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Nakajima Ki-27 - Wikipedia

Nakajima Ki-27

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Nakajima Ki-27
[[Image:{{{immagine}}}|250px|]]
{{{didascalia}}}
Descrizione
Ruolo Aereo da caccia
Equipaggio 1
Primo volo 1936
Entrata in servizio 1938
Costruttore Nakajima
Esemplari costruiti 3.390
Dimensioni
Lunghezza 7,53 m
Apertura alare 11,31 m
Angolo di freccia alare {{{freccia_alare}}}
Altezza 3,28 m
Superficie alare 18,56
Pesi
A vuoto 1.110 kg
Carico
Massimo al decollo 1.790 kg
Propulsione
Motore un Nakajima Ha-1 a 9 cilindri
Potenza 780 CV
Spinta {{{spinta}}}
Prestazioni
Velocità massima 470 km/h a 3.500 m
Autonomia 1.100 km
Raggio d'azione {{{raggio}}}
Tangenza 12.250 km
Capacità di carico {{{capacità}}}
Armamento
Mitragliatrici 2 da 7,7 mm
Cannoni {{{cannoni}}}
Piloni {{{piloni}}}
Bombe 100 chili
Missili {{{missili}}}
Altro
Note
La lista di aerei militari presenti su wiki
Progetto:Aviazione


Il Nakajima Ki-27 è stato il primo aereo da caccia moderno in servizio nell'aviazione dell'esercito giapponese (JAAF), tra il 1938 e il 1944. Una macchina molto leggera e vulnerabile, ma estremamente agile e, ai suoi esordi, molto temibile.

I giapponesi si erano presto resi conto che il tempo delle macchine da caccia biplane e di costruzione mista era ormai appartenente al passato, e per affrontare le loro sfide future a metà degli anni '30 avevano richiesto velivoli migliori in termini strutturali, limitati solo da motori disponibili di potenza insufficiente, che davano come effetto collaterale quello di abbinarci delle cellule molto leggere, avanzate come costruzione ma tuttavia assai fragili. Il prototipo del Ki-27 decollò nel 1936, e circa due anni dopo era finalmente pronto per affrontare le terribili battaglie sulla Cina.

Indice

[modifica] Tecnica

Successore di caccia biplani come il Kawasaki Ki-10, il Ki-27 era una macchina molto avanzata per la sua epoca, dotata di radio, struttura metallica in leghe d'alluminio, abitacolo chiuso ed altri elementi "moderni".

Quelli "arcaici" erano il carrello fisso, un armamento leggero e un motore di scarsa potenza (che influenzò la ricerca della leggerezza "a tutti i costi" per questa macchina) dal momento che si trattava solo di un Bristol Jupiter migliorato, prodotto su licenza, accoppiato ad un'elica tripala a passo variabile.

Si poteva disporre altresì di agganci per bombe e serbatoi ausiliari, mentre l'impiantistica standard comprendeva anche l'ossigeno per i voli ad alta quota, mentre inizialmente non era ancora disponibile un collimatore a riflessione per avere una migliore precisione nei tiri con il già scarso armamento.

[modifica] Impiego

Dal 1938 i Ki-27 fecero strage delle macchine cinesi e sovietiche in quelli che erano certamente i più massicci combattimenti aerei del periodo tra le due guerre mondiali. Gli unici caccia che potevano resistergli, se non si lasciavano invischiare in combattimenti ravvicinati, erano gli I-16, mentre i biplani non riuscivano né ad essere altrettanto veloci né a dimostrarsi più maneggevoli dei nuovi monoplani nipponici, e questo dice molto sulle loro qualità complessive.

Durante una battaglia aerea del 29 aprile 1938 i caccia giapponesi dichiararono 53 vittorie aeree contro 2 perdite, mentre i cinesi/sovietici ebbero in effetti 11 perdite reclamandone 36. Sia pure depurato degli usuali eccessi tipici delle grandi battaglie aeree, questo significa comunque una vittoria notevole per i giapponesi.

Ma furono soprattutto le battaglie aeree durante l'incidente di Nomonhan in cui i sovietici e i giapponesi combatterono una vera guerra non dichiarata, che misero a dura prova questi caccia dell'esercito. Oltretutto, i sovietici riuscirono gradatamente ad assicurare la superiorità aerea e a vincere con una manovra da "Blitzkrieg" contro l'esercito giapponese (grazie al comando di Zuckov).

In seguito essi combatterono contro le "Tigri volanti", i famosi volontari, più precisamente piloti mercenari assoldati dal governo cinese per combattere contro i giapponesi. Il reparto guidato da Chennault ha dichiarato cifre molto lontane dalle vittorie reali, come risulta dai riscontri incrociati (per esempio, in uno scontro del febbraio 1942 dichiararono 15 caccia "zero" contro perdite ammesse dai nipponici di soli due Ki-27 anche se l'intera formazione non giungeva che a 16), ma è certo che i Curtiss P-40 americani, se non si lasciavano coinvolgere in scontri ravvicinati, erano macchine troppo veloci e ben armate per i Ki-27. Questi ultimi avevano davvero poche speranze di distruggere dei velivoli corazzati con le loro due mitragliatrici leggere.

Nei primi mesi dopo lo scoppio della guerra "ufficiale" tra il Giappone e gli alleati occidentali, i "Nate" (nome in codice dei Ki-27) si batterono in maniera efficace, ottenendo la superiorità aerea in ogni zona in cui l'esercito giapponese combatté: d'altra parte erano ancora i principali caccia di tale forza armata.

Le "Tigri volanti" usualmente dichiaravano di affrontare gli Zero, ma in realtà incontravano quasi sempre i ben meno temibili, specie nell'armamento, Ki-27, oppure i successori Nakajima Ki-43 Hayabusa.

