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Arte del Rinascimento - Wikipedia

Arte del Rinascimento

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Categoria:Storia dell'arte
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L'arte del rinascimento si sviluppa in Italia (precisamente a Firenze) a partire dai primi anni del Quattrocento e da qui si diffonde nel resto d'Italia e poi in Europa convenzionalmente fino ai primi decenni del XVI secolo, quando ha luogo il cosiddetto "Rinascimento maturo" con le esperienze di Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello.

Indice

[modifica] Gli inizi

A'inizio del Quattrocento la Firenze oligarchica e repubblicana che era in continua espansione, sia economica che come potenza militare, affermò la sua egemonia su Pisa nel 1406, su Cortona nel 1411 e su Livorno nel 1421.

In questi anni prende avvio l'umanesimo civico dei cancellieri della repubblica fiorentina, volto sia a sottolineare le origini romane di Firenze sia a rifiutare la società cortese, modello a cui guardavano le corti italiane allora in lotta con la città. Alla fine del Trecento in città la pittura giottesca si affianca a realizzazioni architettoniche di ispirazione classica come la Loggia della Signora, all'inizio del secolo a Firenze si confrontano due linee, quella di gusto Gotico Internazionale e quella del recupero della classicità: queste due linee possono vedersi nel cantiere delle porte del Battistero Fiorentino, già nella Porta della Mandorla, accanto a spirali e ornamenti gotici, sugli stipiti si notano innesti di massicce figure modellate secondo l'antico; ma è soprattuto con il concorso indetto nel 1401 dall'Arte di Calimala, per scegliere l'artista a cui affidare la realizzazione della Porta Nord del Battistero, che le due tendenze si fanno più chiare. Il saggio prevedeva la realizzazione di una formella a forma di compasso quadrilobato con il Sacrificio di Isacco: al concorso presero parte fra gli altri Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi. Nella formella del Ghiberti lo spazio è diviso in due dalla diagonale formata dallo sperone di roccia, a destra il gruppo col sacrifico, di una bellezza ellenistica ma senza espressione, mentre Brunelleschi, rifacendosi non solo l'antico ma anche alla lezione di Giovanni Pisano, costruisce la sua scena in forma piramidale centrando l'attenzione nel punto focale del dramma rappresentato dall'intreccio delle mani di Abramo e dell'Angelo.

Il concorso finì con un pareggio ma fu il solo Ghiberti a completare la Porta: il linguaggio Brunelleschiano era troppo rivoluzionario anche per convivere con quello Ghibertiano.

Comunque in quegli anni tennero bottega a Firenze Lorenzo Monaco, Gherardo Starnina e Gentile da Fabriano, tutti pittori di cultura Gotico Internaziole ma influenzati dalle conquiste spaziali rinascimentali. Alle opere di Brunelleschi, vanno associate quelle di Donatello e Masaccio, che posero la base per il lento affermarsi di un'alternativa radicale al gusto internazionale allora dominante in città, Brunelleschi ebbe il ruolo di guida di stimolo.

Nel 1409, Donatello e Brunelleschi furono a Roma, per vedere i resti antichi, non si proponevano tanto la pura e semplice imitazione dell'antico quanto l'imitazione del processo per raggiungere i risultati ottenuti dagli antichi. A questa prima fase del rinascimento le tre personalità sopracitate sperimentano con successo i nuovi assunti elaborati quali: l'utilizzo della prospettiva lineare centrica, l'attenzione all'uomo: sia al suo corpo attraverso lo studio anatomico sia ai moti dell'animo e la sintesi ed essenzialità nelle composizioni, ma è soprattuto con la prima, che gli artisti del rinascimento sono in grado di espandersi fuori da Firenze, fu Brunelleschi a "inventare" un metodo, che attraverso precise norme geometriche, permetteva di restituire la profondità degli oggetti nelle composizioni, in modo da disporli in modo esatto e proporzionato.

La prospettiva era già conosciuta nel Medioevo, si può chiamare ottica, quello che fece Brunelleschi fu di scegliere un determinato modo di rappresentare, quello lineare centrico, che si accordava con la visione del mondo dell'epoca, un mondo finito e soprattuto misurabile, in cui l'uomo può dominare la natura e al contempo modificarlo, con i mezzi della ragione. Il primo ambito in cui le nuove teorie rinascimentali si sviluppò fu quello della scultura attraverso i cantieri di Orsanmichele e Santa Maria del Fiore, dove lavorarono Donatello e Nanni di Banco, successivamente Brunelleschi si mise al lavoro per la cupola del Duomo.

