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Doratura - Wikipedia

Doratura

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La doratura è un processo di decorazione ornamentale usato su diversi materiali e con diverse tecniche per impreziosire un oggetto tramite l'apposizione di un sottilissimo strato di oro, detto foglia. Più raramente sono usati sostituti per l'oro, quali leghe che simulano il color oro, argento o rame.

I suoi usi principali sono nella produzione di volumi bibliografici di pregio, nella decorazione di mobili di lusso e nell'arte.

La doratura era una tecnica molto diffusa nell'arte e nell'architettura medievale, specie in quelle bizantina e rinascimentale, dove la foglia d'oro veniva usata nei dipinti su tavola in legno, per esaltare l'effetto visivo delle aureole dei santi, o il brillare del sole: l'inattaccabilità alla corrosione dell'oro ha permesso a queste tavole di giungere fino ad oggi con immutato splendore.

Esistono diverse tecniche di doratura.

Indice

[modifica] Doratura a guazzo

Una Madonna di Giotto su tavola dorata
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Una Madonna di Giotto su tavola dorata

La doratura a guazzo è la tecnica tradizionale, la più difficile, usata sin dal 1200 dai grandi artisti italiani ed europei.

La decorazione in oro arricchiva il dipinto sia materialmente che artisticamente, donando luminosità all'opera ed esaltando i colori della parte a pittura. Non sono rari i casi di tavole in cui tutto il fondo, ad eccezione del santo rappresentato, è interamente dorato.

Nella doratura a guazzo l´oro viene steso per primo sulla tavola, ed in seguito si passa alla pittura vera e propria. La tavola viene preparata incidendo il bordo dell'area da dorare, dopodiché si applica un composto colloso ed infine la lamina metallica.

Il substrato usato in passato era composto da acqua, bianco d´uovo montato a neve e bolo, un composto di argilla grassa e finissima; oggi la composizione è cambiata, e si usa dare due strati, eventualmente preceduti da un trattamento antitarlo.

Per primo uno strato (Ammanitura o imprimitura) di solfato di calcio idrato, detto anche Gesso di Bologna, bianco di Meudon o bianco di Spagna, scaldato a bagnomaria. Necessita solitamente di 2-5 mani di stesura, e va levigato con grande cura per lasciare la tavola perfettamente liscia. In seguito si passa il bolo d' argilla: va mescolato con acqua e collante animale (in genere di coniglio) in proporzione rispettivamente di 3:10:1 o 3:8:1. In alternativa esiste anche il bolo sintetico acrilico, già pronto. Il bolo influenza il colore finale della doratura, per cui a seconda della necessità può essere giallo (oro brillante), rosso (oro scuro) o nero (oro antico).

Esistono anche tecniche particolari, usate per lavorazioni specialistiche, tra cui l'applicazione del cosiddetto bolo armeno (un'argilla particolare, color terra di siena disponibile in blocchi da sbriciolare) o l'uso di colle di pesce invece che di coniglio, più resistenti e stabili ma difficili da applicare.

Una volta applicato a pennello il bolo, con una delle due tecniche descritte, si procede all'asciugatura in aria e alla levigatura dello stesso con strumenti in pietre dure (agata) o osso.

Solo con una tavola perfettamente liscia si può procedere alla doratura vera e propria, cioè l'apposizione di lamine sottilissime di oro zecchino, trasferite con grande cura dalla base in carta alla tavola inumidita tramite un coltello sottile (coltello da doratore) o un pennello morbido. Prima di questa operazione è indispensabile stendere una sottilissima passata di guazzo, un composto di alcol, acqua e colla di coniglio in rapporto rispettivamente di 50:200:1. Il guazzo va steso immediatamente prima dell'applicazione dell'oro. Una volta posizionata la foglia, può essere sagomata col medesimo coltello.

Le foglie vanno sovrapposte di un paio di millimetri, per evitare inestetismi e distacchi. Il foglio usato può essere di diverso tipo e valore, dall'oro a 22 o più carati, alle imitazioni di argento.

