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Cinema dei telefoni bianchi - Wikipedia

Cinema dei telefoni bianchi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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La stagione cinematografica dei telefoni bianchi ha interessato un breve periodo di tempo, dal 1936 al 1943. Il nome proviene dalla presenza di telefoni bianchi nelle sequenze di alcuni film prodotti in questo periodo, sintomatica di benessere sociale: uno status symbol atto a marcare la differenza dai telefoni neri, maggiormente diffusi. La critica di anni più recenti la definisce anche commedia all'ungherese, perché, nonostante siano produzioni italiane, i soggetti e le sceneggiature di questi film sono attinti da autori ungheresi, e ivi ambientati; oppure altra definizione è: cinema Decò per la forte presenza di oggetti di arredamento che richiamano lo stile internazionale decò in voga quegli anni.

Indice

[modifica] Origini

Il cinema dei telefoni bianchi è nato dal successo della commedia cinematografica italiana dei primi anni trenta: ne fu una versione più leggera, mondata da eventuali intellettualismi o velate critiche sociali.

Mario Camerini, con Alessandro Blasetti, rappresentò a pieno titolo la decisa autorialità nascente della nuova cinematografia fondata sull'emblematica frase mussoliniana (in realtà mutuata da Lenin): "Il cinema è l'arma più forte!"; ma Camerini, al contrario del suo, ben più impegnato, collega e intellettuale del fascismo, si concentrò su un cinema semmai coraggioso per l'epoca in oggetto, che si proponeva di parlare dell'Italia di allora.

L'origine nobile dei telefoni bianchi, viene comunemente trovata quindi nel cinema di Camerini già a partire dal cinefilo Rotaie (1929), nel quale il regista fotografò (con riverberi di cinema espressionista tedesco o citando le avanguardie cinematografiche sovietiche contemporanee) la realtà degli anni di crisi, in tempo reale; ciò era generalmente rischioso perché l'autore poteva incappare - più o meno involontariamente - nella rampogna del regime. Anche se l'ambiente del cinematografo fascista parve essere tollerato, con molti distinguo, e "aperto" anche a intellettuali non proprio organici al PNF. Successivamente nel film Gli uomini, che mascalzoni!, del 1932, Camerini percorse una Milano rinnovata nell'aspetto: la moda, i mezzi di trasporto e molti altri oggetti divennero i simboli di un'epoca in divenire.

La borghesia, la piccola borghesia e un "fortunato" proletariato urbano, nei film di Camerini furono ben rappresentati e descritti: e propose così un modello rinnovato, o nuovo del tutto, possibilmente da imitare, dedicato al pubblico popolare stesso, che affollava le sale cinematografiche. Ma il tentativo d'imborghesimento o la sua emulazione da parte del popolo, punto di forza nei film dei telefoni bianchi, in queste due opere di Camerini era visto con un occhio non proprio tenero, non era, quindi, la meta da invidiare; ci fu invece un'apoteosi del lavoro quale mezzo del riscatto sociale, che si trova nel finale morale del già citato Rotaie (a ciò sarà speculare, nel dopoguerra, l'inanità della borghesia, sezionata sotto l'occhio critico di Michelangelo Antonioni).

Ma con Gli uomini, che mascalzoni! si offrì al pubblico anche divertimento e spensieratezza; ripropose il divismo in chiave aggiornata (molto meno incartapecorito, consono solo all'età dell'oro delle dive cioè gli Anni Dieci) e bene coltivato per completare un corollario da industria matura e consapevole quale aspirava ritornare ad essere il nostro cinema dopo la grave crisi della seconda metà degli anni Venti, e quale Hollywood era ormai da anni.

[modifica] Caratteristiche

La produzione dei telefoni bianchi o cinema Decò, ci parla degli anni Trenta attraverso gli arredamenti degli ambienti, oltre alle già dette moda e costume. L'epoca traspare dai particolari: gli oggetti ci fanno capire e datare con verosimiglianza l'epoca storica e l'ambientazione del film. Generalmente è resa manifesta la diffusione, almeno nelle città, del "prodotto di qualità", cioè non quello fatto a mano, bensì avanzano le proposte industriali di massa, i prodotti fatti in serie.

