Centauro
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Il centauro è una figura della mitologia greca, metà uomo e metà cavallo.
Nella mitologia è quasi sempre dipinto con carattere irascibile, violento, selvaggio e brutale, incapace di reggere il vino.
La figura del centauro ha origine dall'amore sacrilego fra il re dei Lapiti Issione e la dea Era, dalla cui unione nacque, appunto, Centauro, capostipite di tutti i centauri.
L'equino, nel II millennio a.C., non era ancora conosciuto in Grecia. Perciò è possibile supporre che questo animale, forse visto da taluni nelle regioni di Tracia o Tessaglia, fosse oggetto di culto.
Certi centauri acquisiranno anche leggende proprie, come Chirone, Euritione, Nesso e Folo, diventando in seguito - in epoca moderna e contemporanea - personaggi tipici della letteratura fantasy.
Sulle loro straordinarie fattezze ironizzò, nel II secolo d.C., Luciano di Samosata con i Nefelocentauri (Νεφελοκένταυροι), creature immaginarie (metà uomini e metà nuvole) da lui descritte nelle Storie vere.
[modifica] Araldica
In araldica, il centauro è una figura immaginaria che corrisponde alla sua raffigurazione mitologica: essere metà uomo e metà cavallo. Normalmente è armato di una clava. La sua variante principale è il centauro sagittario, che tira con l'arco.
L'immaginario araldico gli ha regalato, se non una compagna, almeno una corrispondente figura femminile, la centauressa (o centaurella).
Di fronte: d'oro a una centauressa sagittaria di rosso.
Nell'araldica italiana è rappresentato col capo rivolto all'indietro, l'arco in mano e nell'atto di scagliare frecce.
Il centauro non ha un significato simbolico generalmente riconosciuto; alcune leggende lo definiscono malvagio e nefasto, capace di ogni scelleratezza (come nella leggenda delle nozze di Piritoo e Ippodamia), altre lo dipingono virtuoso e sapiente (quali furono Pholos, amico di Ercole, e Chirone, amico di Apollo e dei Dioscuri).