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Aztechi - Wikipedia

Aztechi

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Collocazione geografica dell'impero Azteco
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Collocazione geografica dell'impero Azteco

Gli Aztechi furono una delle grandi civiltà precolombiane, la più florida e viva al momento del contatto con gli ispanici. Si svilupparono nella regione mesoamericana dell'attuale Messico dal secolo XIV al XVI.

In nahuatl, il linguaggio nativo degli Aztechi, "Azteco" significa "colui che viene da Aztlàn", una regione mitica nel nord del Messico. Gli Aztechi si riferivano a loro stessi come Mexica o Tenochca: l'uso del termine "aztechi" come termine generico per designare tutte le genti accomunate da tradizioni, abitudini, religione e lingua ai Mexica è stato introdotto dal geografo tedesco Alexander von Humboldt per distinzione dagli attuali messicani.

L'etimologia del termine Mexica rimane incerta. Alcuni ipotizzano che sia la parola Nahuatl che indica il Sole. Altri ritengono che possa derivare dal nome del loro condottiero Mexitli. Altri ancora affermano che si tratta di un tipo di pianta che cresceva nel lago Texcoco. Leon Portilla suggerisce che sta per "ombelico della luna" dal Nahuatl metztli (luna) e xictli (ombelico).

Indice

[modifica] Le origini

Nella consolidata mitologia azteca, la leggenda vuole che i mexicas fossero partiti da Aztlàn per giungere dopo una lunga peregrinazione nella valle Anahuac intorno al lago Texcoco. Essa era circondata da vulcani e vi si stabilirono conquistando fermamente tutti gli altri popoli dell'America centrale. Fu l'ultima tribù arrivata lì di sette nahuatlacas (di lingua nahuatl). Il loro dio Huitzilopotchtli aveva predetto che un giorno essi avrebbero visto un'aquila sopra un cactus nopal con un serpente nel becco e in quel punto avrebbero fondato la loro città.

Così avvenne e, dopo molti anni, i mexicas gettarono le fondamenta della loro capitale, Tenochtitlàn, su un isolotto nel lago Texcoco. Oggi il lago è ormai prosciugato da anni, Tenochtitlàn è diventata Città del Messico ma l'aquila della profezia è rimasta al centro della bandiera messicana.

Leggenda a parte, i mexica arrivarono realmente ultimi alla ricerca di un posto più accogliente dell'arido nord messicano. Poveri e non bene accetti da parte degli abitanti di origine tolteca, riuscirono comunque a stabilirsi accettando ed assimilando la loro cultura, al punto che per loro il termine Toltecayotl divenne sinonimo di cultura. Nel 1325 fondarono Tenochtitlàn e riuscirono a svilupparsi seppur sotto il dominio di Azcapotzalco, che servivano come mercenari. Assunsero così un'impronta militare che li portò a sopraffare Azcapotzalco e a sottomettere progressivamente diverse tribù, in un crescendo che vide la nascita del più grande impero che fosse mai esistito nel centroamerica.

Poiché gli aztechi fusero molte tradizioni con le loro, ebbero molti miti sulla creazione: secondo uno di essi ci sono state quattro grandi Ere prima del mondo attuale, ognuna di esse conclusasi con una catastrofe. La nostra Era - Nahui-Ollin, la quinta era o quinta creazione - è dovuta al sacrificio di un dio (nanahuatl, il più piccolo degli dei), che in seguito al suo gesto fu trasformato nel Sole. Le ere precedenti sono raffigurate anche nella Piedra del Sol, il calendario azteco rinvenuto a Città del Messico. Fu proprio il sacrificio di questo dio che rese gli aztechi convinti di avere la responsabilità di mantenere vivo il mondo attraverso sacrifici umani costanti.

Un altro mito descrive la Terra come la creazione di due divinità gemelle, Tezcatlipoca e Quetzalcoatl. Tezcatlipoca perse un piede nel suo atto e tutte le rappresentazioni di questo dio lo raffigurano privo di un piede e con un osso sporgente. Quetzalcoatl è detto anche "Tezcatlipoca bianco".

[modifica] La crescita degli Aztechi

Pietra del sol
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Pietra del sol

Ci furono dodici sovrani di Tenochtitlán:

  • Il leggendario fondatore: Ténoch
  • 1375: Acamapichtili
  • 1395: Huitzilíhuitl
  • 1417: Chimalpopoca
  • 1427: Itzcóatl
  • 1440: Montezuma I (o Motecuhzoma I)
  • 1469: Axayacatl
  • 1481: Tízoc
  • 1486: Auítzotl (spesso pronunciato Ahuitzotl)
  • 1502: Montezuma II (o Motecuhzoma II)
  • 1520: Cuitláuac (spesso pronunciato Cuitlahuac)
  • 1521: Cuautémoc (spesso pronunciato Cuauhtemoc)

Inizialmente, i Mexica si offrivano come mercenari nelle guerre fra i Toltechi. Eventualmente ottenevano una gloria tale da ricevere matrimoni regali. I sovrani dei Mexica Acamapichtili, Huitzilíhuitl e Chimalpopoca erano, fra il 1372 e il 1427, vassalli di Tezozomoc, il signore dei Tepanechi.

