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Storia di Brescia - Wikipedia

Storia di Brescia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Chi siano stati i primi abitatori delle lande bresciane, è a noi impossibile dirlo; si trovano alcune tracce d'insediamenti umani solo in quella che oggi è la provincia di Brescia, ma non nel territorio ove oggi sorge la città di Brescia .

Indice

[modifica] Dalla fondazione all'età gallica

Le origini di Brescia sconfinano nella leggenda: vi è chi fa risalire le origini di Brescia a Ercole, chi ne fa risalire la fondazione a Troe che, scappando da Troia in fiamme, giunge presso il luogo ove ora sorge Brescia e lì fonda Altilia, vale a dire l'altra Ilios e quindi l'altra Troia. Ma la leggenda che, secondo la storiografia, più probabilmente contiene un fondo di verità, è quella che si riferisce a Cidno, re dei Liguri, che nella tarda età del bronzo invase la pianura Padana e, giunto presso il colle [[Cidneo]] (al centro dell'attuale Brescia), ne fortificò la cima, nel punto in cui oggi sorge il Castello. Altri ancora sostengono che i primi abitanti del territorio bresciano furono gli Etruschi, che si stanziarono nella pianura cis-padana.

L'evento di maggior importanza per la storia bresciana fu però l'invasione dei Galli Cenomani (IV secolo a.C.), i quali con l'ausilio degli Insubri stanziatisi in quella che oggi è la Lombardia occidentale, s'insediarono nella regione compresa tra l'Adige e l'Adda, facendo della futura Brixia la loro capitale.

Sobillate da Annibale, Asdrubale e Magone, intorno al 202 a.C. le tribù celtiche della Pianura Padana crearono una confederazione contro i Romani. Questa confederazione mosse guerra contro gli stanziamenti Romani nella pianura cis-padana; i Cenomani però, appena prima della battaglia, si riallearono segretamente con i Romani (con i quali avevano già combattuto nel 225 a.C. le altre tribù galliche e nel 216 a.C. i Cartaginesi a Canne) ed il giorno seguente attaccarono alle spalle gli Insubri, provocandone la totale disfatta. Questa battaglia pose fine alla sovranità esclusiva su Brescia ed il suo territorio da parte dei Cenomani e diede inizio all'età romana. Venne infatti mantenuta solamente l'autonomia amministrativa.

[modifica] Età romana

tempio capitolino
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tempio capitolino
tempio capitolino, scritta
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tempio capitolino, scritta

Dal 196 a.C. ha inizio per Brescia l'età romana, tuttavia a Brescia non vi fu mai un occupazione romana, come avvenne per città vicino che furono colonizzate dai Romani, ma ne rimase solamente alleata. Questa alleanza permise a Brescia nel 89 a.C., con la [[Lex Pompeia]], di essere riconosciuta da Roma col rango di civitas, alleanza grazie alla quale i Romani, uniti a Veneti, Galli e Liguri, sconfissero i socii, cioè gli alleati italici dei Romani e nel 41 a.C. divenne parte del territorio romano ed ai suoi abitanti venne data la cittadinanza romana, con l'iscrizione alla tribù dei Fabii. In epoca repubblicana il mondo "cenomane" godette di grande autonomia, poté auto amministrarsi, battere moneta propria e poté mantenere una propria "cultura", ma con l'acquisizione della cittadinanza romana scomparve la dicitura "Cenomani" in favore di quella di "Brixiani".

La Brixia romana era un importante centro religioso, aveva ben 3 templi di cui uno è parzialmente visibile ai giorni nostri e gli altri 2, di dimensioni molto maggiori sorgevano ove sorge attualmente il castello. Vennero costruiti l'acquedotto, l'anfiteatro, peraltro utilizzato anche in epoca medievale, le terme dove ora sorge la Rotonda (ovvero il Duomo Vecchio) e nelle vicinanze di quella che oggi è piazza Tebaldo Brusato, e sotto il regno di Vespasiano il "tempio capitolino" con il Foro ad esso adiacente. Un altro aspetto da considerare è la condizione economica Bresciana durante l'epoca imperiale. Se da un lato vi fu un forte sviluppo economico, dall'altro la povertà di certe popolazioni rurali spinse un gran numero di bresciani ad arruolarsi nelle legioni; in particolare molti bresciani vennero arruolati nella Legio VI Ferrata.