[modifica] Architettura

Per approfondire, vedi la voce Architettura del Rinascimento.
Lo Spedale degli Innocenti, Firenze
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Lo Spedale degli Innocenti, Firenze

L'architettura del rinascimento è caratterizzata dalla ripresa degli ordini e delle proporzioni dell'architettura del mondo classico, in particolare di quello romano e dall'avversione verso il modo di costruire di poco precedente, il gotico.

Fra i fattori culturali che influenzano questo nuovo indirizzo dell'architettura vi è senz'altro lo sviluppo dell'umanesimo con il conseguente gusto antiquario e filologico, che in architettura si traduce nello studio delle belle forme degli edifici antichi, cioè romani. Il luogo d'origine dell'architettura del rinascimento è Firenze con Filippo Brunelleschi e la realizzazione prima delle composte geometrie dello Spedale degli Innocenti, poi della cupola di Santa Maria del Fiore, cioè del coronamento di un edificio gotico, che sotto certi aspetti mantiene ancora un legame formale con questa tradizione. Le dimensioni, le proporzioni, le difficoltà tecniche superate per la cupola, l'impostazione del cantiere e l'accentramento del ruolo dell'architetto la rendono una di quelle opere che segnano il passaggio ad un'età nuova. Nel portico dello Spedale degli Innocenti è il primo edificio, dalla caduta dell'Impero Romano, ad essere costruito consapevolmente con una grammatica classica, sebbene le proporzioni snelle lo rendano anche inconfondibilmente quattrocentesco (sarà nel Cinquecento che gli edifici adotteranno la maestosità e la gravità "romane").
La basilica di San Lorenzo e la chiesa di Santo Spirito testimoniano la ricerca dell'architettura rinascimentale di coniugare il linguaggio classico con la tradizione paleocristiana. Punto di incontro fra la scultura e l'architettura fu la Sacrestia Vecchia di San Lorenzo, opera di Brunelleschi con decorazioni scultoree di Donatello e altri, mentre Masaccio lavorò al fianco di Masolino da Panicale alla Cappella Brancacci, dove le figure monumentali sono costruite prospetticamente e fortemente rilevate, i primi pittori a reagire di fronte alla cappella furono Beato Angelico e Fra Filippo Lippi.

[modifica] Diffusione nelle corti italiane

[modifica] Firenze

Teorico del Rinascimento è Leon Battista Alberti, fondamentali per la diffusione delle idee rinascimentali i suoi trattati De pictura, De Statua e De re Aedificatoria.

La committenza fiorentina, comunque rimase sempre legata ad un ambito tardo gotico: Palla Strozzi per esempio, membro di una delle famiglie più ricche e uomo lui stesso di cultura conoscitore del mondo romano e greco, come pala della sua cappella di famiglia a Santa Trinita chiamò prima Lorenzo Monaco e successivamente a Gentile da Fabriano, i due maggiori maestri dello stile medievaleggiante a Firenze.

Dobbiamo quindi cercare tra la nuova borghesia cittadina le commissioni più all'avanguardia, come il notaio Ser Giuliano di Collino che commissiona a Masaccio una pala d'altare: sebbene a quel tempo la maggiore preoccupazione del cliente era ancora l'uso di materiali preziosi come l'oro per il fondo e il costosissimo azzurro ultramarino di lapislazzulo, l'opera di Masaccio fu comunque di una modernità rivoluzionaria con i diversi scomparti che rispondono tutti ad un unico punto di fuga, con figure in rilevo e monumentali. Un primo ambito extracittadino fu a Siena dove per la realizzazione delle formelle del Fonte Battesimale si incontrarono Donatello, Lorenzo Ghiberti e Jacopo della Quercia, che poi proseguì autonomamente il suo percorso di riscoperta dell'antico.

In città l'opera di Paolo Uccello va accostata maggiormente alla cultura internazionale e allo studio dell'ottica medievale piuttosto che al rilievo masaccesco, del quale rappresenta un'alternativa che non sarà vincente. Una parte rilevante per la diffusione dello stile fu quella svolta dai mediatori, cioè quegli artisti che smussarono le punte più estreme del nuovo linguaggio adattandole al contesto sociale in cui lavorano: per la scultura fu Lorenzo Ghiberti, che diffuse i suoi modi fra gli scultori abruzzesi, per la pittura Masolino da Panicale che influenzò con la sua pittura Antonio Vivarini, per l'architettura Michelozzo.

