La storia delle ferrovie in Italia iniziò con l'apertura di un brevissimo tratto di linea di poco più di sette chilometri, ai piedi del Vesuvio, nel 1839. Il processo evolutivo del sistema ferroviario nazionale ha avuto peculiarità che lo rendono differente da quelle delle altre grandi nazioni europee.
Principalmente queste differenze possono essere ricondotte alla situazione geologica del territorio, lungo e stretto, e alla particolare situazione politica che l'Italia stava attraversando nel XIX secolo, che culminò con l'unificazione del territorio e delle relative reti ferroviarie.
Un'altra caratteristica notevole del sistema italiano è stato il precoce passaggio tra il vapore e la trazione elettrica e il rapido sviluppo di quest'ultima, anch'essi fortemente dovuti alla situazione politica e territoriale, incarnata nei desideri di autarchia del regime fascista.
Le ferrovie in Italia nacquero quando l'Italia era, ancora, soltanto un sogno o un'utopia. Erano passati appena nove anni dall'inaugurazione, in Inghilterra della Manchester-Liverpool ma già per tutta l'Europa si erano accesi entusiasmi e progetti per l'utilizzo di quello che si era, da subito, rivelato essere un formidabile mezzo di trasporto al servizio sia delle persone che dell'industria e del commercio. In Italia, il primo tronco ferroviario, da Napoli a Granatello di Portici ( km 7,640), venne inaugurato il 3 ottobre 1839; l'anno dopo, l'imperatore d'Austria concedette alla ditta Holzhammer di Bolzano, " il privilegio", di costruire la Milano -Monza di 12 Km.
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