Battaglia di Creta
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Battaglia di Creta | |||||||
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Parte della seconda guerra mondiale | |||||||
![]() Lancio di paracadutisti tedeschi dagli Ju 52 sopra Creta. |
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Schieramenti | |||||||
Germania | Grecia, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Australia |
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Comandanti | |||||||
Kurt Student | Bernard Freyberg | ||||||
Effettivi | |||||||
45.000 uomini | 43.000 uomini | ||||||
Perdite | |||||||
1.971 morti (alcuni stimano 4.900) 1.888 dispersi (presunti morti) 2.594 feriti (alcuni stimano 11.200) 6.453 perdite totali (alcuni stimano 16.100) |
1.751 morti dell'esercito britannico e 1.828 morti della marina britannica 1.900 feriti britannici 17.509 prigionieri di guerra (12.254 britannici e 5.255 austrialiani) |
Fronte del Mediterraneo (1941-45) |
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Guerra Greco-Italiana – Jugoslavia – Grecia – Creta – Nord Africa – Italia |
Battaglie navali nel Mediterraneo durante la seconda guerra mondiale |
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Mers-el-Kebir – Stilo – Spada – Taranto – Teulada – Matapan – Tarigo – Creta – Duisburg – Bon – 1a Sirte – 2a Sirte – Mezzo giugno – Mezzo agosto – Torch – Skerki |
La Battaglia di Creta (tedesco: Luftlandeschlacht um Kreta; greco: Μάχη της Κρήτης) si riferisce ai combattimenti per l'occupazione dell'isola greca di Creta, iniziati il mattino del 20 maggio 1941, durante la Seconda guerra mondiale, con il lancio di truppe aviotrasportate tedesche, nell'ambito dell'"Operazione Mercurio" (tedesco: Unternehmen Merkur). La conquista di Creta fu uno dei maggiori successi delle truppe aviotrasportate, ma le perdite, elevatissime, colpirono talmente Hitler al punto che in seguito queste truppe d'élite non combatterono più autonomamente ma come forza di fanteria.
Indice |
[modifica] Preludio
Con la resa della Grecia, il 21 aprile 1941, firmata a Larissa dal Generale Papagos, si era conclusa la Campagna dei Balcani, che aveva visto impegnata la Wehrmacht nell'occupazione di Yugoslavia e Grecia in sole due settimane. Tuttavia il controllo della Grecia continentale non significava il controllo del Mediterraneo, per questo vennero elaborati piani per invadere l'isola di Creta, strategicamente più importante.
[modifica] Forze Alleate
Dopo l'invasione italiana della Grecia, iniziata il 28 ottobre 1940 le forze Alleate inviarono, nell'aprile del 1941, un contingente composto da 9.000 soldati britannici e altri 25.000 soldati del Commonwealth (in particolare australiani e neozelandesi), per supportare la guarnigione dell'Esercito greco composta da circa 9.000 uomini.
Il 30 aprile, il Maggiore generale neozelandese Bernard Freyberg venne nominato comandante delle forze Alleate a Creta.
[modifica] Forze tedesche
I tedeschi, nell'operazione impiegarono l'intero XI. Corpo aereo, costituito dalla 7. Divisione aviotrasportata (22.000 uomini) al comando del Generalmajor Kurt Student, con il supporto della 5. Divisione da montagna del Generalleutnant Julius Ringel che doveva essere trasportata, con l'armamento pesante, con un solo piccolo convoglio di imbarcazioni eterogenee. Secondo i piani tedeschi, gli obiettivi iniziali e più importanti erano gli aeroporti di Maleme e La Canea, situati vicino alla baia e al porto di Suda. Gli Ju 52, lanciata la prima ondata di paracadutisti al mattino, avrebbero dovuto tornare sugli obiettivi nel pomeriggio, trasportando altre truppe per assicurare il controllo di Retimo e di una pista di decollo, nonché di Iraklion con il suo aeroporto.
[modifica] La Battaglia
La prima ondata di paracadutisti diretta a Creta decollò dai vari campi d'aviazione greci nel mattino del 20 maggio 1941, dopo che la Luftwaffe aveva effettuato un intenso bombardamento aereo sulla costa settentrionale dell'isola. Tuttavia le forze alleate poste a difesa degli obiettivi prefissati risultarono più consistenti e meglio addestrate del previsto: i paracadutisti tedeschi si trovarono così a fare da bersaglio a un preciso e intenso fuoco di sbarramento e molti furono colpiti nella fase di discesa.
Il tentativo di conquistare l'aeroporto di Maleme, obiettivo di primaria importanza per consentire l'arrivo della seconda ondata, fallì. Al comando tedesco di Atene si pose in quel momento l'alternativa di sospendere l'operazione oppure di continuare, e alla fine Student decise di continuare con l'attacco: dovevano essere compiuti tutti gli sforzi possibili per conquistare la base aerea cretese. Nonostante un'accanita difesa dei soldati neozelandesi, dopo sette ore di durissimi combattimenti i paracadutisti tedeschi riuscirono a consolidare le loro posizioni. La mattina del 21 maggio l'aeroporto di Maleme era in mano tedesca e gli Ju 52 furono in grado di far affluire rinforzi con continuità.
Nella settimana successiva, nonostante pesanti scontri con le truppe alleate le forze tedesche occuparono uno a uno gli aeroporti di La Canea, Retimo e Iraklion. Il 1 giugno un comunicato del Ministero della Guerra britannico annunciò la caduta di Creta in mano tedesca. La Royal Navy riuscì a trarre in salvo, e a trasportare in Egitto, 16.500 uomini, raccogliendoli lungo la costa meridionale dell'isola, mentre altri 23.000 tra morti, feriti e prigionieri rimasero a Creta. I tedeschi persero 6.000 uomini di cui 3.674 paracadutisti.
La conquista di Creta fu l'ultima operazione attuata dai paracadutisti tedeschi utilizzando gli aeroplani; da allora vennero utilizzati come truppe d'élite, dando ottima prova come reparti di fanteria di eccezionale qualità.