Quando Tezozomoc morì, suo figlio Maxtla assassinò Chimalpopoca, il cui zio Itzcóatl si era alleato con l'ex-sovrano di Texcoco, Nezahualcoyotl, e assediarono Azcapotzalco, la capitale di Maxtla. Maxtla si arrese dopo 100 giorni e andò in esilio. Tenochtitlán, Texcoco, e Tlacopan formarono un'alleanza che dominò la Valle del Messico, e poi estese il suo potere oltre. Tenochtitlán divenne gradualmente la forza dominante nell'alleanza.

Motecuhzoma I, nipote di Itzcóatl, ereditò il trono nel 1449 ed espanse il regno. Suo figlio Axayacatl (1469) circondò il regno di Tlatelolco. Sua sorella era sposata con il Tlatoani di Tlatelolco, ma, come pretesto di guerra, dichiarò che ella era maltrattata. Egli continuò con la conquista di Matlazinca e delle città Tollocan, Ocuillan e Mallinalco. Fu sconfitto dai tarascos a Tzintzuntzan (la prima grande sconfitta che gli Aztechi dovettero subire), ma si riprese e prese il controllo della regione di Huasteca, conquistando i Mixtechi e gli Zapotechi.

Nel 1481 Tízoc, il figlio di Axayacatl, regnò per breve tempo prima di essere rimpiazzato dal fratello più giovane Ahuitzol che riorganizzò l'esercito. L'impero raggiunse il suo apice durante il suo regno. Il suo successore fu Motecuhzoma II (meglio conosciuto come Montezuma II), che era imperatore quando arrivarono gli Spagnoli nel 1519.

[modifica] L'impero

Quetzalcoatl
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Quetzalcoatl

L'Impero Azteco non è molto simile agli imperi della storia Europea. Come molti imperi Europei, era pieno di molte etnie, ma diversamente dalla maggior parte degli imperi Europei, era più un sistema di tributi che un singolo sistema di amministrazione. Arnold Toynbee, nell'opera "Guerra e Civilizzazione", lo paragona all'Impero Assiro anche per la violenza praticata (vedi oltre).

L'ufficiale più importante del governo di Tenochtitlán è spesso chiamato l'Imperatore Azteco. Il titolo Nahuatl per una posizione del genere, huey tlatoque, si traduce con "Grande Comandante"; i Tlatoque erano una classe superiore. L'huey tlatoque degli Aztechi era altrimenti conosciuto come il tlatoani ("Oratore") o huey tlatoani ("Grande Oratore"). Questo ufficio prese gradualmente più potere con la crescita di Tenochtitlán, e col tempo "Imperatore" divenne un'analogia giusta; come nel Sacro Romano Impero, il titolo non era ereditario.

La maggior parte dell'impero Azteco fu formato da un uomo, Tlacaelel (in Nahuatl "cuore virile"). Anche se gli fu offerta l'opportunità di essere un tlatoani, preferì stare dietro il trono. Tlacaelel era nipote del tlatoani Itzcóatl, e fratello di Chimalpopoca e Montezuma I, il suo titolo era Cihuacoatl (in onore della dea, traducibile con "consigliere"), ma come riportato nel Codice di Ramirez, "quello che ordinava Tlacaelel, veniva fatto al più presto". Diede al governo Azteco una nuova struttura, ordinò la distruzione della maggior parte dei libri Aztechi (la sua spiegazione fu che erano pieni di inesattezze) così poté riscrivere la loro storia. Inoltre Tlacaelel riformò la religione Azteca, ponendo il dio tribale Huitzilopochtli sullo stesso piano degli antichi dei nahuas, Tlaloc, Tezcatlipoca, e Quetzalcoatl. In questo modo Tlacalel creò una coscienza storica per gli Aztechi. Creò anche l'istituzione della guerra rituale (le guerre dei fiori) come un modo per avere combattenti addestrati, e la necessità di sacrifici umani costanti "per tenere il Sole in movimento". Alcuni scrittori credono che le classi più alte erano consapevoli di questa falsificazione, il che può spiegare le azioni che fece Montezuma quando incontrò Hernán Cortés. Ma, infine, le istituzioni contribuirono alla caduta dell'impero Azteco. Il popolo di Tlaxcalla fu conquistato risparmiando delle vittime, a costo di partecipare alla guerra dei fiori. Quando Cortés venne a sapere ciò, li avvicinò ed essi diventarono suoi alleati. I Tlaxcaltechi fornirono migliaia di uomini a supportare le poche centinaia di Spagnoli. La strategia di guerra Azteca era basata sulla cattura di prigionieri da guerrieri individuali, e non sul lavoro di gruppo per uccidere nemici in battaglia. Quando gli Aztechi arrivarono a riconoscere che cosa significava la guerra in Europa, era troppo tardi.