Una volta applicata la foglia d'oro vi si possono realizzare differenti trattamenti. I più comuni sono

  • Porporina: si distribuisce sulla superficie una polvere finissima che colora e riempie le crepe del materiale (in genere la ceramica). A seconda del colore (oro, argento o bronzo) si può usare per esaltare l'effetto craklè o per uniformare il colore della superficie. Necessita di un substrato detto missione.
  • Brunitura: da farsi una volta asciutta la colla, consiste nello sfregamento della lamina con un attrezzo detto brunitoio (composto da un manico in legno e una testa in agata sagomata). Lo sfregamento serve a levigare la lamina d'oro e a renderla lucida. La brunitura viene omessa per particolari effetti di "anticato". Va effettuata in diversi sensi, per non lasciare tracce di striature
  • Velatura: la velatura serve per proteggere la doratura dall'invecchiamento e per ridurre la lucentezza dell'oro brunito. Può essere effettuata con una stesura leggerissima di cera, con gommalacca, vernice mecca o con altre sostanze. Non è strettamente necessaria, ma favorisce il mantenimento della lucentezza nel tempo.
  • Invecchiamento: durante il restauro è necessario rendere la lamina nuova omogenea con quella originale rimasta. Si spennella una soluzione di bitume in acquaragia, o una apposita vernice del colore corretto, cercando di non lasciare striature. Una volta data la prima passata a pennello si può procedere con del cotone a uniformare la stesura.
  • Decorazione: sulla foglia in oro possono essere applicati stampi a pressione e sigilli per decorare il pezzo prodotto.

Una variante della doratura a guazzo è la doratura a spolvero, che invece delle foglie d'oro utilizza sottili polveri metalliche applicate a caduta sulla base in bolo e collante.

[modifica] Doratura a missione

Un dipinto di Giotto con dettagli in oro
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Un dipinto di Giotto con dettagli in oro

La missione è uno speciale composto usato per applicare la doratura su parti ridotte: era una tecnica usata prevalentemente nel XVIII secolo, per impreziosire piccole parti di dipinti.

E' necessario isolare il fondo della tavola con qualche stesura di colore acrilico, da levigare una volta conclusa la applicazione. La missione è una colla di olio di lino, resina e pigmenti, che va distribuita con cautela in una o due mani, usando un pennello piccolo e morbido. Oggi esistono anche missioni viniliche, più rapide da applicare dato che non necessitano pre-asciugatura ma il cui effetto è meno luminoso.

Una volta applicata si lascia asciugare parzialmente (fino a 12 o 24 ore) e si sovrappone la foglia d'oro. Premendo con del cotone si fa aderire su tutta la superficie, dopodiché si spolvera con un altro pennello morbido per togliere le impurità.

E' una tecnica di applicazione più semplice, ma è inadatta a grandi coperture. Un altro limite è l'impossibilità di effettuare la brunitura, data la mancanza del bolo sottostante, che impedisce di ottenere un effetto molto brillante.

E' detta anche doratura a mordente.

[modifica] Doratura a conchiglia e a pastiglia

La doratura a conchiglia è una tecnica piuttosto semplice. Si tratta di applicare una vernice composta da polvere d'oro mista a un legante (gomma arabica), stendendola a pennello.

In passato era comune, specie nel medioevo una variante di questo tipo di applicazione, detto a pastiglia: invece di una semplice vernice si preparava un composto solido, con gesso, colle e polvere d'oro, da applicare in spessi strati in rilievo.

[modifica] Doratura galvanica

Si tratta di un procedimento galvanico, e come tale è adatto solo all'uso su metalli. Un elemento metallico viene immerso in un bagno galvanico e attraversato da correnti elettriche. Le correnti passando da un elettrodo in oro all'altro elettrodo (l'oggetto immerso) apportano particelle di materiale sull'oggetto da dorare.

Il risultato è uno strato molto uniforme e resistente, nonostante sia sottilissimo. Tuttavia, trattandosi di un procedimento industriale, non ha il valore delle altre tecniche sopra elencate.

[modifica] Doratura a fuoco

La doratura a fuoco o amalgama, o doratura al mercurio è una tecnica di doratura dei metalli.

Si prepara un composto di doratura con oro e mercurio, dopodiché si va a spruzzare uniformemente l'oggetto da dorare con acido nitrico. Si bagna l'oggetto col composto oro-mercurio, e si pone in forno. il mercurio evapora, e l'oro rimane applicato sulla superficie.

Si tratta di un processo esclusivamente industriale, da non fare assolutamente in casa o senza strumentazione adeguata, dato che fa uso di sostanze altamente tossiche. Essendo anche molto inquinante, è stato soppiantato dal procedimento galvanico.

Ebbe grande diffusione nel XVII secolo, specie in Francia, dove divenne una delle tecniche standard per la produzione di suppellettili in stile Impero.

[modifica] Doratura su carta

La doratura della carta è un processo usato soprattutto per la produzione di manoscritti e prodotti cartacei di pregio. Si effettua applicando a caldo una foglia oro sul dorso o piano delle copertine di libri, che viene punzonata nei punti dove deve rimanere apportata. Sul piano della carta viene utilizzata anche la doratura a rilievo, mentre sulla superficie del taglio delle pagine può essere effettuata tramite un particolare tipo di lavorazione detta labbratura.

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