San Vito di Lucania
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Vito di Lucania (Mazara del Vallo, III secolo – Lucania, 15 giugno 303) venerato come santo martire dalla Chiesa cattolica.
Non si hanno dati storicamente accertati sulla sua origine, anche se, secondo testimonianze di scarso valore storico, sarebbe nato in Sicilia da padre pagano. Sarebbe stato incarcerato sette anni a causa della sua fede cristiana.
[modifica] Leggende agiografiche
Secondo il Martirologio Gerominiano Vito sarebbe vissuto a lungo in Lucania, tanto che ancora oggi è ricordato impropriamente dai fedeli del luogo come san Vito di Lucania. Sarebbe morto martire nell'anno 303, assieme alla nutrice santa Crescenzia e al precettore san Modesto, durante la persecuzione di Diocleziano.
Alcune reliquie sono custodite in un corpo cerato che raffigura il Santo, custodito presso la Chiesa Collegiata di Sant'Ambrogio di Omegna (VB), racchiuso in un'urna e portato solennemente in processione l'ultimo sabato di agosto, giorno in cui il vescovo di Novara Bascapè portò devotamente le reliquie nel borgo di Omegna.
Secondo una passio del VII secolo il fanciullo sicliano Vito (BHL 8711-12; per BHL 8714 nasce in Lucania), dopo aver operato già molti "miracoli", sarebbe stato fatto arrestare dal preside Valeriano. Avrebbe subito torture e sarebbe stato gettato in carcere senza però rinnegare la propria fede; sarebbe stato liberato "miracolosamente" da un angelo e si sarebbe recato, insieme al precettore Modesto e alla nutrice Crescenzia, in Lucania per continuare il suo apostolato. Acquistata sempre più fama presso il popolo dei fedeli, sarebbe stato perfino supplicato dall’imperatore Diocleziano per "liberare dal demonio" (forse si trattava di epilessia) il figlio; ottenuto il "miracolo", Diocleziano gli si sarebbe sacgliato contro, imprigionandolo e facendolo torturare. Dopo essere stato nuovamente liberato dall'angelo, ritornando presso il fiume Sele, Vito sarebbe morto lì con Modesto e Crescenzia; con cui sarebbe stato in seguito sepolto dalla pia matrona Fiorenza in un luogo chiamato Marianus.
Al racconto originario della passio del martire si aggiunsero con il passare degli anni varie leggende relative alle translationes delle sue reliquie in varie città e monasteri, e vari miracula che avrebbero avuto come protagonista VIto, leggende che contribuirono ad accrescere ulteriormente la sua fama.
Un'altra leggenda devozionale lo vede protagonista in Sicilia, a Regalbuto, dove Vito, fermatosi per riposare nel luogo dove ora sorge la chiesa dei cappuccini, avrebbe incontrato dei pastori disperati perché dei cani avevano sbranato un bambino; allora il Santo, richiamati i cani, si sarebbe fatto restituire da essi i resti del corpo del bambino a cui avrebbe ridonato la vita.
Se è vero che per secoli la figura di san Vito ha alimentato ed esaltato la fede popolare – si pensi per esempio alla protezione per la quale il Santo veniva invocato, in modo particolare nella speranza di ottenre guarigione da patologie quali la Corea di Sydenham, una forma di encefalite nota come “ballo di San Vito” in quanto può presentare postumi come tic, tremori, etc., dall’idrofobia, da malattie degli occhi (in slavo la parola Vid = vista fu associata al suo nome, e in quelle terre il culto di san Vito pare sostituì l’antico culto di Svetovit), dalla letargia, è altrettanto vero che la nascita del suo culto e la relativa tradizione agiografica non sono stati ancora studiati in maniera ampia e approfondita.
[modifica] Patronati
San Vito è patrono di Mazara del Vallo, sua presunta città natale, di Regalbuto, di Forio (NA), di Omegna, di Recanati, di Loreto, di Lequile (LE), di San Vito dei Normanni (BR), di Monte San Vito (AN), di Polignano a Mare (BA) Mascalucia (CT), Macchia di Giarre e dei danzatori.
Era assai venerato nel medioevo e fu inserito nel gruppo dei Santi ausiliatori, santi verso i quali veniva invocata una intercessione in particolare occasioni e nella speranza di ottenere guarigione da particolari malattie. Il simbolo che lo rappresenta è la palma.
[modifica] Bibliografia
- Edizione della passio BHL 8711 in AASS Junii, 3ed. III, pp. 499-504 (Venezia, 1742, pp. 1013-42)
- Agostino Amore, Vito, Modesto e Crescenzia, Bibliotheca Sanctorum 12, Roma 1998 (1963), 1244 sg.
- Peter Manns, accurante, I Santi, Jaca Book, Piacenza, 1987, pag. 137
- Erich Wenneker, Vitus (Veit), articolo in BBKL (Biographisch-Bibliographische Kirchenlexikon), band XII, 1997, Verlag, 1530-1533[1]