[modifica] Incursioni barbariche

Nel 402 Brescia venne travolta delle orde gotiche di Alarico, fu saccheggiata dagli Unni di Attila nel 452, nel 476 un guerriero Turclingio di nome Hedacher detto dai cronisti latini Odoacre alla testa di un esercito di Eruli conquistò dapprima la pianura transpadana portando alla fine dell'Impero e facendo entrare Brescia nel suo dominio. Il Regno di Odoacre finì con l' avanzata dei Goti Gretungi (Ostrogoti) guidati dal loro re Teodorico poi detto il grande che nel 493 espugnò Brescia facendone uno dei suoi maggiori insediamenti insieme alla vicina Verona. Durante la Guerra Greco-Gotica Brescia guidata dal conte goto Widim fu, insieme alla vicina Verona di fatto capitale del regno Ostrogoto, una delle 2 città a ribellarsi al giogo bizzantino.

[modifica] Età longobarda

L' occupazione di Brescia,avvenuta in data imprecisata tra la pasqua del 568 ed il 3 settembre 569, Brescia fu una delle città, presso la quale la presenza longobarda fu maggiore e fu grande anche l' importanza che questi nordici guerrieri diedero alla città. Il primo duca longobrdo di Brescia fu Alachis morto attorno al 573, di lui non si sà molto,il Malvezzi ci racconta che fece restaurare le mura romane e gli venne attributita la costruzione della Curia Ducis; fu "latinamente" chiamato "vir prudens", cioè il saggio, col merito d' essersi impegnato per la pace e per il benessere della città; morì di "morte cristiana". La morte senza eredi del re Arioaldo nel 636, i duchi elessero Rotrari nato nel 606, figlio di Nandinig della farae degli Arodi, come diciassettesimo Re dei Longobardi, Rotari è descritto da Paolo Diacono come: Fu uomo di grande forza e seguì il sentiero della giustizia, ma non tenne la retta via nella fede cristiana e si macchiò della perfidia dell’eresia ariana., sposò Gundiperga figlia del suo predecessore alla sua morte diventò duca di Brescia e re dei longobardi il figlio Rodoaldo il quale morì sei mesi dopo. Dopo la morte di Rodoaldo divenne duca Alachis II duca di Trento, grazie all'appoggio di due nobili Longobardi Bresciani Aldo e Grauso, Alachis II era ultra-nazionalista anch'egli come Rotari e Rodoaldo di confessione ariana, ma ampliamente anticlericale, si dice avesse odio nei confronti dei sacerdoti del clero romano e che quando il vescovo di Pavia Damiano, ragì con imprecazioni e sarcasmi anticlericali sin alla più volgare ferocia. Morì nella battaglia di Cornate d'Adda nel 688 ad opera di Cuniperto re dei Longobardi. Anche l' ultimo re dei longobardi fu Bresciano, anche se non di nascita si chiamava Desiderio nobile della Tuscia sposo Ansa figli di Verissimo, nobile bresciano di Latina origine, dalla quale abbe cinque figli, Adelchi associato a lui al potere nel [[759], Gerberga moglie di Carlomanno legittimo erede di Pipino il Breve e fratello di Carlomagno, Desiderata conosciuta come Ermengarda (poiché il Manzoni non conoscendone il nome gli appose quello della moglie di Ludovico II), Anselperga badessa di San Salvatore in Brescia e Adelperga moglie del duca di Benevento ed allieva di Paolo Diacono così come probabilmente anche i fratelli. Desiderio fondò a Brescia i due importantissimi monasteri di San Salvatore ora Santa Giulia a Brescia e il Monastero di Leno.

