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Reinhold Messner - Wikipedia

Reinhold Messner

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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«Reinhold Messner è invidiato per il suo successo. Ma non è per il suo successo che lo si dovrebbe invidiare. È per il suo stile.»
(Günter Storm)
Reinhold Messner nel 2004
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Reinhold Messner nel 2004

Reinhold Messner (Bressanone, 17 settembre 1944) è un noto alpinista ed esploratore italiano, da molti considerato il miglior alpinista di sempre. Il suo nome è legato a innumerevoli esplorazioni ed arrampicate ma è noto al grande pubblico per essere stato il primo alpinista ad aver scalato tutti gli ottomila, ossia le quattordici cime che superano gli 8000 metri sul livello del mare.

Nel 1978 è stato il primo uomo a scalare l'Everest senza l'ausilio di ossigeno, effettuando l'ascesa insieme a Peter Habeler. Tale impresa, ritenuta sino ad allora impossibile, è stata persino superata da Messner nel 1980, quando fu il primo uomo a raggiungere la vetta della montagna più alta del mondo, in solitaria e senza ossigeno. Tra le altre imprese, vanno senz'altro ricordate le traversate dell'Antartide e della Groenlandia senza il supporto di mezzi a motore o cani da slitta e la traversata del Deserto del Gobi.

Messner è autore di molti libri e dal 1999 al 2004 è stato Membro del Parlamento Europeo eletto come indipendente nella lista dei Verdi. Agricoltore, si dedica alla gestione del Messner Mountain Museum, un complesso museale dedicato a tutti gli aspetti della montagna nel centro delle alpi, a Bolzano, Solda, Castel Juval (dove Messner abita dal 1983) e Monte Rite.

Indice

[modifica] La vita e le imprese

Messner nacque a Bressanone nel 1944, da famiglia di lingua tedesca. Il padre lo introdusse all'alpinismo, e sin dall'età di tredici anni prese a scalare le vette alpine. In seguito, studiò all'Università di Padova.

Sin dagli anni '60, inspirato da Hermann Buhl, fu uno dei primi e più convinti sostenitori di uno stile di arrampicata che non utilizzi ausilii esterni (come ad esempio quello dei portatori). Da allora, Messner ha sempre supportato una filosofia alpinistica volta a non invadere le montagne, ma solamente ad arrampicarle. Lo stile di alpinismo proposto da Messner viene talvolta denominato alpine style, e comporta fra l'altro la necessità di utilizzare un equipaggiamento minimo e molto leggero. Tra gli altri alpinisti che seguirono le idee di Reinhold Messner sin dagli anni '60, vanno ricordati il fratello Guenther, e Peter Habeler, che divenne in seguito suo compagno di imprese.

Nel 1970, effettuò la sua prima scalata di una delle principali vette dell'Himalaya: il Nanga Parbat. Tale impresa è stata funestata dalla morte del fratello minore Guenther, avvenuta nel 1970, mentre i due stavano affrontando la discesa, due giorni dopo aver raggiunto la cima. Lo stesso Reinhold Messner subì l'amputazione di sette dita dei piedi, in seguito al congelamento, e fu oggetto di polemiche (accusato di non aver fatto tutto il possibile per trarre in salvo Guenther; tuttavia con una recente spedizione Reinhold Messner ha dimostrato l’infondatezza delle critiche rivoltegli[1]).

Nel 1975, completa con Peter Habeler la prima ascesa senza ossigeno artificiale di una vetta oltre gli ottomila metri: il Gasherbrum I. Nel 1978 ripete (sempre con Habeler) l'impresa sull'Everest, e diviene uno degli alpinisti più famosi del mondo. La scalata dell'Everest senza l'ausilio di bombole di ossigeno era considerata fino ad allora impossibile per l'uomo, tanto che Messner ed Habeler furono accusati di aver utilizzato di nascosto delle mini-bombole. Tuttavia, nel 1980, Messner mise a tacere le polemiche nei suoi confronti quando il 20 agosto raggiunse di nuovo la vetta dell'Everest senza l'ausilio di ossigeno, ed in solitaria. Durante l'ascesa dovette affrontare anche la caduta in un crepaccio. In seguito, scriverà che il suo fisico non era mai stato tanto provato come in quell'ascesa, una continua agonia.

