Stato liberale
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Lo si instaura in seguito alle rivoluzioni liberali che hanno luogo nella prima metà del XIX secolo. Può essere definito anche come monarchia costituzionale o Stato minimo a seconda degli aspetti della sua organizzazione che si desidera mettere in luce.
[modifica] Caratteri dello Stato liberale
Lo Stato liberale si differenzia nella legittimazione del potere tanto dalla democrazia che dall'assolutismo monarchico: la sovranità non proviene dall'investitura divina, né dal popolo (come nella democrazia) ma dalla nazione. La separazione dei poteri è piuttosto netta. Il monarca detiene di solito il potere esecutivo e presiede il Gabinetto (Consiglio dei Ministri), mentre quello legislativo spetta al Parlamento. Il Parlamento è per lo più bicamerale, solo una delle due Camere è elettiva e il suffragio è ristretto: possono votare solo coloro che hanno un certo livello di reddito (suffragio censitario) e che sanno leggere e scrivere.
La costituzione dello Stato liberale è tipicamente breve e flessibile (cioè può essere modificata attraverso un semplice voto del parlamento): un esempio di questo genere di costituzione è lo Statuto Albertino italiano. Le funzioni dello Stato liberale sono limitate a compiti di difesa e ordine pubblico: la sua dottrina economica è il laissez faire (liberismo).
Un'importante precisazione va fatta per quanto riguarda l'impianto etico dello Stato Liberale: esso infatti per definizione è antitetico ad una vocazione paternalistica che regoli la vita dei cittadini in base ad un'etica, sia pure dominante nel paese. Lo Stato Liberale è quindi intrinsecamente laico, in virtù della separazione delle sfere di influenza tra potere pubblico e forme di religione organizzata (es.: "Libera Chiesa in Libero Stato" fu un celebre motto attribuito a Cavour, non a caso annoverato tra i principali ispiratori del liberalismo). Nello Stato Liberale gli individui sono liberi di portare avanti una condotta di vita ispirata ai principi dell'autonomia, etica e spirituale. Ogni tentativo di imporre allo Stato un impianto legislativo riconducibile a principi filosofici o religiosi, diversi da quelli dell'autonomia del singolo rispettoso dell'autonomia altrui, sono da considerarsi illiberali. In questo senso lo Stato Liberale è uno stato non-etico.
[modifica] Passaggio dallo Stato liberale allo Stato democratico
Lo Stato liberale si trasforma in alcuni paesi (Inghilterra) in Stato democratico attraverso un processo graduale, con l'allargamento del suffragio e il passaggio del potere esecutivo nelle mani di un Primo Ministro legato con un rapporto di fiducia al parlamento. In altri paesi (Francia) la resistenza delle classi dominanti porta a scontri violenti (moti del '48, repressione della Comune di Parigi). Gli Stati Uniti costituiscono un caso a parte: i problemi che devono affrontare sono diversi da quelli dei paesi europei (più che una lotta tra classi sociali perché gli USA diventino una vera democrazia si pone la questione, che sarà risolta solo molto tempo dopo, di includere nel sistema politico gruppi discriminati come gli afroamericani e gli indiani d'America).
Nello Stato democratico la divisione dei poteri è attenuata per quanto riguarda il potere esecutivo e il potere legislativo: questo perché sia il Primo Ministro che il Parlamento traggono la loro legittimazione dall'investitura popolare.
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