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Guaimario IV di Salerno - Wikipedia

Guaimario IV di Salerno

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Guaimario IV, (1013 ca. – 3 giugno 1052), spesso indicato come Guaimario V fu principe di Salerno (10271052) e di Capua (1038-1047), duca di Amalfi (1039-1043) e Gaeta (1040-1041) e duca di Puglia e Calabria (1043-1047). Fu una figura di primo piano nella fase storica a cavallo fra la fine del dominio bizantino nel Mezzogiorno e l'ascesa della potenza normanna. Secondo Amato di Montecassino, egli fu "più coraggioso di suo padre, più generoso e più cortese; in effetti egli possedeva tutte le qualità che un laico dovrebbe avere – eccetto un'eccessiva passione per le donne".

Indice

[modifica] L'ascesa di Guiamario

Guaimario nacque intorno al 1013, maggiore dei figli di Guaimario III di Salerno e Gaitelgrima, figlia di Pandolfo II di Benevento. Il suo fratellastro maggiore, Giovanni (III), figlio di Porpora di Tabellaria, fu co-reggente insieme al padre dal 1015 al 1018, anno della sua morte. A questo punto la co-reggenza fu affidata a Guaimario, che nel 1027, all'età di quattordici anni, successe al padre sul trono di Salerno, probabilmente sotto la reggenza della madre. Fin dall'inizio del suo regno si impegnò nel tentativo di estendere il proprio controllo su tutto il meridione d'Italia, com'era stato negli obiettivi dei suoi predecessori.

La sua prima grande vittoria si ebbe nel 1035, quando conquistò Sorrento e ne affidò il ducato al fratello Guido. Nel 1037 creò suo co-reggente il figlio maggiore Giovanni (IV), il quale però morì nel 1039.

Nel 1036 gli giunse voce che il cognato e precedente alleato, il principe Pandolfo IV di Capua, soprannominato il Lupo degli Abruzzi, aveva cercato di violentare sua nipote, un fatto che segnò l'inizio delle ostilità fra i due principi. Nel frattempo, Guaimario si avvicinò ai Normanni, appena comparsi nel meridione d'Italia, ricevendo l'omaggio del loro capo Rainulfo Drengot, in precedenza vassallo di Pandolfo e ora disertore. Così, Guaimario ottenne il fondamentale supporto dei Normanni, potenza nascente nel Mezzogiorno. Nel 1038 cercò di ottenere giustizia su Pandolfo di Capua e avanzò la richiesta politicamente avveduta di un arbitrato fra l'imperatore occidentale e quello bizantino che chiarisse la questione dell'inadeguatezza di Pandolfo. L'invito fu raccolto solo dall'imperatore Corrado II, che si recò nel sud Italia chiedendo a Pandolfo degli ostaggi in garanzia. Questi però riuscirono a liberarsi e a scappare, determinando l'immediata reazione delle forze imperiali. Capua fu prontamente posta sotto assedio e in breve il principato fu sottomesso. L'imperatore decise allora di assegnarlo a Guaimario, il quale chiese al sovrano di riconoscere un titolo nobiliare al suo nuovo vassallo normanno: Corrado attribuì a Rainulfo Drengot il titolo di conte di Aversa, vassallo di Salerno. L'anno successivo (1039) Guaimario ottenne il riconoscimento della sovranità su Amalfi, Gaeta e sul ducato di Napoli, giuridicamente un presidio bizantino.

[modifica] Le relazioni con gli Altavilla

Guaimario, principe longobardo, fu ben presto in stretti legami con la più potente famiglia normanna, quella degli Altavilla. I bizantini, che non avevano risposto alla chiamata di Guaimario circa l'arbitrato sui demeriti di Pandolfo, stavano preparando in quegli anni una spedizione in Sicilia sotto il comando del grande generale Giorgio Maniace. Alla loro richiesta, il principe di Salerno inviò un contingente di guerrieri longobardi e normanni, guidati da un tale Guglielmo che in Sicilia si era guadagnato il soprannome di Braccio di Ferro.

Nel 1038, però, la fragile alleanza si spezzò: Normanni e Longobardi tornarono in posizione di ribellione verso gli imperatori bizantini ed invasero rapidamente la Puglia greca. A questo punto, Guaimario offrì ai suoi alleati normanni il proprio appoggio politico e nel 1042, su loro stessa richiesta, approvò l'elezione a conte di Puglia di Guglielmo Braccio di Ferro, ottenendo in cambio l'acclamazione a Duca di Puglia e Calabria (1043), in aperta opposizione alle rivendicazioni bizantine. Guaimario, secondo i dettami della teoria fudale, garantì ai Normanni il dominio diretto su Melfi e il mantenimento del modello repubblicano, preesistente al loro arrivo. Il fondamento feudale, però, risultava contraddittorio e non trovava legittimità di legge: Guaimario era duca solo sulla base di un'acclamazione popolare, per giunta da parte di uomini che egli stesso aveva nominato suoi vassalli; e in virtù dell'autorità di quello stesso titolo ducale, egli aveva infeudato i suoi vassalli a Melfi. Un conflitto di legittimità che più avanti gli causò diversi problemi.