[modifica] Età carolingia

[modifica] Età comunale

Brescia si affermò come Comune attorno al secondo decennio del XII secolo, comunque in epoca piuttosto tarda rispetto ai primi movimenti comunali dell'Italia padana.

Come tutti i comuni lombardi sorse in dialettica col potere episcopale e con una iniziale connotazione di fondo aristocratica, gravitante intorno alla vassallità capitaneale dei monasteri (S. Giulia e S. Benedetto di Leno su tutti) e dell'episcopato bresciano. La maturazione interna del comune e l'espansione attuata sul comitato (l'attuale territorio provinciale) ebbe luogo in scontro con le comunità rurali, ancora sottomesse ai signori del territorio, in particolare i conti di Lomello e i Giselbertini, rispettivamente stanziati a sud ovest e a est.

Inoltre la crescita del comune fu caratterizzata dalla lotta anche violenta con i grandi comuni confinanti, in particolare Bergamo e Cremona, che sconfisse a Pontoglio due volte consecutive, nelle battaglie delle Grumore (metà XII secolo) e della Malamorte (1191) di cui narra ampiamente il cronista Malvezzi. Partecipò inoltre alla lotta comunale della lega lombarda (seconda metà del XII) a fianco di Milano e Piacenza, storiche alleate del periodo comunale, e le truppe del comune si distinsero nella battaglia di Legnano come secondo contingente più numeroso e agguerrito dopo quello milanese.

Il Castello, incisione di Pierre Mortier
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Il Castello, incisione di Pierre Mortier

La pace di Costanza (1183) segnò la definitiva affermazione del comune sul territorio, ormai controllato in buona parte, ma anche, precocemente rispetto ad altre città lombarde, l'esplodere dei conflitti civili che dai primi del XIII secolo insanguinarono la città. I nobili scacciati dalla città dalla fazione popolare si rifugiarono a Cremona raccogliendo appoggi tali da sconfiggere il comune popolare in battaglia. L'alternanza delle partes in città fu deleteria per la coesione del sistema politico, ormai in netta crisi, che sopravvisse, sotto la forma politica podestarile, sino alla fine del XIII secolo.

A fine secolo Brescia venne incorporata nelle signorie del Pallavicino e in seguito dominata dalla signoria autoctona del vescovo Berardo Maggi. Nel 1313 fece atto di dedizione alla nascente signoria viscontea.

Nel XII secolo divenne libero comune, e fu tra i protagonisti della Lega Lombarda.

[modifica] Dominazione viscontea

[modifica] Età veneta

Nel XV secolo la città si diede alla signoria di Venezia per sfuggire al gretto ed aggressivo espansionismo milanese. Si ricorda, in particolare, il lungo assedio del 1438 ad opera di Niccolò Piccinino, per conto del duca di Milano, assedio che venne spezzato grazie all'intervento di Scaramuccia da Forlì, capitano di ventura che operava per conto di Venezia.

Nel 1512 fu occupata e saccheggiata dal francese Gastone di Foix.

Mappa di Brescia a inizio Settecento
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Mappa di Brescia a inizio Settecento

Brescia condivise le sorti della Serenissima fino al trattato di Campoformio del 1797.

[modifica] Regno Lombardo-Veneto

Durante il Risorgimento si distinse per la rivolta antiaustriaca delle Dieci giornate (marzo 1849) che le valse l'appellativo, datole da Giosuè Carducci, di "Leonessa d'Italia", (alludendo anche al Leone, simbolo araldico della città), per la sua eroica resistenza.

[modifica] Regno d'Italia

[modifica] Ventennio fascista

Si caratterizza nella città per l'aver raso al suolo il quartiere che sorgeva su quella che ora è Piazza Vittoria e per l'appena citata Piazza.

[modifica] Brescia repubblicana

Medaglia d'Argento per la Resistenza.

Il 28 maggio 1974 fu teatro della sanguinosa Strage di Piazza della Loggia.

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