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Kawanishi N1K Shiden - Wikipedia

Kawanishi N1K Shiden

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Kawanishi N1K-J Shiden "George"

Kawanishi N1K Shiden
Descrizione
Ruolo Aereo da caccia
Equipaggio 1
Primo volo 27 dicembre 1942
Entrata in servizio 1944
Costruttore Kawanishi
Esemplari costruiti 1500 circa
Dimensioni
Lunghezza 8,89 m
Apertura alare 8,89 m
Angolo di freccia alare {{{freccia_alare}}}
Altezza 4,06 m
Superficie alare 23,5
Pesi
A vuoto 2.897 kg
Carico {{{peso_carico}}}
Massimo al decollo 4321 kg
Propulsione
Motore Motore radiale Nakajima Homare NK9H
Potenza 1.990 CV al decollo,
Spinta {{{spinta}}}
Prestazioni
Velocità massima 588 km/h a 5.900 m
Autonomia 1.432 km
Raggio d'azione {{{raggio}}}
Tangenza 12.500 m
Capacità di carico {{{capacità}}}
Armamento
Mitragliatrici
Cannoni 4 tipo 99 nelle ali
Piloni {{{piloni}}}
Bombe
Missili {{{missili}}}
Altro
Note
La lista di aerei militari presenti su wiki
Progetto:Aviazione


Il Kawanishi N1K Shiden ("lampo violetto"), "George" per gli Alleati, era uno dei migliori caccia giapponesi disponibili nell'ultimo anno di guerra, ma problemi di messa a punto e difficoltà di manutenzione lo tartassarono sempre riducendone l'operatività e l'efficienza.

Indice

[modifica] Origini

I giapponesi introdussero un concetto interessante, quello del caccia idrovolante che appoggiasse, anche in assenza di portaerei, le operazioni nelle isole del Pacifico. Un buon esponente di questo concetto era il N1K Kyofu, espressamente concepito per questo compito. L'aereo era nato da una specifica del 1940 e volò all'inizio del 1942. Il Kyofu venne chiamato "Rex" dagli Alleati. Questo aereo aveva un'ala in posizione media, un galleggiante centrale e un motore Mitsubishi Kasei da ben 1.460 cavalli. Era dotato di un'armamento simile a quello dello "Zero", mentre alcune delle soluzioni tecniche come l'elica a pale controrotanti e i galleggianti alari retrattili vennero abbandonate perché troppo complesse.

Vennero prodotti solo 85-99 esemplari tra il 1942 e il 1944 a causa delle ridotte possibilità della Kawanishi, e fu un peccato dal momento che esso aveva ottime qualità di volo, date dagli ipersostentatori di combattimento, che si abbassavano per ridurre la velocità di sostentamento durante le manovre.

L'aereo era ottimo, robusto ed affidabile, e superava certamente il "Rufe", lo "Zero" prodotto in versione idro (velocità massima di 440 km/h), ma contro i caccia "convenzionali" la sua velocità massima di circa 490 km/h non era certamente adeguata. La necessità dei giapponesi di ridisegnare la strategia in termini difensivi rese il Kyofu assai opinabile, e alla fine esso venne tolto di produzione; ma non tutto era andato perso con la fine di tale programma.

[modifica] Sviluppo

L'aereo era fondamentalmente talmente valido che venne riprogettato già nel 1941 come possibile caccia con carrello retrattile basato a terra. Il velivolo ebbe un nuovo motore, l' Homare, e un normale carrello d'atterraggio. Quest'ultimo, come anche il motore, diede innumerevoli problemi di messa a punto, ed era incline ai malfunzionamenti. Infatti, l'ala venne mantenuta in posizione media, e questo diede al carrello la necessità di una struttura più complessa del dovuto.

L'innovazione del velivolo era un set di flap da combattimento a funzionamento automatico, non manuale come nel caso del suo predecessore. Il caccia era quindi molto manovrabile anche senza interventi manuali da parte del pilota. I prototipi vennero prodotti in quattro esemplari, con uno spedito presto in prima linea, nel luglio 1943, per tentare di compensare l'inferiorità nei confronti di macchine come gli F4U Corsair.

Il nuovo aereo, chiamato Shiden, aveva una maggiore velocità dello "Zero" e maggiore raggio d'azione e maneggevolezza del J2M. Come quest'ultimo, non era una macchina navale. Il caccia venne inviato in azione con un primo gruppo completo nel tardo 1944, nelle Filippine, dimostrandosi un'eccellente macchina bellica, agile, robusta, ben armata. Tuttavia, esso era ancora presente in piccoli numeri ed aveva problemi con il motore e, come altri progetti giapponesi, con il carrello troppo leggero ed inaffidabile. Entro la fine del 1944 ne vennero prodotti complessivamente circa 1.000 esemplari, impiegati prevalentemente per la difesa del Giappone a medie-basse quote.

