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Andreas Papandreou - Wikipedia

Andreas Papandreou

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Andreas Papandreou (in greco Ανδρέας Γ. Παπανδρέου) (Chios, Grecia, 5 febbraio 1919 - Atene, 23 giugno 1996) fu un economista e politico greco, primo ministro per 2 volte: dall'ottobre 1981 al luglio 1989 e dal 1993 al 1996.

Indice

[modifica] Gli anni giovanili e l'esilio americano

Figlio di Sofia Myneko e di George Papandreou, anch'egli leader politico soprannominato dal popolo il "Vecchio della democrazia", si stabilì a Atene nel 1923 con la famiglia.
Nel 1937 si iscrisse all'università di Atene simpatizzando con gruppi della sinistra: fu arrestato per la prima volta accusato di resistenza durante la dittatura di Ioannis Metaxas. Nel 1941, al terzo anno di studi all'Università fu nuovamente arrestato ed espulso. Si trasferì negli Stati Uniti e si iscrisse alla facoltà di scienze politiche dell'Università di Harward. Dopo la laurea gli fu assegnato un posto di assistente presso la stessa Università.

Nel 1944 acquisì la cittadinanza statunitense e prestò servizio militare presso la marina militare di quel Paese. Nel 1947 divenne professore ausiliario presso l'Università del Minesota, della UCLA California.
Nel 1951 sposò in seconde nozze Margareth Chant da cui ebbe 3 figli: Giorgio, Andrikos e Nikos, ed una figlia Sofia, in seguito sposatasi con il deputato socialista Katsanevas.

[modifica] Il ritorno in Patria e l'esilio in Svezia

Nel 1959 Andreas Papandreou fece ritorno in Grecia, dove mosse i suoi primi passi nel campo politico. Divenne consulente della banca di Grecia e direttore generale del Centro di ricerche economiche di Atene.

Nel 1963 suo padre Giorgio Papandreou, leader del partito Unione di centro fu nominato Primo ministro e chiamò il figlio Andrea a suo consulente.
Nel 1964 rinunciò alla cittadinanza americana e fu eletto deputato al Parlamento greco.

Fu nominato vice primo ministro e come tale si sforzò di ridurre l'influenza americana nel proprio Paese. Soprattutto cercò di ridurre il ruolo dei servizi segreti nazionali (EYP) Servizio Greco di Informazione) colpevoli ai suoi occhi di collaborare troppo da vicino con la CIA.
Quando 3 anni più tardi fu instaurata la dittatura dei colonnelli, Andreas Papandreou fu espulso dalla Grecia.

Dal suo esilio a Stoccolma fondò il Movimento Panellenico di Liberazione (PAK). Assunse decisamente toni antiamericani accusando ripetutamente la CIA di essere stata promotrice della dittatura in Grecia.

[modifica] Fondazione del PaSoK e la vittoria alle elezioni del 1981

Nel 1974, dopo la caduta della giunta militare e il ristabilirsi della democrazia, fece ritorno in Grecia dove fondò un nuovo partito di stampo socialista, il PaSOk (Partito Socialista Panellenico) assumendone la carica di presidente.
Alle prime elezioni libere, la nuova formazione politica raccolse appena il 13% dei consensi ma allo scrutinio successivo la percentuale era salita al 25%.

Nel 1981, con il 48%, il PaSoK ottenne una schiacciante maggioranza sul partito conservatore di destra Nea Dimokratia (Nuova Democrazia) ed Andreas Papandreou divenne primo ministro formando il primo governo socialista nella storia della Grecia.

Contrariamente a quanto aveva promesso nella sua campagna elettorale, non riuscì a far smantellare le basi NATO e la Grecia rimase nella CEE.
Ci fu in questo periodo un problema politico con la Turchia, che avrebbe voluto fare ricerche geologiche nel mar Greco con il proprio battello "Sismik". Probabilmente la CIA avvertì Papandreou che la Turchia aveva intenzione di entrare nelle acque nazionali, cosicché il premier diede ordine di sorvegliare militarmente le acque territoriali greche.
I toni violenti antiturchi poi calarono e il governo si accontentò di promuovere riforme sociali, attingendo generosamente alle non pingue casse dello Stato e la drachma fu svalutata per ben due volte negli anni successivi.
Per questa sua politica Papandreou fu aspramente criticato da vari economisti. Nel 1985 riuscì a farsi rieleggere ma il suo declino fisico e politico era alle porte.

[modifica] Il declino e il divorzio

Andrea Papandreou soffriva di una malattia cardiaca per cui fu costretto nel 1988 a sottoporsi a una triplice operazione di bypass coronarico a Londra.
Nonostante le sue precarie condizioni di salute, aveva deciso di divorziare dalla moglie Margareth perché si era invaghito di una hostess dell'Olimpic Airlines, tale Dimitra Liani, di 26 anni più giovane, conosciuta in aereo durante uno dei suoi viaggi.
Dimitra era la giovane figlia di un alto ufficiale dell'esercito greco.

[modifica] Lo scandalo Koskotas

Mentre Papandreou era ricoverato a Londra, il suo nome veniva implicato in uno scandalo di grosse proporzioni, passato poi agli annali come "l'affare Koskotàs", dal nome del finanziere Giorgio Koskotas coinvolto.
Costui proveniva da una povera famiglia costretta ad emigrare negli USA, ma era rimpatriato appena 10 anni dopo con dovizia di mezzi.
In Grecia aveva trovato impiego presso la banca di Creta, riuscendo in pochi anni a diventarne consigliere amministrativo. Aveva acquisito una famosa squadra di calcio, l'Olympyakòs, nel novembre del 1987 e da un giorno all'altro aveva fondato una casa editrice, la Grammi, che pubblicava diversi quotidiani tra cui ne spiccava uno apertamente filosocialista, il "24 ore".

