Teofilo monaco
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Teofilo, forse un monaco tedesco, visse nel XII secolo. Di lui si ignorano le vicende biografiche anche se alcuni commentatori pensano possa trattarsi di Roger di Helmarshausen, artigiano benedettino di qualche rilevanza. Nei manoscritti dell'opera che sono pervenuti è definito Theophilus presbyter. Solo una tradizione più tarda lo descrive quale monaco benedettino. Fu poco conosciuto dopo il Rinascimento; solo dopo il 1774, con la prima edizione a stampa da parte del Lessing, si riaccese l'interesse per il trattato da lui composto: il liber de diversis artibus ("libro sulle varie arti"). Successive ristampe, culminate nell'edizione critica dell'Ilg (1874), mantennero costante l'interesse su questo trattato, fondamentale per la storia delle tecniche artistiche del Medioevo. Nonostante l'apparizione già dal 1781 delle prime traduzioni in lingue moderne, tale opera è stata tradotta in italiano solo pochi anni fa.
Indice |
[modifica] Il trattato de diversis artibus
Il trattato di Teofilo è composto da tre libri. Il primo (38 capitoli) riguarda la pittura (soprattutto la miniatura e, in particolare, la preparazione di pigmenti, colle, foglia d'oro e inchiostro). Nel secondo libro (31 capitoli) è affrontato il mestiere del vetraio e viene trattata la preparazione delle grandi vetrate colorate tipiche delle cattedrali del tempo. Sono descritte la preparazione della fornace, delle componenti del vetro, i minerali da usare per ottenere particolari colori, i processi di fusione e taglio del vetro e gli interventi di riparazione sugli oggetti vitrei danneggiati. Il terzo ed ultimo libro (96 capitoli) descrive il lavoro del fabbro e dell'orefice. Oltre alle istruzioni per l'allestimento dettagliato di un laboratorio, sono affrontate le tecniche di fusione dei metalli e delle leghe (oro, argento, rame, ferro, ottone, ecc.) e di doratura. Sono fornite istruzioni sulla costruzione di organi ad aria e campane. Negli ultimi capitoli sono infine fornite notizie sull'intaglio dell'avorio e la preparazione di gemme e perle.
[modifica] Importanza del de diversis artibus
Il numero di manuali antichi di tecnica artistica giunti fino ai nostri tempi è ridicolmente piccolo di fronte alla quantità dei monumenti presenti. I procedimenti di realizzazione ci sarebbero quindi sconosciuti senza di essi e questo potrebbe generare difficoltà anche nella comprensione delle opere stesse. Le prime testimonianze scritte relative alla letteratura tecnica ci sono giunte da tradizione greco-egiziana (i papiri di Leida) che sembra avere influenzato profondamente la manualistica latina. Questa fu distrutta completamente per ordine di Diocleziano, turbato dal rischio che gli alchimisti riuscissero veramente a produrre oro mettendo in pericolo le stremate finanze dell'impero romano. Si sono salvati alcuni testimoni indiretti di questa tradizione: il trattato compositiones ad tingenda ("composizioni per tingere") del manoscritto di Lucca 490 (VIII secolo), l'opera de coloribus et artibus romanorum ("sui colori e le arti dei romani") del X secolo di un certo Eraclio e la mappae clavicula, ricettario anonimo di area insulare (XII secolo). Posteriori a Teofilo sono invece l'anonimo de arte illuminandi (sull'arte della miniatura) e il libro dell'arte di Cennino Cennini.
[modifica] Fonti
Edizioni recenti in inglese del de diversis artibus:
- Dodwell, C.R.: The various arts. Oxford: Clarendon Press, 1986.
- Hendrie R.: Of many arts. London, 1847, 1961.
[modifica] Edizioni
[modifica] In italiano
- Caffaro, A.: Le varie arti. De diversis artibus. Manuale di tecnica artistica medievale. Salerno, Palladio Editrice, 2000.
[modifica] In tedesco
- Ilg, A.: "Theophilus Presbyter. Schedula diversarum artium". In: Quellenschriften für Kunstgeschichte, Band 7. Wien, 1874.
- Lessing, Gotthold Ephraim: Vom Alter der Ölmalerey aus dem Theophilus Presbyter. Berlin, 1774.
- Theobald, W.: Technik des Kunsthandwerks im 10. Jh. Des T. Schedula Diversarum Artium, Berlin, 1933, 1953 e 1981.
- Brepohl, E.: Theophilus Presbyter und das mittelalterliche Kunsthandwerk. Köln, 1999 (2 volumi).
- Freise, E.: Roger von Helmarshausen in seiner monastischen Umwelt. In: Frühmittelalterliche Studien, 15, 1981 (contiene traduzioni di alcune sezioni dell'opera).