Dopo il 1980, Messner ha continuato a conquistare numerose vette Himalayane, spesso aprendo nuovi percorsi, o tentando per primo l'ascesa in inverno, e sempre proponendo un approccio nuovo all'alpinismo, basato sul suo stile di arrampicata leggera. Nel 1986 è divenuto il primo uomo ad aver conquistato tutti i quattordici ottomila (fra l'altro, aveva arrampicato più volte diverse cime). Nonostante il suo nome sia oggi legato a molte imprese memorabili, Messner non è considerato, al contrario di molti avventurieri, un inseguitore di record: il suo interesse dichiarato è infatti quello di entrare in contatto con la natura, muovendosi in luoghi in cui l'uomo non era mai arrivato prima, ed evitando di violarla, di invaderla.

È stato (nel 1990) il primo uomo ad attraversare l'Antardide a piedi, passando per il Polo Sud, senza l'ausilio di mezzi meccanici o animali (i cani da slitta erano stati utilizzati in precedenza). Nel 2004, a quasi 60 anni, ha attraversato a piedi il deserto del Gobi. Nella sua carriera, Messner ha effettuato oltre cento spedizioni e 3500 scalate.

Nel 1999 divenne parlamentare europeo per i Verdi, ricevendo oltre 20 mila preferenze nella circoscrizione nord-est, ma non si ricandidò alle successive elezioni del 2004. Dal 2004 l'attenzione di Messner è dedicata principalmente ad un progetto di apertura dei musei della montagna. Ha dichiarato:

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«Ho avuto la grande fortuna di aver trovato dopo la carriera di scalatore un nuovo obiettivo, quello dei musei di montagna, altrimenti ancora oggi rincorrerei queste sensazioni. Con i musei non rischio la vita, soltanto il fallimento economico.»
MPE italiano Gruppo Lista di elezione Partito italiano Area Preferenze
1999 - 2004 Verdi-ALE Verdi Verdi Nord-Est 20.291

[modifica] I quattordici ottomila

Messner ha conquistato i quattordici ottomila nelle seguenti date:

[modifica] Bibliografia

[modifica] Libri di Reinhold Messner

Reinhold Messner è autore di numerosi libri in lingua tedesca, la maggior parte dei quali tradotti in molte altre lingue, tra cui l'italiano.

  • Messner R., Arrampicata libera di Paul Press, De Agostini (?)
  • Messner R., Everest (1978)
  • Messner R., Orizzonti di Ghiaccio (1982)
  • Messner R., Corsa alla vetta (1986)
  • Messner R., La libertà di andare dove voglio, Garzanti Libri (1995)
  • Messner R., Le più belle montagne e le più famose scalate (1992)
  • Messner R., Horst H., Hermann Buhl, in alto senza compromessi CDA & Vivalda (1998)
  • Messner R., Annapurna. Cinquant'anni di ottomila, CDA & Vivalda (2000)
  • Messner R., Salvate le Alpi, Bollati Boringhieri (2001)
  • Messner R., Non troverai i confini dell'anima (2001)
  • Messner R., Montagne, immagini, pensieri, De Agostini (2002)
  • Messner R., Vertical. Cento anni di arrampicata sulla roccia, Zanichelli (2003)
  • Messner R. Tappeiner J., Re Ortles, Tappeiner (2004)
  • Messner R., La montagna nuda. Il Nanga Parbat, mio fratello, la morte e la solitudine, Corbaccio (2004)
  • Messner R., K2 Chogori. La grande montagna, Corbaccio (2004)

[modifica] Libri su Reinhold Messner

  • (DE) Boomers S., Reisen als Lebensform.: Isabelle Eberhardt, Reinhold Messner und Bruce Chatwin, Campus, Frankfurt New York (2004)

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Note

  1. Si vedano il libro dello stesso Messner La montagna nuda. Il Nanga Parbat, mio fratello, la morte e la solitudine, e l'articolo di The Guardian sulla vicenda.
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