[modifica] Firenze sotto Cosimo de' Medici

A Firenze dopo il ritorno di Cosimo de' Medici in città nel 1434, e instaura di fatto una signoria, il suo stile personale è improntato all'umanesimo neo-ciceroniano, questo portò ad una modifica della committenza: se da una parte le commissioni pubbliche si ispirano alla sobrietà e all'utilità come il Palazzo Medici di Michelozzo, e il Convento di San Marco, per le opere di destinazione privata si va affermando un gusto intellettualistico nutrito da ideali neoplatonici, n'è un esempio il David di Donatello. Il maggiore teorico e risistematore dei valori dell'epoca è l'Alberti che lavora per i Ruccellai, potente famiglia legata ai Medici, nei suoi scritti teorizza l'armonizzazione di Copia e Varietà, la copia sono la profusione di soggetti mentre la varietà sono la diversità dei soggetti, sia nelle tinte che negli atteggiamenti, questi assunti li possiamo ritrovare sia in Donatello che in Fra Filippo Lippi ma in diverso grado anche negli altri artisti attivi in città e che col loro stile influenzeranno buona parte del futura rinascimento italiano: Beato Angelico, Andrea del Castagno, che con la sua pittura espressionistica influenzerà la scuola Ferrarese di Cosmè Tura, Francesco del Cossa ed Ercole de' Roberti, Domenico Veneziano, che con i suoi valori luministici influenzerà Piero della Francesca e Antonio Pollaiolo.

In scultura si lavora soprattuto alle tombe murarie, Bernardo Rossellino esegue la tomba di Leonardo Bruni recuperando la tipologia paleocristiana dell'arcosolio nel 1450, Desiderio Da Settignano la tomba di Carlo Marsupini realizzata tra il 1453 e il 1455 (entrambe nella basilica di Santa Croce), ma la maggiore realizzazione fu quella della Cappella del Cardinale del Portogallo di Antonio Rossellino del 1461 circa (in San Miniato al Monte).

La committenza in quegli anni va cambiando: se prima il maggiore interesse è per i materiali (l'oro e l'azzurro ultramarino di lapislazzulo), adesso tende a spostarsi verso l'abilità del pittore, in seguito a mutamenti del gusto in cui l'oro perde terreno, e per trovare ciò, ci sono due modi, uno è la sostituzione del fondo oro, con paesaggi e il secondo è la richiesta che il maestro esegui la maggior parte del dipinto e che la bottega intervenga poco nella realizzazione del quadro. Alla corte di Federico da Montefeltro a Urbino, si sviluppa una prima alternativa al rinascimento fiorentino, questo è possibile per la presenza in città di Leon Battista Alberti, di Luciano Laurana di Francesco di Giorgio Martini, di Piero della Francesca e del matematico Luca Pacioli. L'interesse maggiore di Federico, educato a Mantova da Vittorino da Feltre è per la matematica e di riflesso per l'architettura, ritenuta fondata sull'aritmetica e sulla geometria, questo fa intendere come a corte si viene elaborando quello che possiamo definire Umanesimo Matematico, che ebbe in Piero della Francesca il suo più grande interprete, alla sua influenza può essere riferita l'opera di Bartolomeo della Gatta, l'unico ad Urbino che sembra capire Piero. A corte oltre alla biblioteca organizzata dall'umanista Vespasiano da Bisticci, trovano posto molte opere fiamminghe, tanto che il duce chiamò a lavorare a corte Pedro Berruguete e Giusto di Gand; la maggiore opera comunque fu il palazzo, i cui lavori iniziati dal Laurana furono completati da Francesco di Giorgio Martini. Da notare lo studiolo, dove l'arte della tarsia lignea raggiunge i maggiori risultati di quello che può essere chiamato "cubismo rinascimentale".

[modifica] Siena

A Siena operarono Sassetta e Domenico di Bartolo, che si rifecero alla cultura pittorica trecentesca senese, accettando le nuove norme rinascimentali ma dando maggior valore alla linea al colore e alla luce. Fuori dalla Toscana lo studio dell'antico perde la sua rigorosità entrando a volte nel fantastico come a Roma, dove operò Filarete e a Venezia dove, oltre al già citato Vivarini lavorò Jacopo Bellini, infatti nei suoi disegni ogni pezzo antico viene accostato in modo da decontestualizzarlo.

