Guru
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Guru è un termine sanscrito (गुरू, gurū) che presso la religione induista ha il significato di maestro o precettore spirituale; si tratta di una figura molto importante in questa religione, comune a tutte le scuole filosofiche e devozionali dell'Induismo (da quelle dualiste a quelle moniste), nonché avente diritto al massimo rispetto ed alla venerazione (così come i rishi, i profeti mistici, e i pandit, gli eruditi), poiché le scritture induiste da sempre considerano il guru come una incarnazione di Dio. Le Upaniṣad infatti dichiarano:
(SA)
«Āchārya devo bhava»
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(IT)
«Considera il maestro come Dio.»
|
Le maggiori scuole di pensiero induiste concordano sul fatto che la liberazione in questo mondo duale sia ottenibile sotto la grazia di Ishvara, il Signore, il quale la concede all'aspirante spirituale (sadhaka) spesso sotto le sembianze del guru.
L'etimologia del termine, secondo alcune interpretazioni delle Upaniṣad (14-18), viene dalle radici gu ("oscurità") e ru ("svanire"), significando quindi colui che disperde l'oscurità.
Il rapporto che si instaura tra guru e discepolo è estemamente intimo e profondo, molto più di quanto ci si aspetterebbe tra maestro e allievo in una mera "trasmissione di conoscenza". Il guru diviene responsabile della crescita spirituale dell'aspirante, istruendolo e fornendo le istruzioni più adatte a lui, e soprattutto indicandogli tempi e modalità di esecuzione delle pratiche spirituali.
Nel Mahabharata e in altre Itihasa, si narra che ai figli di un Brahmino non era consentito di sposare i discepoli dello stesso Brahmino; il rapporto tra questi ultimi e il maestro era così forte e intimo che una simile unione sarebbe stata considerata incestuosa. |
Nella tradizione, i cinque Guru di ciascun individuo sono: la madre, il padre, l'insegnante (colui che impartisce il sapere e la saggezza), il fratello maggiore ed il superiore [citazione necessaria].
In quasi tutte le opere letterarie induiste ricorre la figura del guru; ad esempio, nella Bhagavad Gita, l'eroe Arjuna si sottomette interamente al consiglio di Kṛṣṇa, il quale, impartendogli una serie di insegnamenti spirituali, diviene a tutti gli effetti il suo guru. In modo simile, il Vivekacūḍāmaṇi – il trattato metafisico che può considerarsi una sorta di manifesto della scuola dell'Advaita Vedānta – è narrato nella forma di dialogo tra un guru ed il suo discepolo.
[modifica] Nella cultura popolare
La parola guru è entrata nell'uso comune associata alla figura del maestro spirituale, ma per estensione attualmente indica anche un capo carismatico di un gruppo di persone, non necessariamente legate per motivi spirituali; ad esempio, si applica ai massimi esperti di informatica.