Il funzionalismo del Bauhaus arrivò anche in Italia (piuttosto mediato al confronto con le reali teorie di tendenza socialista di Walter Gropius), e, come vediamo in queste pellicole vi fu riflessa Italia entusiasta che stava ricostruendo la propria immagine; e si sentiva rappresentata dallo stile architettonico razionalista, dal fermento industriale, che non corrispondeva più di tanto a quella cupa e violenta della Marcia su Roma, che il regime stesso, allora imborghesito, stemperava o in qualche caso rifuggeva.

In questi film leggeri si respirava un fascino altro, non ancora ben percepito, ma anche in ciò s'intravedeva speranza nel futuro, un futuro ad ampio respiro e non necessariamente fascista, o regalato da una (dapprima imminente e poi piena) Seconda guerra mondiale...

Per la prima volta in assoluto, in Italia, si diffondeva timidamente l'agognata società dei consumi, miniaturizzata se paragonata ad oggi, ma quel traguardo insperato fino ad allora e riservato solo alle classi agiate (alta borghesia e nobiltà), si era avvicinato un po' di più anche alle subalterne. Pure trattandosi di un'apparenza di benessere, e una minima fetta di emancipazione era simboleggiata dalla fruizione del cinema: a maggior ragione questo cinema, con competenze di costume e una buona dose di civetteria.

L'ambientazione borghese, si rifece esteticamente alla commedia americana, in particolar modo a Frank Capra. Le speranze dei piccolo-borghesi non poterono che divenire realtà: film come Mille lire al mese, furono, come per l'omonima canzone, passate alla storia per la loro esplicita spensieratezza ed evocazione altrettanto irriverente. L'elemento melodico ritornava spesso a far capolino, molti tra questi film contenevano almeno una canzone di successo. Ben presto i soggetti cominciarono a diventare ripetitivi e ovviamente sempre più scontati, la produzione sempre più rada è continuata almeno fino al tracollo del regime fascista (8 settembre 1943).

[modifica] Protagonisti

[modifica] Registi

[modifica] Attori

[modifica] Filmografia

1937

  • I tre desideri di Giorgio Ferroni - con Luisa Ferida, Antonio Centa, Leda Gloria, Camillo Pilotto
  • Gli uomini non sono ingrati di Guido Brignone - con Luigi Almirante, Lina Bacci, Guglielmo Barnabò, Gino Cervi

1938

  • La dama bianca di Mario Mattoli - con Elsa Merlini, Nino Besozzi, Enrico Viarisio, Ada Cristina Almirante
  • Inventiamo l'amore di Camillo Mastrocinque - con Evi Maltagliati, Gino Cervi, Sergio Tofano, Eugenio Cappabianca
  • Mille lire al mese di Max Neufeld - con Alida Valli, Umberto Melnati, Osvaldo Valente, Renato Cialente
  • La signora di Montecarlo di André Berthomieu e Mario Soldati - di Jules Berry, Celio Bucchi, Danilo Calamai, Fosco Giachetti

1939

  • Assenza ingiustificata di Max Neufeld - Guglielmo Barnabo', Armandina Bianchi, Giana Cellini, Maria Romy Corona
  • L'amore si fa così di Carlo Ludovico Bragaglia - con Enrico Viarisio, Jacqueline Prévot, Luigi Almirante, Paolo Stoppa
  • Castelli in aria di Augusto Genina
  • Centomila dollari di Mario Camerini - con Assia Noris, Amedeo Nazzari, Lauro Gazzolo, Maurizio D'Ancora
  • Dora Nelson di Mario Soldati - con Assia Noris, Carlo Ninchi, Luigi Cimara, Nino Crisman, Carlo Campanini
  • Eravamo sette vedove di Mario Mattoli - con Laura Nucci, Antonio Gandusio, Nino Taranto, Nico Pepe
  • Mille Km. al minuto di Mario Mattoli - con Nino Besozzi, Antonio Gandusio, Mario Ersanilli, Vivi Gioi
  • Lo vedi come sei... Lo vedi come sei?! di Mario Mattoli - con Erminio Macario, Augusto Di Giovanni, Guglielmo Barnabò, Franca Cioeta, Carlo Campanini

