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Abu Omar - Wikipedia

Abu Omar

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Nasr Oussama Mustafa Hassan (alias Abu Omar), nato ad Alessandria d'Egitto, aveva ottenuto asilo politico in Italia nel 2001. Era stato arrestato in Egitto per motivi politici in 1993. È stato un Imam della moschea di Milano.

Fu ospitato in Italia con l'asilo politico, in seguito fu rapito attraverso un' operazione che si presume condotta illegalmente della CIA a Milano nel giorno 17 febbraio 2003, alla vigilia della guerra in Iraq (iniziata il successivo 19 marzo).

A luglio del 2006 Abu Omar è stato nuovamente arrestato dopo tre settimane di libertà condizionata. Secondo il suo legale, la liberazione sarebbe dovuta avvenire entro il mese di ottobre 2006. Abu Omar risulta tuttora in prigione.

Indice

[modifica] Il sequestro e le indagini

Il sequestro sarebbe avvenuto ad opera di ventisei agenti della CIA. Si presume che Abu Omar sia stato stato torturato nella base militare di Aviano, trasferito successivamente nelle prigioni dell'Egitto e ancora torturato, al fine di farne una spia americana.

Si presume che il suo rapimento rientri nella pratica delle "extraordinary rendition", operazioni illegali e clandestine (ma ordinate dal Presidente degli Stati Uniti e rientranti in accordi bilaterali, coperti dal segreto di stato con gli stati interessati) effettuate dalla CIA in Europa dopo l'11 settembre 2001, aventi come obiettivo presunti affiliati alle reti del terrorismo internazionale. Si ipotizza inoltre che gli Stati Uniti abbiano ricevuto il relativo "benestare" delle autorità politiche italiane (e del governo di Silvio Berlusconi, in carica all'epoca), benestare coperto da segreto di stato e successivamente mantenuto anche dal governo Prodi.

Nel 2006 la procura della Repubblica di Milano ha indagato al fine di accertare i fatti e condannare i responsabili. Sono stati indagati anche alcuni membri del Sismi, il servizio segreto militare Italiano, in quanto ipotizzati coinvolti nell'operazione.

In relazione a questa vicenda, il 5 luglio 2006 è stato arrestato il Gen. Gustavo Pignero, all'epoca Direttore del SISMI per il Nord Italia e successivamente n°2 del SISMI e il suo sottoposto Marco Mancini. Per i 26 agenti della CIA, il 20 luglio 2006 è stata chiesta l'estradizione. Tra i latitanti: Jeff Castelli, ex capo della Cia in Italia, e Robert Seldon Lady, ex capo della CIA a Milano. Devono rispondere di sequestro di persona per "aver deliberato e coordinato l'azione".

Nello stesso mese è stato inoltre aperto un nuovo filone di inchiesta (formalmente contro ignoti) che mira ad accertare quanto è stato dichiarato dal supertestimone Mohamed Reda, secondo il quale Abu Omar sarebbe stato contattato dai servizi segreti egiziani per essere indotto (dietro promessa di liberazione e di una cospicua somma di denaro) a negare di essere stato oggetto del rapimento.

Il sequestro di Abu Omar è inoltre legato, insieme ad altre vicende, allo Scandalo Telecom-Sismi delle intercettazioni illegali, che vede indagati numerosi esponenti di alto livello dell'azienda e delle forze dell'ordine. Nel corso delle indagini, inoltre, Fabio Ghioni (ex responsabile dell'Information Security di Telecom) avrebbe riferito agli inquirenti che Mancini, cui la CIA aveva chiesto collaborazione in relazione al rapimento di Abu Omar, avrebbe ottenuto il via libera direttamente da Gianni Letta, all'epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Lo stesso Giuliano Tavaroli (implicato nello scandalo) avrebbe confermato tale ipotesi nell'interrogatorio davanti al procuratore aggiunto.

All'inizio di ottobre 2006 la Procura di Milano ha chiuso le indagini e ne ha dato avviso a circa 40 persone. Di queste, 26 sono gli agenti della CIA coinvolti nel rapimento; ci sono poi alcuni membri del SISMI (tra cui l'ex-direttore Nicolò Pollari, il Mancini ed il funzionario Pio Pompa) ed i giornalisti Renato Farina e Claudio Antonelli del quotidiano Libero, accusati di favoreggiamento. Nello stesso periodo è stato dissequestrato (per ordine del tribunale del riesame di Brescia, che ne ha ritenuto illegittimo il provvedimento di sequestro) il computer del giornalista Carlo Bonini di Repubblica, che si era ampiamente occupato della vicenda quando questa era ancora poco nota.

[modifica] Le richieste di rinvio a giudizio

Il 5 dicembre 2006 la procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio di Nicolò Pollari e di altre 34 persone (tra cui Marco Mancini, Pio Pompa e Renato Farina, quest'ultimo accusato di aver organizzato una falsa intervista con i magistrati con il solo scopo di raccogliere informazioni sull'indagine). Tra gli indagati americani rientrano il capo dell'intelligence Usa in Italia, Jeff Castelli, ed il capocentro di Milano Robert Seldon Lady. Quest'ultimo ha rivestito anche il ruolo di informatore di Mario Scaramella, che dal novembre del 2006 è finito al centro della vicenda legata alle attività della commissione del Dossier Mitrokhin.

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

Abu Omar, chiesto rinvio a giudizio per Pollari e altre 34 persone 05/12/2006 (repubblica.it)

Abu Omar, la Cia aveva informato Pollari 18/11/2006 (lastampa.it)

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