Nel 1044, Guaimario e Braccio di Ferro iniziarono la conquista della Calabria e costruirono un'ampia fortezza a Squillace. Ma il dominio del principe di Salerno, pure in continua espansione, non era più facilmente gestibile: negli ultimi anni della sua vita, Guaimario incontrò infatti numerose difficoltà nel conservare i suoi possedimenti contro le rivendicazioni dell'imperatore e degli stessi Normanni, fino a quel momento suoi fedeli vassalli. Rainulfo Drengot, che aveva continuato a tenere il dominio di Aversa, concessogli originariamente dal duca di Napoli, morì nel 1045 e il suo feudo, contro le proteste di Guaimario, passò al nipote Asclettino. Verso la fine di quello stesso anno, Guaimario si oppose alla successione del cugino di Asclettino, Rainulfo Trincanocte, ma ancora una volta la sua autorità fu calpestata. Queste contese spinsero Aversa, un tempo leale al principe salernitano, ad allearsi con Pandolfo, tornato dal suo esilio di Costantinopoli. La guerra contro Pandolfo riprese nel 1042 e durò cinque lunghi anni, durante i quali Guaimario rafforzò la propria posizione attraverso un rapido riconoscimento, nel 1046, del fratello del defunto Guglielmo, Drogone d'Altavilla, al quale concesse in sposa la sorella Gaitelgrima. L'obiettivo era chiaramente quello di mantenere i Normanni dalla sua parte e in posizione di vassallaggio.

[modifica] Gli ultimi anni

Nel 1047, però, quella che era stata per Guaimario l'impresa di una vita fu completamente annullata: l'imperatore Enrico III, giunto nel sud Italia a chiedere atto di sottomissione a tutti i principi locali, restituì Capua a Pandolfo e pose sotto la sua diretta giurisdizione i domini di Aversa e di Melfi. Infine, privò Guaimario del titolo ducale di Puglia e Calabria, mettendo fine a quella singolare condizione di sovranità così scomoda per la corona imperiale.

Nel 1048 Pandolfo, di nuovo principe, fu ancora una volta in guerra con Guaimario. Tutto nacque dalla necessità di assicurare una reggenza all'infante Ermanno, figlio e successore di Rainulfo II di Aversa (Rainulfo Trincanocte), morto in quell'anno. Dopo il fallimento del primo reggente, tale Bellebouch, la questione si complicò, poiché non erano disponibili parenti diretti del principe minorenne. L'unico fra questi, Riccardo Drengot (Riccardo I di Capua), cugino di Ermanno, era all'epoca imprigionato a Melfi per aver ingaggiato battaglia contro Drogone. Guaimario intervenne nella vicenda: negoziò il rilascio di Riccardo e lo condusse personalmente ad Aversa, dove questi fu insediato come reggente e poco dopo come vero e proprio conte. In questo modo, il principe Guaimario aveva recuperato l'alleanza della contea di Aversa.

[modifica] La morte e l'eredità

Guaimario e Drogone d'Altavilla continuavano a mantenere solidi rapporti di alleanza, costituendo insieme una potenza politica e militare invisa a molti. I due erano infatti diventati bersaglio di odii incrociati e rivendicazioni da più parti, che nel 1052 portarono entrambi ad una fine ingloriosa: Drogone cadde assassinato, probabilmente ad opera di una congiura bizantina. Stessa sorte toccò subito dopo allo stesso Guaimario, che il 3 giugno 1052 fu assassinato nel porto di Salerno dai suoi quattro cognati, che occuparono la città con le armi. A questo punto il fratello del principe ucciso, il duca Guido di Sorrento, si rivolse ai Normanni, che insieme a lui assediarono i congiurati in Salerno. Le famiglie dei quattro fratelli caddero presto nelle mani dei loro nemici e gli assassini di Guaimario si decisero a negoziare il loro rilascio rimettendo in libertà Gisulfo, figlio ed erede di Guaimario. Guido accettò la loro resa poco dopo e fece giuramento di non ricorrere a vendette o ritorsioni. Diversamente, i Normanni, che non si ritennero sottoposti al giuramento di Guido, massacrarono i quattro fratelli insieme ad altri trentasei familiari, uno per ciascuna coltellata ritrovata sul corpo di Guaimario. In questo, i Normanni si dimostrarono leali a Guaimario fin oltre la morte.

L'eredità di Guaimario includeva il dominio su Salerno, Amalfi, Gaeta, Napoli, Sorrento, Puglia, Calabria e in maniera alterna su Capua. Egli fu senz'altro l'ultimo grande principe longobardo del sud Italia e secondo alcuni storici il migliore in assoluto. A valergli tanto favore fu soprattutto il suo carattere, che Lord Norwich riassume scrivendo "...non ebbe mai a rompere una sola volta una promessa o tradire una fiducia. Dal giorno in cui morì, il suo onore e la buona fede non sono state una sola volta messe in discussione". (The Normans in the South, pg. 88).

A Guaimario successse Gisulfo II, il figlio avuto da Gemma, figlia del conte di Capua Laidolfo. Questi fu chiamato alla co-reggenza nel 1042 e fu posto dai Normanni sotto la loro protezione. Gisulfo ebbe due figlie famose: Gaitelgrima, che sposò Giordano I di Capua, e Sichelgaita, che sposò Roberto il Guiscardo. Il destino della terza figlia, Sicarda, è a noi sconosciuto. Gisulfo II ebbe anche altri cinque figli: Pandolfo, Guaimario (V) - che più tardi fu in co-reggenza con Gisulfo - , Landolfo, Guido e Giovanni. Da ricordare anche la nipote Guida, figlia di Guido, andata in sposa a Guglielmo Braccio di Ferro.

[modifica] Fonti

  • Gwatkin, H.M., Whitney, J.P. (ed) et al. The Cambridge Medieval History: Volume III. Cambridge University Press, 1926.
  • Norwich, John Julius. The Normans in the South 1016-1130. Longmans: Londra, 1967.
  • Caravale, Mario (ed). Dizionario Biografico degli Italiani: LX Grosso – Guglielmo da Forlì. Roma, 2003.

[modifica] Voci correlate



Predecessore:
Guaimario III
Pincipe di Salerno
1027-1052
Successore:
Gisulfo II



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