[modifica] Tecnica

L'aereo si presentava come un robusto monoplano, monoposto e con una struttura convenzionale, a parte l'ala in posizione media. Il caccia aveva una struttura metallica, abitacolo in posizione elevata, con ottimo campo visivo. Il motore era un radiale a 18 cilindri Nakajima Homare 21, dotato di compressore volumetrico, abbinato ad un'elica quadripala, per sfruttare al meglio tutta la potenza che poteva erogare. L'armamento consisteva in due mitragliatrici calibro 7,7 e quattro cannoni tipo 99 mod.2, due nelle ali e due sotto in pod semi-permanenti. Il carrello aveva un sistema a doppia azione per l'estrazione, con rotazione ed allungamento delle gambe di forza.

[modifica] Versioni

Lo Shiden venne prodotto in diverse sottovarianti, comprendenti:

  • N1K1-Ja: modello con tutti e quattro i cannoni interni alle ali, sensibilmente riprogettate.
  • N1K1-Jb: versione con alcune modifiche, tra cui due punti d'aggancio per bombe da 250 kg.
  • N1K1-Jc: simile alla precedente, ma con quattro punti d'aggancio.
  • N1K2-J: modello ampiamente riprogettato, ala in posizione bassa, struttura semplificata che lo rendeva meno difficile da costruire e più leggero di 250 chili a vuoto, abolizione delle due mitragliatrici calibro 7,7, carrello semplificato, primo volo 31 dicembre 1943.
  • N1K3: era stato ampiamente riprogettato per migliorare la posizione del baricentro, troppo vicino alla coda del velivolo.
  • N1K4-J: presentava ulteriori miglioramenti e prevedeva anche una versione imbarcata, ma solo due prototipi vennero completati nel 1945.
  • N1K5-J: era un modello con migliori prestazioni in quota grazie ad un motore potenziato, ma non venne completata.

[modifica] Impiego

Lo Shiden venne costruito da diverse aziende, ma il tentativo di farne rapidamente un velivolo molto diffuso si scontrò con vari problemi di fondo: come ad esempio la mancanza di materie prime e di componentistica all'altezza della situazione, caos generato dagli innumerevoli modelli di caccia in produzione.

La battaglia di Okinawa segnò l'ingresso in scena dello Shiden in quantitativi apprezzabili, primariamente con il Gruppo 343 della Marina Imperiale. In uno scontro aereo, nell'ambito degli attacchi compiuti dai kamikaze giapponesi, quest'unità dichiarò 20 F6F Hellcat abbattuti, ma perse 12 dei suoi.

Altre battaglie aeree vennero combattute per difendere il Giappone dalle incursioni aeree della Marina americana, ma contro i B-29 Superfortress lo Shiden era troppo lento in salita per essere ragionevolmente efficace.

La versione migliorata N1K2-J era un velivolo ancora più brillante del predecessore, ma venne costruito in appena 476 unità, afflitte dai soliti problemi di affidabilità dell'Homare 21, ma se non altro ancora migliori e più agili dei predecessori. Uno dei velivoli di quest'ultima versione, pilotato da Kensuke Muto, affrontò 12 Hellcat e ne abbatté 4, costringendo gli altri a ritirarsi. Tuttavia questo caso, uno dei più emblematici dell'ultima fase della guerra aerea del Pacifico, pare sia in realtà stato "gonfiato" dalla propaganda giapponese, o quantomeno riportato erroneamente, come nel caso della battaglia aerea in cui i Ki-100 "abbatterono" 14 Hellcat. Muto prese parte, ma non da solo, ad una battaglia aerea in cui effettivamente quattro Hellcat vennero distrutti, però non era solo e non necessariamente li abbatté tutti lui. In un'altra giornata di scontri violentissimi, gli Shiden N1K2 del 343° dichiararono ben 48 Hellcat e 4 Curtiss SB2C Helldiver. Questo accadde il 19 marzo del 1945, e verosimilmente almeno alcune vittorie vennero veramente ottenute, perché molti aerei statunitensi vennero in quei giorni perduti, visto che erano in corso attacchi contro i campi d'aviazione del Giappone meridionale per preparare il terreno all'invasione di Okinawa.

Lo Shiden continuò comunque a battersi validamente: paragonato all'Hellcat era meglio armato, con cannoni ad alta velocità, con una migliore agilità di manovra, ma non era più veloce. Contro il Corsair era un valido opponente, ma essenzialmente sotto i 6.000 metri. Comunque, non c'era caccia alleato che potesse battersi in condizioni di netta superiorità contro il Kawanishi, a meno di farlo ad alta quota, in quanto il compressore volumetrico del caccia giapponese non erogava sufficiente potenza per compensare il peso assai elevato della macchina.

Lo Shiden è stato un velivolo che nell'insieme poteva essere un valido avversario per qualunque caccia nemico: il suo problema principale era l'impossibilità di essere spiegato sulle portaerei: per quando un modello imbarcato apparve, non esistevano più le navi, cosicché non poté fare altro che difendere la madrepatria fino alla fine.

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