modifica] Lenti rigide

Le lenti a contatto rigide vengono costruite sia con materiale non permeabile all'ossigeno che con materiali permeabili.

[modifica] Lenti rigide non gas-permeabili

[modifica] PMMA

Il PMMA (polimetilmetacrilato) è l'unico materiale non permeabile utilizzato. Si ottiene dall'esterificazione dell'acido metacrilico con l'alcool metilico. Questo materiale è stabile, duro, ha elevata qualità ottica, non è attaccabile da enzimi organici ed è ben tollerato dai tessuti coi quali viene a contatto. Per assenza di polarità, non assorbe acqua e lega scarsamente con le sostanze contenute nel film lacrimale, o lacrima.

[modifica] Lenti rigide gas-permeabili

Conosciute commercialmente anche con il nome erroneo di semi-rigide.

[modifica] CAB

Il primo materiale utilizzato per la loro costruzione fu il CAB (acetato butirrato di cellulosa). Rispetto al PMMA viene ad incrementarsi la flessibilità del polimero, ma viene a determinarsi anche un'instabilità dimensionale che viene limitata aumentando lo spessore della lente a contatto stessa. Aumentando lo spessore diminuisce la trasmissibilità all'ossigeno.

[modifica] Copolimero di silossano

Per migliorare la permeabilità e trasmissibilità dei materiali, al CAB è stato aggiunto un copolimero di silossano. Il silossano è formato da un monomero di silicone, ossigeno ed un radicale. Questo accorgimento ha permesso di aumentare la trasmissibilità all'ossigeno, aumentando allo stesso tempo la stabilità dimensionale.

[modifica] Fluoroacrilati

Le lenti rigide gas-permeabili di ultima generazione vedono la scelta di materiali fluorurati, che hanno portato a ridurre il coefficiente di attrito fra palpebra e lente a contatto, aumentando il comfort, diminuito la formazione di depositi proteici, ridotto lo spessore mantenendo la stabilità dimensionale, avendo maggiore durezza.

[modifica] Lenti morbide

Lente a contatto morbida applicata
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Lente a contatto morbida applicata

Le lenti a contatto morbide sono costruite con polimeri aventi la caratteristica fisica della morbidezza. Sono distinti principalmente in materiali idrofili e non idrofili.

[modifica] Morbide non idrofile

Lenti al silicone, presentano un alto valore di permeabilità all'ossigeno, ma sono essenzialmente idrofobiche. Per ridurre questa caratteristica deleteria nell'applicazione corneale si è arrivati ad aggiungere HEMA (Idrossimetilmetacrilato), con risultati non pienamente soddisfacenti.

[modifica] Morbide idrofile

Commercialmente le più diffuse, sono costituite da polimeri ad alta idrofilia, legate con quantità variabili di acqua. La capacità di trasmettere ossigeno da questo tipo di lenti dipende fondamentalmente dal suo livello di idratazione. La trasmissibilità è comunque modesta, poiché lo spessore di queste lenti influisce negativamente verso l'apporto di ossigeno all'epitelio corneale. Le lenti morbide di ultima generazione, in gel con media-alta idratazione, sopperisce a queste limitazioni agendo proprio sugli spessori. Queste sono le lenti disposable, o a cambio frequente, attualmente le più commercializzate. Le lenti monouso permettono di eliminare il rischio di accumulo di depositi. Vengono cambiate ogni giorno (giornaliere) oppure esistono: quindicinali, o mensili (hanno bisogno di manutenzione ordinaria, conservanti o saponi).

[modifica] Manutenzione

La manutenzione della lente a contatto ha lo scopo di mantenere integre nel tempo le caratteristiche chimico-fisiche del materiale.

[modifica] Lenti rigide

La manutenzione ordinaria di queste lenti si divide in diversi processi:

  • Pulizia
  • Disinfezione
  • Risciacquo
  • Lubrificazione

[modifica] Pulizia

L'azione di pulizia è essenziale per la rimozione dalla superficie della lente di muco e cosmetici, e precede l'azione disinfettante della stessa. La presenza di questi composti diminuisce l'effetto di disinfezione effettuato posteriormente, diminuisce la bagnabilità del materiale ed il comfort d'utilizzo.

Gli agenti pulenti possono essere di natura anionica, nonionica o anfotera. I secondi sono i tensioattivi maggiormente utilizzati, per la loro caratteristica di emulsionare i lipidi, solubilizzando i depositi e rimuovendo i contaminanti presenti nella lacrima.

[modifica] Disinfezione

L'azione di disinfezione ha come scopo principale il prevenire uno stato patologico iniziale proveniente da un agente eziologico presente sulla superficie della lente a contatto.

Le soluzioni utilizzate per la disinfezione sono composte da uno o più antisettici, quali il benzalconio, il thimerosal e la clorexidina, e da un chelante, quale l' EDTA.

[modifica] Risciacquo

L'azione di risciacquo ha la funzione di eliminare gli scarti provenienti dall'azione di disinfezione, mantenere la bagnabilità della superficie e svolgere ruolo di tampone, ovvero di mantenere il livello del PH su valori neutri o lievemente basici (intervallo PH=7,0/7,4). Le soluzioni utilizzate sono prevalentemente saline.

[modifica] Lubrificazione

L'azione di lubrificazione è necessaria per mantenere l' idrofilia del materiale, essenzialmente idrofobo. L'azione di ricopertura del film lacrimale protegge inoltre la superficie della lente durante l'applicazione, prevenendo la trasmissione dalle dita di depositi sebacei.

I componenti maggiormente utilizzati come agenti umettanti sono l' alcool polivinilico, l' ossido di polietilene, l' idrossietilcellulosa e la metil-cellulosa.

[modifica] Vantaggi delle lenti a contatto rispetto agli occhiali

Raffronto lenti a contatto morbide e rigide.
MORBIDE RIGIDE
Bassa ametropia Ametropia elevata
Cornea regolare Cornea irregolare
Forte midriasi Richiesta di alta trasmissibilità all'ossigeno
Buona lacrimazione Scarsa lacrimazione
Uso giornaliero saltuario Uso giornaliero permanente
Attività sportiva Uso sedentario
Assenza di patologia corneale Cheratocono
Ipersensibilità alle lenti rigide Scarsa visione con lenti morbide
Astigmatismo medio-basso Astigmatismo medio e alto

[modifica] Bibliografia

  • Manuale di ottica oftalmica, AA.VV., Edizione Carl Zeiss
  • Manuale di optometria e contattologia, Anto Rossetti, ed. Zanichelli
  • Criteri di scelta dei materiali in contattologia, Luigi Lupelli, ed. Assopto
  • Le soluzioni per lenti a contatto: loro ottimizzazione, Mario Casini, Oerre edizioni



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