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Egittologia - Wikipedia

Egittologia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il termine Egittologia designa, all’interno delle discipline dell’archeologia e della storia antica, il campo di studio che si interessa specificatamente della zona geografica corrispondente all’Egitto odierno, in relazione al periodo della sua storia corrispondente all’età pre-faraonica ed antica. L’egittologia riguarda lo studio scientifico della cultura dell’Antico Egitto (letteratura, storia, religione, arte ed economia) dal quinto millennio a.C. fino alla fine del dominio romano nel IV secolo.

[modifica] Storia

Fra gli autori antichi che nutrirono interesse per l’Egitto, a parte storici e geografi, come Erodoto, Strabone, Diodoro Siculo e Plinio il Vecchio, un egittologo "ante litteram" può essere considerato Manetone, che nel III secolo a.C. scrisse gli Aegyptiaca.

La prima notizia di uno studio sulle antichità egizie in età moderna risale al XVI secolo, in occasione del rinvenimento a Roma degli obelischi egizi di epoca romana. Il seguente restauro eseguito dall’architetto Domenico Fontana nel 1586 per ordine di Papa Sisto V suscitò un vivo interesse per la scrittura geroglifica.

Solamente nel XVII secolo possiamo annoverare la prima figura di egittologo nella persona del gesuita tedesco Athanasius Kircher. La sua vasta produzione letteraria offre un compendio della conoscenza che a quei tempi si aveva della civiltà egiziana e le sue ricerche sulla scrittura egizia costituirono un tappa fondamentale per la futura decifrazione dei geroglifici.

Il primo serio contributo all’egittologia in quanto disciplina scientifica risale al 1798 con la spedizione di Napoleone Bonaparte in Egitto e con la pubblicazione della Description de l'Égypte del 1809. I venticinque volumi dell’opera, frutto delle ricerche eseguite dagli studiosi della spedizione, descrivevano tutti gli aspetti della civiltà egizia e fornivano la rilevazione cartografica del paese, oltre alla descrizione dei monumenti e reperti trovati, fra i quali la Stele di Rosetta.

Dopo la scoperta del 1818 della piramide di Chefren ad opera dell’italiano Giovanni Battista Belzoni, nel 1822 si ebbe la decifrazione del sistema dei geroglifici egizi compiuta da Jean-François Champollion. Grazie alla conoscenza della scrittura e del linguaggio egizi e agli studi antropologici e scientifici di Girolamo Segato la comprensione della civiltà dell’Antico Egitto poté procedere con tutto il rinnovato slancio, segnando di fatto la nascita dell’egittologia moderna.

Le nuove scoperte favorirono l’organizzazione di spedizioni archeologiche, tra cui quella dello stesso Champollion con l’italiano Ippolito Rosellini, del 1828-1829, seguita da quella del tedesco Karl Richard Lepsius nel 1842-1845. Già dalla fine del XIX secolo l’egittologia cominciò ad avvalersi di maggiore rigore accademico e scientifico, ad opera soprattutto del francese Auguste-Édouard Mariette e dell’inglese Flinders Petrie.

Agli inizi del XX secolo risale la sensazionale scoperta nella Valle dei Re della tomba di Tutankhamon da parte degli archeologi inglesi Howard Carter e Lord Carnarvon (1922).

 Abu Simbel
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Abu Simbel

Negli anni sessanta dello stesso secolo va ricordata la spettacolare impresa della traslazione dei templi di Abu Simbel, a causa della costruzione della diga di Assuan e del susseguente pericolo derivante dalle acque del Nilo. Pochi anni più tardi la stessa sorte subirono i monumenti di File.

[modifica] Bibliografia

  • Aegyptus. Rivista italiana di egittologia e di papirologia. A cura della Scuola di Papirologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano 1920-
  • S. Curto, L'antico Egitto, Torino 1981
  • S. Donadoni, Arte egizia, Torino 1982
  • N. Grimal, Storia dell'Antico Egitto, Roma-Bari 1990
  • J. Vercoutter, L'antico Egitto. Archeologia di una civiltà, Milano 1992

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