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Battaglia di Marignano - Wikipedia

Battaglia di Marignano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Battaglia di Marignano
Parte Guerra della Lega di Cambrai
Detail from a painting attributed to the Maître de la Ratière
Data: 1314 settembre, 1515
Luogo: Vicino Melegnano, sud-est di Milano, Italia
Esito: Vittoria francese decisiva
Schieramenti
Francia,
Repubblica di Venezia
Ducato di Milano
Comandanti
Francesco I,
Gian Giacomo Trivulzio,
Bartolomeo d'Alviano, Louis de la Trémoille
Massimiliano Sforza,
Cardinal Mattheus Schiner
Effettivi
9000 lanzichenecchi, 4000 fanti francesi, 6000 balestrieri guasconi e baschi, 70 pezzi di artiglieria, 12000 veneziani 20000 svizzeri
Perdite
5000 10000

La Battaglia di Marignano fu una vittoria francese nella "Guerra della Lega di Cambrai" avvenuta tra il 13 e 14 settembre, 1515, a Melegnano, 16 km sud est di Milano.

Da una parte c'erano le forze francesi di Francesco I, alcuni lanzichenecchi e, verso la fine della battaglia, gli alleati veneziani; dall'altra parte erano schierati mercenari svizzeri, che dal 1512 avevano il controllo sostanziale di Milano e il duca "nominale" di Milano, Massimiliano Sforza. La sanguinosa battaglia di Marignano fu combattuta per ottenere il controllo del Ducato di Milano, porta francese verso l'Italia.

Indice

[modifica] Prologo

Il 24 agosto 1515 una scandalosa asta per l'assegnazione di cariche pubbliche in cambio dei fondi per la guerra ebbe luogo al Maggior Consiglio di Venezia, come descritto da Marcantonio Michiel:

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«Entro la fine della giornata 47000 ducati vennero raccolti, con grande vergogna e discredito per il Maggior Consiglio»
(Marcantonio Michiel, Diarii [1])

Il prologo della battaglia fu un notevole passaggio delle Alpi, durante il quale i francesi trasportarono dai 40 ai 70 pezzi di artiglieria attraverso una strada appena costruita che passava il Col d'Argentière, cogliendo di sorpresa Prospero Colonna e assediandolo a Villafranca con la cavalleria svizzera. Gli svizzeri si ritirarono verso Milano, dove l'oro francese convinse i capitani dei cantoni Berna, Friburgo e Vallese a tornarsene in Svizzera; l'8 settembre firmarono un trattato con Francesco I e partirono con 12000 uomini.

[modifica] La battaglia

Il pomeriggio del 13 settembre, gli svizzeri rimanenti uscirono da Porta Romana e marciarono verso le forze francesi incontrandole nei pressi di un villaggio in riva a un piccolo fiume. Anche se mancavano poche ore al calare della sera, gli svizzeri attaccarono il campo francese, catturando molti pezzi di artiglieria e riuscendo a ferire Francesco I.

Il centro dello schieramento svizzero era tenuto dai "vecchi cantoni": Uri, Untervaldo e Schwyz. Alla sinistra c'erano i cantoni di Basilea, Sciaffusa e Lucerna. Alla destra c'erano Glarona, Appenzello, San Gallo e Zurigo. Tra gli zurighesi c'era anche un giovane cappellano di nome Zwingli, figura importante nella riforma protestante.

L'assalto durò fino alle quattro di notte, quando gli svizzeri decisero di accamparsi; il re francese approfittò della tregua per riorganizzare l'artiglieria e per chiamare le forze di Bartolomeo d'Alviano.

Alle prime luci dell'alba, l'esercito veneziano del condottiere Bartolomeo d'Alviano attaccò gli svizzeri alle spalle, volgendo l'esito dello scontro a favore dei francesi.

La battaglia fù molto cruenta, tanto che il capitano Gian Giacomo Trivulzio disse:

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«Di maniera che il Triulzio, capitano che avea vedute tante cose, affermava questa essere stata battaglia non d'uomini ma di giganti; e che diciotto battaglie alle quali era intervenuto erano state, a comparazione di questa, battaglie fanciullesche.»
(Francesco Guicciardini, Storia d'Italia, Lib.12, cap.15)

La cronaca del tempo ci informa che, commosso dalla strage avvenuta, Francesco I facesse celebrare messe solenni per ben tre giorni nella chiesa di Zivido e facesse erigere la cappella espiatoria detta S. Maria della Vittoria, affidata all'ordine dei Celestini.

[modifica] Conseguenze

Con la pace di Noyon (1516), Milano fu restituita alla Francia. Il trattato di pace tra Francia e Svizzera dopo Marignano non venne mai più rotto, anche dopo un intervento decisivo della Francia in Svizzera alla fine del diciottesimo secolo.

Marignano stabilì la superiorità della artiglieria in lega di bronzo francese e della cavalleria sulla tattica a falange della fino ad allora invincibile fanteria svizzera.

Ricordano la battaglia un bassorilievo di Pierre Bontemps che decora la tomba di Francesco I a Saint-Denis, un quadro di Antoine Caron per Fontainebleau (ora alla National Gallery del Canada, Ottawa) e la più famosa composizione musicale di Clément Janequin, la canzone Le bataille.

[modifica] Fonti

Francesco Guicciardini, Storia d'Italia, Lib.12, cap.14-15.

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