1940

  • La danza dei milioni di Camillo Mastrocinque - con Nino Besozzi, Carlo Campanini, Jole Voleri, Miretta Mauri, Armando Migliari
  • Ritorno (titolo originale Traummusik) di Giuseppe Fatigati e Geza Von Bolvary - con Rossano Brazzi, Maurizio D'ancora, Peter Elsholtz, Karl Etlinger, Beniamino Gigli
  • Scarpe grosse di Dino Falconi - con Amedeo Nazzari, Lilia Silvi, Elena Altieri
  • Vento di milioni di Dino Falconi

1941

  • L'amante segreta di Carmine Gallone - con Alida Valli, Fosco Giachetti, Vivi Gioi, Osvaldo Valenti, Camilllo Pilotto
  • La canzone rubata di Max Neufeld - con Vivi Gioi, Nino Taranto, Carmen Navascués, Sandro Ruffini, Paolo Stoppa
  • La fuggitiva di Piero Ballerini - con Jone Voleri, Anna Magnani, Renato Cialente, Clelia Matania
  • Luce nelle tenebre di Mario Mattoli - con Fosco Giachetti, Alida Valli, Clara Calamai
  • Ore 9: lezione di chimica di Mario Mattoli - con Alida Valli, Irasema Dilian, Andrea Checchi
  • Il sogno di tutti di Oreste Biancoli
  • Teresa Venerdì di Vittorio De Sica - con Adriana Benetti, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Irasema Dilian
  • Turbamento di Guido Brignone - con Mariella Lotti, Renzo Ricci

1942

  • Fuga a due voci di Carlo Ludovico Bragaglia - con Gino Bechi, Irasema Dilian, Paolo Stoppa
  • Miliardi che follia! di Guido Brignone - con Mara Landi, Giuseppe Lugo, Olga Capri
  • Giorni felici di Gianni Franciolini - con Amedeo Nazzari, Valentina Cortese, Lilia Silvi, Paolo Stoppa
  • Se io fossi onesto di Carlo Ludovico Bragaglia - con Vittorio De Sica, Maria Mercader, Sergio Tofano, Paolo Stoppa
  • Signorinette di Luigi Zampa - con Antonio Battistella, Anna Carena, Franca Cioeta, Giuliana Conti, Carla Del Poggio

1943

  • Apparizione di Jean De Limur - con Amedeo Nazzari, Alida Valli, Massimo Girotti
  • Il diavolo va in collegio di Jean Boyer - con Lilia Silvi, Greta Gondo, Leonardo Cortese, Guglielmo Barnabò
  • Il fidanzato di mia moglie di Carlo Ludovico Bragaglia - con Vera Carmi, Eduardo De Filippo, Leonardo Cortese, Aroldo Tieri, Sergio Tofano
  • I nostri sogni di Vittorio Cottafavi - con Vittorio De Sica, Maria Mercader, Paolo Stoppa
  • La vispa Teresa di Mario Mattoli - con Vera Carmi, Antonio Gandusio, Carlo Ninchi, Roberto Villa, Lilia Silvi
  • La vita è bella di Carlo Ludovico Bragaglia - con Alberto Rabagliati, Maria Mercader, Anna Magnani, Carlo Campanini

[modifica] Film precursori e ispiratori del filone decò

1931

  • Segretaria privata di Goffredo Alessandrini - con Elsa Merlini, Nino Besozzi, Sergio Tofano, Lamberto Picasso

1932

  • Due cuori felici di Baldassarre Negroni - con Rina Franchetti, Mimì Aylmer, Vittorio De Sica
  • Gli uomini, che mascalzoni! di Mario Camerini - con Vittorio De Sica, Lya Franca, Cesare Zoppetti, Aldo Moschino

1933

1936

  • Amazzoni bianche di Gennaro Righelli - con Paola Barbara, Enrico Viarisio, Luisa Ferida, Doris Duranti, Sandro Ruffini
  • Lo squadrone bianco di Augusto Genina - con Fosco Giachetti, Fulvia Lanzi, Antonio Centa, Doris Duranti
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