[modifica] Rimini, Perugia e Pienza

A Rimini con la signoria di Sigismondo Pandolfo Malatesta, vengono chiamati a lavorarvi L'Alberti (Tempio Malatestiano) e Piero della Francesca; nonostante ciò morto il signore non si hanno notizie di una cultura autonoma fiorita a Rimini, mentre a Perugia si riconosce uno dei primi centri ad accogliere le novità urbinate, dapprima gli artisti locali vennero influenzati da Domenico Veneziano e dalla sua pittura luminosa e ornata (Agostino di Duccio), ma è con l'influenza urbinate che i modi cambiano: si possono vedere negli affreschi Benedetto Bonfigli nella cappella del Palazzo dei Priori, ma anche nelle otto tavole con Miracoli di san Bernardino, realizzate da diversi artisti tra cui il Perugino, dove l'architettura monumentale prevale sulla figura umana, e i colori chiari e la luce annullano le ombre, il linguaggio urbinate possiamo ritrovarlo nelle opere di Melozzo da Forlì e del primo Luca Signorelli. L'unica città fondata ex novo di tutto il rinascimento, anche se nei tratti si progettano molte città ideali, fu Pienza, realizzata da Bernardo Rossellino, su commissione di Pio II.

[modifica] Padova

A Padova la venuta di Donatello, nel 1443, fu di capitale importanza per tutto il rinascimento settentrionale, nella città l'Antico si studia con la filologia, la storia e l'archeologia, possiamo chiamarlo Umanesimo Epigrafico-archeologico, il passato si veniva ricostruendo attraverso tutti i tipi di fonti e reperti disponibili, soprattuto epigrammi, quello che ne veniva fuori era una antico fantastico, altri fattori che poterono consentire all'opera di Donatello di attecchire furono l'università laica di cultura averroistica-aristotelica, l'antiquariato che fin dal duecento, col soggiorno di Petrarca, era in piena fioritura e la scelta dei Da Carrara, signori della città, di adottare i modi romano-imperiali, in opposizione ai modi bizantini della rivale Venezia; in questo clima spiccano glia antiquari e uomini di cultura: Ciriaco d'Ancona, Felice Feliciano e Giovanni Marcanova, l'ultimo nei suoi disegni prende il pezzo antico, lo decontestualizza, in modo da creare un antico fantastico. Donatello lavorò al monumento Gattamelata e all'Altare del Santo, sulla sua scia si porrà Bartolomeo Bellano.

In pittura la bottega di Francesco Squarcione ebbe un ruolo rilevante nel diffondere i modi antiquari, alla sua bottega studiarono Marzo Zoppo, Giorgio Schiavone e Carlo Crivelli, esponenti di quella che Federico Zeri chiamerà aria adriatica, e Andrea Mantegna, che con gli affreschi agli eremitani, creò un modo nuovo di intendere ll monumentalità del romano, con la pala di san Zeno per Verona, la città in un primo momento rimase ancora legata a tendenze gotico internazionale solo con Liberale da Verona si ha una netta inversione di tendenza.

[modifica] Mantova

Con la chiamata di Alberti e del Mantegna alla corte di Lodovico Gonzaga, Mantova cambia volto: Leon Battista Alberti, applica all'edificio sacro il linguaggio romano imperiale, senza la mediazione del paleocristiano. Sant'Andrea a Mantova possiede una volta a botte quasi da edificio termale, ed esternamente la facciata riprende l'arco trionfale romano, mentre Mantegna con la decorazione della Camera picta dirige i suoi studi verso una prospettiva dagli esiti illusionistici.

[modifica] Napoli

A Napoli fu con la costruzione della Cappella Caracciolo in San Giovanni a Carbonara, dove l'esterno è rinascimentale mentre all'interno domina una decorazione esuberante, il primo esempio di rinascimento. Con la pace di Lodi nel 1454, l'Italia vive un lungo periodo di pace, che si protenderà fino alla discesa di Carlo VIII nel 1494, in questo periodo la borghesia perde il suo potere, nello stesso tempo gli scambi culturali si fanno sempre più ampi, possiamo individuare a Napoli l'epicentro di quella che possiamo definire la Congiuntura Nord/Sud, in cui gli elementi fiamminghi e mediterranei si fondono insieme; in un arco che comprende la Provenza, la Liguria e la Lombardia da una parte (Donato de' Bardi, Carlo Braccesco e Zanetto Bugatto); dall'altro il quadrilatero formato da Napoli, Palermo , Valenzia e Provenza, dove nella corte prima angioina e poi aragonese di Napoli si incontrano Barthélemy d'Eyck, Colantonio, Guillen Sagrera e Luis Dalmau.

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