La stampa, sentendosi minacciata, reagì in modo compatto. Le ostilità furono proclamate dal quotidiano Ethnos nelle cui pagine apparve un articolo dal titolo chiaro: Koskotas il mafioso; l'editore Giorgio Mpompolas fu costretto però dal tribunale al risarcimento dei danni.
Seguirono altre pubblicazioni sempre su organi di stampa filogovernativi come Ta Nea, To Vima in cui si ammiccava timidamente a possibili coinvolgimenti di esponenti del governo nella faccenda.
I toni dalle pagine dei quotidiani si fecero sempre più accesi, ma toccò al giornale Eleftherotypia sferrare il colpo di grazia. In un articolo dal titolo "Lettera aperta ad Andreas Papandreou" firmato da Christos Tegopoulos, editore e proprietario del quotidiano, venivano rivelate chiaramente le responsabilità del premier.
In seguito alla pubblicazione la magistratura fu costretta ad intervenire.

Koskotas, anziché presentarsi agli inquirenti, preferì fuggire in Brasile con un aereo privato prestatogli dall'amico Saliarelis e da qui riparare negli Stati Uniti dove fu però arrestato e detenuto nel carcere di Salem, Massachussets.

Dalla prigione egli dichiarò agli inquirenti che era stato lo stesso Andreas Papandreou a esporgli il suo progetto di fondare un nuovo giornale che avrebbe dovuto sostenerlo nelle successive elezioni.
A suo dire il premier era stufo della tutela dei media greci, che costituivano per lui una sorta di cappio al collo, e desiderava liberarsene.
Dichiarò ancora che il premier obbligò le aziende di Stato a trasferire i propri fondi presso la banca di Creta a tassi più svantaggiosi di quelli di mercato. Dalla speculazione sulla differenza dei tassi si ricavavano i proventi per il nuovo progetto editoriale.
Dal carcere, Giorgio Koskotas concesse numerose interviste alla rivista Time confermando l'articolo di Christos Tegopoulos in più punti e aggiungendo di volta in volta particolari grotteschi su come il danaro, dai forzieri della sua banca, passasse nelle mani di esponenti del partito socialista.


[modifica] Le elezioni del 1989, il processo e l'assoluzione

Lo scandalo influenzò lo scrutinio del 1989, nel quale nessuno dei due maggiori partiti rivali riuscì ad ottenere la maggioranza assoluta.

Ne derivò una situazione di stallo destinata a durare fino all'aprile del 1990, quando il Partito di Nea Dimokratia vinse le elezioni e Konstatinos Mitsotakis fu nominato primo ministro.
Nel 1989 il Parlamento greco, dominato da una alleanza del partito conservatore con una lega di sinistra, diede via libera alla magistratura di procedere contro l'ex premier Papandreou e altri ministri socialisti indagati nell'affare Koskotas per appropriazione indebita di 200milioni di dollari.
Il Tribunale speciale prese avvio l'11 marzo 1991 e vide momenti drammatici quando l'ex vice premier Menios Koutsoiorgas fu colto da infarto in aula durante la sua apologia. Morì una settimana più tardi.

Andreas Papandreou rifiutò sempre di presentarsi in aula, sostenendo che il tutto era una congiura ordita a suo danno dal partito conservatore.
Il Tribunale Speciale chiuse le sue sessioni il 16 gennaio 1992, assolvendo Papandreou da ogni responsabilità. Ciò fu reso fu reso possibile grazie alle deposizioni degli editori dei maggiori quotidiani che, chiamati a testimoniare, ritrattarono ogni precedente accusa contro il Premier apparsa in passato nelle pagine dei loro giornali.

[modifica] L'ultimo incarico e la morte

Nel 1993 il premier conservatore Costantino Mitsotakis fu costretto a dimettersi essendogli venuta meno in parlamento la fragile maggioranza su cui si sosteneva il suo governo.
Le elezioni di aprile videro la vittoria del PaSoK e Papandreou, leader della sinistra, fu chiamato di nuovo a ricoprire la carica di Primo Ministro.
Dimitra Liani, sposata in terze nozze nel 1988, diventava la First Lady della Grecia. Ma Papandreou appariva di rado in pubblico.
Fra i principali atti del suo ultimo governo va ricordato il blocco economico imposto alla neo costituita repubblica di Macedonia, nata dal disfacimento della ex Yugoslavia e colpevole agli occhi dei greci di essersi appropriata indebitamente di un nome e di simboli appartenenti al patrimonio esclusivo della storia Greca.
Andreas Papandreou fu costretto a dimettersi nel gennaio del 1996 per motivi di salute. Fu sostituito da Costas Simitis.
Morì sei mesi dopo.

[modifica] L' eredità politica

In molti fra il popolo greco e i dirigenti del PaSoK avrebbero voluto che la giovane vedova del Premier prendesse parte attiva nella vita politica greca, assumendo un ruolo simile a quello che fu di Evita Peron in Argentina. Ma Dimitra Papandreou deluse ogni aspettativa ritirandosi a vita privata.
Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo "10 anni e 54 giorni" dedicato al marito.

L'eredità politica di Andrea Papandreou è stata invece raccolta dal figlio Giorgio A. Papandreou che ha ricoperto la carica di ministro degli Esteri nel gabinetto di Costas Simitis fino alla sconfitta di questi alle elezioni del 2004. Dal febbraio 2004 è il leader del partito fondato dal padre.

Predecessore: Primo Ministro della Grecia Successore: Bandiera greca
Giorgio Rallis 1989 - 1990 Tzannis Tzannetakis
Predecessore: Primo Ministro della Grecia Successore: Bandiera greca
Costantino Mitsotakis 1993 - 1996 Kostas Simitis
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