Jomo Kenyatta

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Yomo (o Jomo) Keniatta (20 ottobre 1892? - 22 agosto 1978) è stato uno statista keniota.

Attorno alla metà del XX secolo i giornali inglesi lo definivano signore della morte. Alla testa della popolazione kikuyu spossessata delle terre, sosteneva la necessità di strapparle ai coloni binachi.
Il suo nome, che significa giavellotto fiammeggiante del Kenia, ispirò soprattutto la setta dei Mau-Mau che si scatenò in vere e proprie stragi.

Keniatta era figlio di un contadino kikuyu, e da giovane aveva girato il Paese con suo nonno, stregone di villaggio.

Dopo esser stato alla scuola di Missionari, grazie ad una colletta della tribù poté recarsi a studiare in Europa.

A Londra nel 1937, con la sua tesi Di fronte al Monte Kenya, ebbe gli elogi del grande etnologo Malinowski. In essa egni non solo descriveva, ma giustificava l'intera organizzazione tribale dei kikuyu.

Tornato in Kenya nel 1946, raccolse attorno a sé i movimenti d'opposizione del partito KANU (Kenya African National Union), fondò le prime scuole kikuyu indipendenti, e divenne il leader del movimento nazionalista.

Nel 1953 fu condannato a 7 anni di lavori forzati, perché riconosciuto corresponsabile dei delitti commessi dai Mau-Mau.

Liberato nel 1959, riprese la presidena del KANU e, nel 1964, con l'indipendenza fu eletto Presidente della Repubblica ed acclamato Padre della Patria.

Al contrario di Julius Nyerere che, in Tanzania, appena salito al potere divenne un cacciatore di bianchi, Keniatta divenne per la Gran Bretagna il nostro uomo in Africa.

Il socialismo africano che egli sostenne, aveva basi strettamente nazionali e non era legato ai movimenti panafricani a sfondo rivoluzionario.
Anche le riforme da lui promosse furono attuate con estrema lentezza e prudenza per non urtare gli interessi dei bianchi e conservare al Paese i fortissimi aiuti britannici e americani. Perciò l'ala più estremista del suo partito, guidata da Oginda Odinga, poi incarcerato, si costituì in partito nel 1966 riproverando a Kenyatta di non aver risolto i profondi contrasti delle classi, delle tribù e delle razze del Paese.