[modifica] Sacrifici umani

Un sacrificio umano
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Un sacrificio umano

Un aspetto assai celebre e cruento della cultura azteca è la pratica del sacrificio umano, che, secondo le credenze azteche, era necessario per sfamare e placare gli dèi. Questa pratica rituale veniva legittimata dal mito delle origini, dove si afferma che gli dèi, dopo l'avvento del Quinto Sole (dato che, secondo questo popolo, il mondo era stato creato cinque volte e distrutto quattro, ogni epoca era chiamata "Sole") si erano dovuti sacrificare gettandosi nel fuoco, così gli uomini erano tenuti a seguire il loro esempio.

Anche se il sacrificio umano era praticato attraverso tutto il Mesoamerica, gli Aztechi (se ritenuti veritieri i pochi scritti sopravvissuti fino ai giorni nostri concernenti la loro cultura) portarono questa pratica ad un livello senza precedenti. Ad esempio, per la riconsacrazione della Grande Piramide di Tenochtitlan nel 1487, fonti azteche riferiscono di almeno 84.400 prigionieri sacrificati nel corso di soli 4 giorni.

Tuttavia, molti esperti [citazione necessaria] considerano questi numeri enormemente esagerati, specie considerando la scarsa logica nel sacrificare 84.000 persone. Simile idea si è ormai affermata [citazione necessaria] anche per quanto riguarda il presunto cannibalismo degli Aztechi: anche se è possibile che rituali cannibalistici esistessero nella cultura azteca, è messo in dubbio che tale pratica fosse molto diffusa, e si è portati a ritenere che fosse celebrata solamente in rare occasioni.

Negli scritti di Bernardino de Sahagùn, un "anonimo informatore" azteco difende la pratica del sacrificio umano, affermando che essa non era tanto diversa dal principio della guerra portato avanti in Europa: gli Europei uccidevano i guerrieri in battaglia, mentre gli Aztechi li uccidevano dopo la battaglia.

Fonti degli Tlaxcaltecas, i principali nemici degli Aztechi ai tempi della conquista spagnola, dimostrano che almeno alcuni di loro consideravano un grande onore l'essere sacrificati. In una leggenda, il guerriero Tlahuicole fu liberato dagli Aztechi, ma egli tornò indietro per morire con onore nel sacrificio rituale. I Tlaxcaltecas, del resto, praticavano a loro volta il sacrificio umano sui guerrieri aztechi catturati.

Dopo la conquista spagnola, l'Inquisizione proibì i sacrifici umani agli dèi, ma sfruttò tale principio per diffondere l'usanza di bruciare vive le persone che rifiutavano o ripudiavano la religione cristiana [citazione necessaria].

Qui di seguito è riportata la descrizione di Bernal Diaz del Castillo, uno dei conquistadores che assistette, impotente, al sacrificio dei compagni durante l'assedio di Tenochtitlan. Tuttavia tale testimonianza è ritenuta altamente esagerata dalla maggior parte dei ricercatori [citazione necessaria]. Non era infatti raro che venissero diffuse volutamente false "testimonianze" sugli "orrori" compiuti dalle popolazioni indigene mesoamericane, nel tentativo di giustificare le crudeltà attuate dai conquistatori Europei e per legittimare le missioni di evangelizzazione da parte della Chiesa.

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«Vennero suonati il cupo tamburo di Huichilobos e molte altre buccine e corni e strumenti come trombe, e il frastuono era terrificante. Tutti noi guardammo in direzione della grande Piramide, da dove giungeva il suono e vedemmo che i nostri compagni, catturati quando era stato sconfitto Cortés, venivano portati a forza su per i gradini per essere sacrificati. Quando li ebbero portati sulla piccola piazza, davanti al santuario dove sono custoditi i loro maledetti idoli, vedemmo che ponevano piume sulle teste di molti di loro, e ventagli nelle loro mani; e li costrinsero a danzare davanti a Hiuchilobos, e dopo che ebbero danzato, immediatamente li stesero riversi su pietre piuttosto strette preparate per il sacrificio, e con coltelli di pietra squarciarono loro il petto ed estrassero i cuori palpitanti e li offrirono agli idoli che stavano là. Quindi a calci gettarono i corpi giù per la gradinata e i macellai indios che li attendevano là sotto tagliarono le braccia e i piedi e scuoiarono la pelle dei volti e quindi la prepararono come fosse pelle da guanti, con le barbe, e la conservarono per le loro feste. Allo stesso modo sacrificarono tutti gli altri e mangiarono le gambe e le braccia e offrirono agli idoli i cuori e il sangue.»

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