Quinto Fabio Massimo Verrucoso
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Quinto Fabio Massimo Verrucoso, (275 a.C. - 203 a.C.)
Detto Cunctator, il Temporeggiatore. Uomo politico e generale romano, patrizio appartenente alla Gens Fabia, ricoprì per cinque volte (233 a.C., 228 a.C., 215 a.C., 214 a.C. e 208 a.C.) la carica di console, divenendo anche dittatore romano. Il suo cognomen Verrucoso gli fu dato in riferimento alla verruca sopra il suo labbro superiore.
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[modifica] Biografia
[modifica] Gioventù
Discenedente dalla antica Gens Fabia, era il nipote di Quinto Fabio Massimo Gurgite e bis-nipote di Quinto Fabio Massimo Rulliano. Probabilmente partecipa alla Prima Guerra Punica anche se se ne ingnorano le gesta. Finita la guerra, ha una rapida carriera politica. Nel 233 AC Trionfò su Liguri e nel 232 AC si oppose alle leggi agrarie del tribuno della plebe Gaio Flaminio. Viene eletto due volte console e censore. Nel 218 AC fa parte dell'ambasciata inviata a Cartagine per domandar ragione dell'aggressione a Sagunto, che fu causa della seconda guerra punica.
[modifica] Dittatura
A seguito della sconfitta romana nella Battaglia del Lago Trasimeno, viene eletto dittatore, durante il suo mandato, seguì Annibale, puntando al suo logoramento mediante una tattica di guerriglia cercando di stremare le forze, da cui l'appellativo di Temporeggiatore.
Nonostante il finale raggiungimento degli obiettivi, questa linea politica lo rese impopolare e trovò la forte opposizione di Marco Minucio Rufo, detrattore di Fabio Massimo che non perdeva occasione per cavalcare il malcontento popolare e stigmatizzare la tattica "codarda" del generale romano. Il Senato, quindi, non confermò i poteri dittatoriali a Fabio Massimo e optò per una tattica più aggressiva che portò i Romani alla battaglia di Canne e alla conseguente disfatta.
Nel 209 a.C. Quinto Fabio Massimo riconquistò Taranto, roccaforte di Annibale e si dimostrò sempre contrario al trasferimento della guerra in terra d'Africa.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) Vita di Fabio Massimo, di Plutarco
[modifica] Bibliografia
- Livio, Ab Urbe condita libri, XII, XVIII
- Plutarco Vite Parallele, Fabio Massimo
- Pseudo-Aurelio Vittore, De Viris Illustrubus Urbis Romae, 43
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«Quintus Fabius Maximus Cunctator, Verrucosus a verruca in labris sita, Ovicula a clementia morum dictus, consul de Liguribus triumphavit. Hannibalem mora fregit.
Minucium magistrum equitum imperio sibi aequari passus est; nihilo minus periclitanti subvenit. Hannibalem in agro Falerno inclusit. Marium Statilium transfugere ad hostes volentem equo et armis donatis retinuit, et Lucano cuidam fortissimo ob amorem mulieris infrequenti eandem emptam dono dedit.Tarentum ab hostibus recepit, Herculis signum inde translatum in Capitolio dedicavit. De redemptione captivorum cilm faoatibus pepigit; quod pactum cum a senatu improbaretur, fundum suum ducentis milibus vendidit et fidei satisfecit. …» |
(Aurelio Vittore, De Viris Illustrubus Urbis Romae, 43)
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- Eutropio, Breviarium ab Urbe condita (cenno) lib. III,9
![]() «Missus adversus Hannibalem postea a Romanis Q. Fabius Maximus. Is eum differendo pugnam ab impetu fregit, mox inventa occasione vicit.»
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![]() «…Quinto Fabio Massimo, in seguito, fu inviato dai Romani ad opporsi ad Annibale. Evitando la Battaglia, controllava il suo impeto, per poi trovare un'occasione favorevole alla vittoria.»
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( *Eutropio, Breviarium ab Urbe condita lib. III,9 )
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