Comunque contro chi (come gli inglesi) continuava ad insistere nei duelli manovrati i successi iniziali non mancarono e la produzione dei Ki-27 venne portata avanti fino alla fine del 1942.

[modifica] Confronti

[modifica] Con i Polikarpov

I caccia Polikarpov I-16 e I-152/153 erano tra le migliori macchine della loro generazione. Avevano buone prestazioni complessive ed eccellente maneggevolezza. Ovviamente, i biplani prediligevano quest'ultima caratteristica a leggero scapito della prima. Erano tutti dotati di un'elevatissima potenza di fuoco, grande robustezza e spesso una corazza protettiva per il pilota, ma usualmente non avevano radio e il raggio d'azione non era elevato. Il caccia Ki-27 era tuttavia maneggevole quanto e forse più degli stessi biplani, e dove riuscì ad imporre un combattimento manovrato sconfisse quasi sempre gli avversari. Molto dipendeva dalla situazione tattica, dall'esperienza e addestramento dei piloti, ma il Ki-27 si dimostrò una macchina complessivamente superiore ai suoi avversari in quasi tutti gli scontri sostenuti, ottenendo centinaia di vittorie aeree tra il 1938 e 1940 con perdite molto contenute.

[modifica] Con i caccia "Serie 0" italiani

Avendo volato nel 1936 ed essendo entrato in azione due anni dopo, il "Nate" precedette di circa un anno i primi caccia italiani della prima generazione monoplana. Una macchina assai simile al Ki-27 in termini di prestazioni era il Fiat G.50, che aveva una velocità orizzontale quasi uguale a quella del giapponese.

In termini di potenza di fuoco il caccia italiano aveva un chiaro vantaggio, così come di robustezza strutturale e di velocità in picchiata. In favore del "Nate", vi erano una quota di tangenza maggiore, una migliore velocità di salita, un ulteriore vantaggio in termini di autonomia e soprattutto una ben superiore maneggevolezza: il Ki-27 aveva un carico alare inferiore a quello del G.50 di ben il 35%. In verità tale parametro era persino migliore di quello del biplano Fiat C.R.42.

Anche il rapporto potenza-peso era superiore rispetto al G.50, per la precisione del 24%. Questi due dati spiegano perché il Ki-27 fosse avvantaggiato in salita e agilità.

Nell'insieme il Ki-27 avrebbe probabilmente potuto essere impiegato con successo su base regolare contro il G.50, come era realmente accaduto con l'I-16, non molto dissimile rispetto al Fiat ma dotato di una potenza di fuoco particolarmente indicata per colpire i Ki-27 nei passaggi ad alta velocità, in cui era costretto a rifugiarsi per non soccombere. Da notare che in Spagna gli I-16 non vennero valorizzati adeguatamente contro i Fiat C.R.32 proprio per aver tentato troppo spesso i combattimenti manovrati, ignorando quello che in Cina i loro piloti appresero invece rapidamente.

Per dare un adeguato paragone del valore dell'I-16 va anche detto che secondo il collaudatore Mark Hanna le sue doti di agilità e risposta ai comandi surclassavano nettamente quelle del più grosso Hurricane, e anche questo dà indirettamente una misura dell'eccellenza del Ki-27, oltretutto esente da vizi di volo od eccessiva instabilità.

Il Macchi M.C.200 sarebbe stato un avversario più temibile, almeno per il maggior vantaggio in velocità orizzontale, ma forse il più indicato equivalente tra le macchine italiane era il Caproni Vizzola F.5, maneggevole tanto da surclassare letteralmente il G.50 nei combattimenti simulati.

Comunque sia, il Ki-27, nonostante un motore del 9% meno potente e il carrello d'atterraggio fisso riusciva a figurare abbastanza bene rispetto ai "serie 0" italiani, e questo pur entrando in servizio qualche anno prima.

[modifica] Con l'A5M

Il caccia Mitsubishi A5M era l'antenato diretto dello "Zero", e pur mancando di un abitacolo chiuso e di un armamento pesante era per tutti gli altri aspetti un velivolo potente e moderno. Aveva una robustezza strutturale straordinaria, specie per gli standard degli aerei giapponesi, tanto che uno riuscì a rientrare alla base dopo aver perso mezza ala contro un caccia cinese, mentre un altro venne sorpreso da un avversario alle spalle ma, pur centrato da oltre 20 colpi da 7,7 e 13 mm, non cadde: i proiettili rimbalzarono nella parte posteriore della fusoliera, e poco dopo lo sfortunato cinese finì colpito ed abbattuto.

Rispetto al Ki-27 aveva prestazioni meno impressionanti (3,5 minuti per i 3.000 metri invece che 3, 434 km/h piuttosto che 470 di velocità massima) ma era destinato all'impiego aeronavale e quindi beneficiava di una maggiore robustezza (causa delle minori prestazioni, visto che il motore era lo stesso ma il peso maggiore di circa 100 kg) e flessibilità tattica per l'impiego su portaerei.

Il problema di entrambi era in definitiva che non avevano un armamento molto diverso da quanto usato ai tempi del Barone Rosso.

[modifica] Fine della carriera

In seguito al ritiro dalla prima linea, avvenuto tra la fine del 1942 e il 1943, le macchine superstiti vennero usate per compiti addestrativi.

Tornarono però in azione nei disperati giorni del 1945 come Kamikaze, malgrado il basso carico trasportabile. Se non altro erano molto più veloci di molti altri aerei "di seconda linea" usati in molti di questi attacchi.

Nell' insieme si trattò di una macchina di grande successo, ma dopo quattro anni di servizio venne superata da modelli ben più potenti ed agguerriti. Ma ancora negli ultimi giorni di guerra, a sette anni dagli esordi, trovava modo di essere utile.

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